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Ha fatto il suo ingresso nell’insegna da poco meno di due mesi. E’ la nuova responsabile Acquisti e Marketing di Brico io che abbiamo incontrato in occasione dell’evento “La Casa in Autunno”.
Una vivace chiaccherata, quella con Micaela Cappello, dalla quale si è percepito tutto l’entusiasmo per la nuova avventura professionale, anche se, le esperienze maturate precedentemente, la trovano decisamente attrezzata per il compito che l’attende.
Ha infatti maturato 25 anni in grande distribuzione, tra Auchan prima e Carrefour dopo, con un ultima incursione nell’eCommerce b2b con Deliveristo piattaforma dedicata al settore Ho.Re.Ca.
Con il suo arrivo Acquisti e Marketing si uniscono in un unico riferimento perché “i molti aspetti che si condividono con il fornitore vanno poi comunicati al personale di vendita e al consumatore finale. Quindi, avere una visione che abbina sia lo sviluppo delle categorie merceologiche sia relativa comunicazione della strategia commerciale, risulta più facile e più efficace”.
Arriva in un settore che non conosce ma che ha subito trovato affascinante e che ha scardinato alcune sue impressioni: “pensavo fosse più “maschile”, invece ci sono categorie merceologiche estremamente innovative che coinvolgono la platea femminile e che, trattando casa e giardino, ci mostrano in che modo stanno evolvendo le abitudini delle persone. E, poi, Brico io ha una formula che coinvolge l’intero nucleo familiare“.
Del suo ingresso nell’insegna ci tiene a sottolineare la sua soddisfazione per essere entrata a far parte di un’insegna “che ha un suo rilievo storico ed è molto amata dal settore sia all’interno – la maggior parte delle persone lavora qui da molti anni – sia all’esterno. Ho trovato un’azienda estremamente innovativa con una visione molto aperta a nuove proposte.”.
Entrando nel merito delle differenze tra il suo passato nella distribuzione alimentare, alla nostra domanda rispetto alle differenze e se nella distribuzione brico rileva una certa distanza evolutiva, Micaela Cappello ha risposto: “L’alimentare un settore più evoluto? Come modello penso di sì ma non tanto per merito della distribuzione quanto per la presenza di grandi aziende, multinazionali, molto innovative nei processi, nell’approccio al cliente, nell’analizzare il mercato e nel mettere a punto una strategia molto lungimirante. Questo fa sì che la distribuzione debba comportarsi di conseguenza e stare al passo, altrimenti le aziende vanno altrove”.
E di cosa ha bisogno la distribuzione di questo settore. Certo è prematuro chiederlo, ma così, come prime impressioni? “Direi di una maggiore identità d’insegna. Il consumatore non ha ben chiara la differenza tra le insegne, e mentre nell’alimentare ogni insegna ha un proprio nome definito, nella distribuzione brico, a parte pochissimi esempi, le assonanze sono all’ordine del giorno. Questo crea omologazione, mentre è necessario distinguersi, certamente lavorando sul brand ma anche comunicando la tua strategia relativamente agli obiettivi e alla missione. E’ necessario distinguersi e, quindi, trovare qualcosa che faccia la differenza.
In che modo? “Ne parliamo tra qualche mese”.
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