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Micaela Cappello: “Non penso sia il “genere” a fare la differenza”


Micaela Cappello, Brico io
Micaela Cappello, Brico io

I dati raccolti da Manageritalia (Associazione di Dirigenti e Quadri di Commercio, Servizi, Turismo e Trasporti) nel Report di luglio 2023 a livello nazionale, ci dicono che tra i Dirigenti solo 1 su 5 è DONNA mentre considerando anche i Quadri siamo comunque al 30% di rappresentanza femminile.

Fortunatamente, il numero delle donne manager è cresciuto in modo più che significativo, con un più 56% negli ultimi 12 anni (dato 2021). Aiutano certamente i Gruppi creati all’interno delle varie Associazioni come il Gruppo Nazionale Terziario Donna, quello delle Donne di Manageritalia e l’EWMD (European woman’s management development) che sostiene la crescita delle donne che investono nella propria professione attraverso la valorizzazione delle diversità e lo sviluppo delle proprie competenze.

Un dato eclatante è la crescita di nuove Donne Manager negli ultimi 2 anni, doppia rispetto a quella di nuovi manager uomini, con un 12 – 13 % di aumento annuo.

Altro dato è la media di Donne Manager in età under 40 che è molto più alta della media generale e questo significa nuove entrate di giovani manager donna.

Il futuro manageriale è….più rosa ….

Veniamo ora, in modo specifico, al nostro Mondo. Dalla primavera del 2021 è stata pubblicata una serie di interviste a Donne Manager che operano nel DIY, Garden e Ferramenta.

Ci sono ancora molte Donne in posizione di rilievo da ascoltare e questa volta la parola va Micaela Cappello, Responsabile Acquisti e Marketing Brico io.

La sua esperienza professionale. Come è arrivata nella sua posizione
Dopo il Liceo classico a Salerno, mia città di origine, mi sono trasferita a Milano per gli studi universitari, conseguendo la laurea in economia e commercio presso l’Università Bocconi. Ho iniziato in Rinascente come visual merchandising PGC poi category di reparti alimentari per l’insegna Città Mercato, sono passata in Gs spa nella funzione di buyer, mi sono occupata di quasi tutte le merceologie. Dopo l’acquisizione da parte di Carrefour, ho ricoperto il ruolo di capo commissione della Centrale Acquisti Carrefour Italia in vari reparti. Referente dei reparti profumeria e detergenza nelle negoziazioni internazionali dei Big Four (Francia Belgio Italia Spagna).Ho fatto una successiva esperienza nell’immobiliare Carrefour come responsabile del Patrimonio-locazioni passive.

E poi è passata al digitale…
Sì. Dopo Carrefour ho lavorato per Deliveristo, società B2B nel settore forniture hotel e ristoranti, come Category Director. Un’esperienza molto interessante perché sono passata da un mondo completamente fisico ad uno completamente digitale. Provenendo da un’esperienza GDO tradizionale, ho vissuto in prima persona lo sviluppo delle dinamiche comunicative tramite i social network, il sito web, i blog, e ho implementato il primo volantino digitale di Deliveristo secondo logiche mass market. Dopo queste esperienze maturate in 27 anni, eccomi in Brico io come Responsabile Acquisti e Marketing, dove coordino una squadra di circa 20 persone, di cui la maggior parte con una ampia anzianità aziendale.

Come è stato trovarsi in un team già ampiamente formato e inserito in Brico io, una grande realtà della distribuzione in Italia?
Ho trovato un gruppo di persone molto accogliente, aperto a lavorare con una persona proveniente da esperienze diverse ed il mio inserimento è avvenuto col pieno supporto di tutti. Nella funzione duplice di Acquisti e Marketing potrò far leva sulle due fasi della mia esperienza professionale (mass market tradizionale e digitale) per dedicarmi ad una visione “phigital”, così da intercettare il cliente in tutte le sue modalità di acquisto. L’obiettivo principale è quello di acquisire nuovi clienti e fidelizzare gli attuali. Il negozio resta sempre il nostro principale punto di contatto.

La sua vita professionale ha avuto ripercussioni su quella familiare?
Sono consapevole di avere un lavoro impegnativo, ma ho sempre avuto il pieno appoggio della mia famiglia. Anche mio marito ha una posizione manageriale e mia figlia, che è in età adolescenziale, non ha mai sofferto per il nostro lavoro.

Che ostacoli ha riscontrato, come donna. Ritiene in generale che la donna sia discriminata nella carriera e che sia rispettata tanto quanto un uomo?
Dall’inizio della mia carriera ad oggi la situazione è decisamente migliorata sia a livello culturale che ambientale. Il gran numero di uomini nel top e middle management in passato ha sempre favorito la creazione di un network maschile importante, anche se molto competitivo. Negli ultimi vent’anni la situazione è fortemente cambiata con una presenza sempre crescente di donne in posizioni di vertice nelle aziende. Credo che il rispetto e l’apprezzamento a livello professionale dipendano dalle competenze maturate e dalla solidità personale a prescindere dal genere.

Quindi è il merito a prevalere?
I rapporti all’interno di un team dipendono, a mio avviso, dalla capacità del manager di coinvolgere, motivare e guidare le risorse secondo chiari e condivisi obiettivi aziendali. Gli stessi messaggi e linee guida vengono apprezzati all’esterno per coerenza e professionalità. Per riassumere : Non penso assolutamente che sia il “genere” a fare la differenza.



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