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Colori e vernici. Resilienza e versatilità per superare la pandemia

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Il Coronavirus ha imposto la riorganizzazione di molti modelli di lavoro, in particolare nell’ambito commerciale (reti di vendita) e dei servizi (marketing e comunicazione):quali riflessioni si possono fare in tal senso?

Roberto Meregalli. Il vecchio concetto di ufficio ‘statico’ dove tutti i dipendenti stanno seduti in azienda con il loro compito e la loro mansione era già in fase di superamento o, meglio, era già un modello obsoleto. Il 2020 ha dato una ulteriore forte ‘spallata’ ai vecchi modelli di lavoro aziendali. Oggi è necessaria un’organizzazione con un altissimo livello di motivazione, flessibilità e capacità di adattamento che sappia lavorare seriamente per obiettivi e sappia seguire i veloci cambiamenti del mercato anticipandoli.

Marco Sbarbaro. Le reti di vendita e i servizi connessi sono strumenti di trasmissione al mercato della proposta di valore delle singole aziende. La reattività e l’evoluzione dei beni e servizi praticati dalle aziende per fronteggiare il periodo di crisi perdura anche nella cosiddetta ‘nuova normalità’. Gli eventuali nuovi modelli organizzativi sono più che compensati, ma soprattutto funzionali alla nuova proposta di valore.

Riccardo Carpanese. Al di là di ogni riorganizzazione dei modelli di lavoro che tutti abbiamo sperimentato durante il lockdown, l’approccio del Gruppo Boero storicamente e soprattutto nei momenti difficili è un ascolto e una vicinanza continua con il cliente.

Rosanna Arreghini. Sicuramente questa emergenza Paese ci ha fatto scoprire nuove modalità di lavoro come lo smart working, del quale ci si è avvalsi per tutta la rete commerciale e gli uffici tecnici. Inoltre, abbiamo distribuito la giornata lavorativa in più turni per rendere meno affollato l’ambiente di lavoro ma continuando a garantire comunque l’efficienza della produzione e le consegne con la tempestività di sempre. Abbiamo puntato moltissimo sulla interazione digitale attuando le riunioni con la rete commerciale tramite piattaforme di videoconferenza e sviluppando video tutorial innovativi dedicati ai nostri agenti e rivenditori.

Massimiliano Pietrelli. Noi di Giolli puntiamo tanto sulle nuove tecnologie sia a livello divulgativo che di marketing. Abbiamo creato diversi siti internet e software per la consultazione delle formule della tintometria e dei prodotti. A livello di social abbiamo deciso di affidare la gestione a un digital manager, con conoscenze specifiche nel settore, ormai indispensabili per una comunicazione appropriata del proprio brand.

Mario Paganelli. La modalità smart working ha dimostrato che molte attività si possono fare anche non in presenza, risparmiando molti chilometri. Non tutto però: nel nostro settore la presenza fisica ha la sua importanza, specie nelle relazioni, per cui è necessario trovare un buon mix tra le due modalità e questo vale anche per la comunicazione. Ripeto: bisogna trovare un buon compromesso tra tutte quelle attività tecnico/comunicative che si possono fare sfruttando la tecnologia e le attività in presenza.

Alessandro Monaco. I modelli operativi di lavoro non saranno più gli stessi di prima. Le attività in presenza restano utili e necessarie ma saranno sempre di più affiancate dalle alternative che tutti abbiamo sperimentato e che si sono dimostrate efficaci. Anche il lavoro ‘di ufficio’ avrà delle modifiche strutturali che saranno lente ma inesorabili e che i contratti nazionali dovranno recepire.

Tiziana Tona. Se prima del Coronavirus era consuetudine che il 90% delle attività commerciali e di comunicazione venisse svolto tramite visite e incontri di persona, durante il lockdown naturalmente questa situazione è stata stravolta, tutto si è svolto a distanza, in modo digitale. Ciò che è stato significativo, e che a nostro avviso segna un profondo cambiamento di mentalità, è stata la grande partecipazione da parte del cliente e della nostra forza vendita alle attività proposte online. Dai seminari tecnici aperti al pubblico, alle riunioni formative interne, i risultati sono stati molto soddisfacenti, sia per la partecipazione che per la qualità del lavoro svolto nonostante la mancanza della fisicità a cui siamo tanto abituati. Riteniamo che questo nuovo modus operandi non debba essere perduto. Sicuramente il ritorno agli spostamenti e al consueto ritmo di lavoro ridurrà la possibilità e il desiderio di collegarsi via web, ma indubbiamente abbiamo appreso che si tratta di una metodologia di lavoro che va integrata con le normali attività lavorative per ottimizzarle e soprattutto che il mercato è pronto a utilizzarla.

Beniamino Scarano. Non credo che oggi si debba pensare a una eventuale riorganizzazione se non ci è ancora chiaro come si svilupperanno le cose; certamente qualcosa è cambiato e alcuni segnali ci sono arrivati. Su questo rifletteremo a tempo debito.

Stefano Deri. L’emergenza sanitaria ci ha imposto l’adozione di nuovi modelli organizzativi che hanno permesso di continuare a svolgere la nostra attività in maniera continuativa con grandi vantaggi. Per talune funzioni aziendali è dimostrato che è possibile essere operativi anche lavorando da remoto: il marketing, la formazione, l’assistenza tecnica, l’ufficio ordini sono solo alcuni dei servizi che hanno potuto lavorare da casa senza problemi. Altre funzioni, come la rete di vendita, torneranno a introdurre anche le vecchie ‘pratiche’ che in una relazione commerciale possono fare la differenza: le visite ai clienti, l’assistenza sul punto vendita, la formazione per i rivenditori. Da un punto di vista di comunicazione, sicuramente il paradigma è cambiato. C’è da parte dell’azienda una maggiore sensibilità alle attività online e sui social media dove curiamo la relazione con i nostri clienti, offrendo contenuti di loro interesse e spunti per i loro interventi: approfondimenti su prodotti, best practices per l’applicazione delle soluzioni, referenze nazionali e internazionali.

Luca Cecchini. Nelle nostre merceologie il modello per la rete vendita è invariato, mentre varia l’operatività dei singoli collaboratori (maggior pianificazione e utilizzo di strumenti informatici aziendali). Marketing e comunicazione saranno più orientati all’utilizzatore finale, soprattutto in caso di ulteriori restrizioni alla mobilità.

Maurizio Salassi. Nell’ambito commerciale aumenta il lavoro da ufficio per i responsabili vendite e per la comunicazione, meno presenza sul luogo della rivendita e più ascolto e comunicazione da casa. Il cliente riceve messaggi, foto, spiegazioni e se le guarda quando è più comodo e in grado di valutare indisturbato. Anche le sue richieste devono essere evase velocemente come fossimo suoi collaboratori sul posto.

Andris Pavan. Per quanto riguarda l’ambito commerciale, la rete vendita si è adattata velocemente agli incontri, riunioni, corsi in rete, che avevamo già attuato in passato verso l’esterno sotto forma di seminari, convegni e incontri e che ora entrano in gioco nella gestione interna. Per quanto riguarda i servizi, erano per lo più già strutturati e consolidati su un rapporto stretto e costante portato avanti a distanza, e le strategie di comunicazione erano già prevalentemente focalizzate sulla rete, sia per quanto riguarda la comunicazione interna sia per la comunicazione esterna.

Nicola Munaretto. La nostra rete vendita ha solo subìto un arresto temporaneo ma è già ritornata in pista alla grande. Non credo che il modo di lavorare cambierà anzi ci porterà ancora più vicini ai clienti per aiutarli nello scegliere i prodotti idonei per un privato sempre più esigente e un’impresa sempre alla ricerca di novità. Marketing e comunicazione saranno fondamentali per distinguersi e comunicare la propria identità aziendale.

Federica Schirinzi. Il contesto in cui ci troviamo richiede l’accelerazione della riorganizzazione della struttura aziendale, che necessita processi più fluidi e dinamici. Sestriere Vernici prosegue il suo percorso di revisione dei processi aziendali in questa direzione, mantenendo centrale il focus verso i suoi clienti e partner.

Luigi Vignolo. Così come molta parte dei lavoratori, soprattutto legati agli uffici, anche il commerciale ha affrontato le sfide del ‘lavoro agile’. Le normative hanno dettato nuove regole (distanziamento sociale, DPI, protocolli di sanificazione) che hanno impattato sulla struttura di sede, ma anche nelle abitudini commerciali. Molti incontri e riunioni sono stati gestiti con strumenti di conference per superare queste barriere. Personalmente, pur avendoli adottati, ritengo ancora l’elemento umano e la relazione troppo importanti per essere bypassati nel lungo periodo da queste tecnologie, se non in modo parziale. La comunicazione è stata quasi integralmente girata sul digitale, soprattutto sui social network.

Pietro Locambio. Ci siamo resi conto che si può vendere senza assidui spostamenti, con relative spese di trasferta e lo sviluppo della video conference è una parte da non sottovalutare, una buona parte di clienti ha trovato ‘comodo’ questo nuovo strumento d’acquisto. Per quanto riguarda il marketing e la comunicazione, bisognerà trasmettere messaggi soft e tranquillizzanti, considerando la riscoperta della cura per la propria abitazione durante il periodo di lockdown.

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