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Marzo 2020, il calo del brico in Francia. E in italia?


FMB e Banque de France hanno comunicato i dati di marzo del settore del bricolage. Come previsto il calo è vistoso. Abbiamo provato a stimare anche il risultato italiano.

Un calo del -49,5% in valore e del -49,64% in volume rispetto allo stesso periodo del 2019. Questi i risultati pubblicati dalla Fédération des Magasins de Bricolage sulla base dell’indice della Banque de France.

“Queste cifre sono la prova del senso di responsabilità dimostrato dai negozi all’inizio del contenimento, spinti unicamente dalla necessità di rispondere alle esigenze essenziali dei clienti in un ambiente sicuro in questi tempi di epidemia. Questo il commento di Mathieu Pivain, presidente della FMB (Fédération des Magasins de Bricolage).

Tuttavia è una vera e propria débâcle, considerando che il 2020 era iniziato bene con una crescita superiore al 3% a gennaio e di oltre l’8% a febbraio. Un anno che era iniziato bene ma che, secondo l’indice della Banque de France, il valore delle vendite dei negozi di bricolage nel 2020 (periodo gennaio-marzo) è ora in calo del 12,06%. Un buco che dovrebbe ampliarsi alla fine di aprile nonostante le riaperture parziali.

E in Italia?

In mancanza di un associazione che ne divulghi i dati, abbiamo provato con qualche stima sull’andamento del mese di marzo, sulla base di una serie di telefonate e scambi epistolari con alcune aziende del settore.

Anche in Italia la base di partenza è stata la stessa. Infatti, complice anche una stagione, climaticamente parlando, buona, tutti gli operatori concordano sul una partenza positiva per gennaio e febbraio, con performance di crescita mediamente comprese tra il 4 e il 6%. Poi è arrivato marzo e tutto, come ben sappiamo è precipitato.

Nonostante le ferramenta abbiano sempre avuto la possibilità di stare aperti e così i centri bricolage – alcune insegne hanno poi chiuso per un periodo compreso tra 7 e 15 giorni – la limitazione a “beni di prima necessità” ha fortemente penalizzato le possibilità di fare commercio. Non solo, anche l’obbligo di non uscire dal proprio comune di residenza unito all’ubicazione di molti centri bricolage al di fuori delle cerchia cittadina non hanno aiutato.

Due elementi che, uniti, alla normale e prevedibile paura delle persone ad uscire di casa, hanno provocato un crollo delle vendite. Per quanto riguarda la Gds del brico, gli operatori del settore, una volta letti i dati francesi, si sono espressi valutando la situazione italiana più o meno nello stesso modo e stimando la flessione delle vendite in un range compreso tra il 45 e il 50%. Alcuni anche superiore considerando che in Francia l’e-commerce partiva già da una posizione migliore rispetto alle vendite on line italiche. Allargando la base dell’analisi ai primi tre mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2019, le impressioni relative al calo di vendite oscillano tra un 15 e un 20%.

Per quanto riguarda l’andamento dei prodotti, le categorie più colpite sono quelle relative alla decorazione, casalinghi, arredo, rivestimenti ed prodotti per l’edilizia, insomma tutte quelle merceologie inibite alla vendita perchè “non di prima necessità”. In questo periodo cosa si è venduto? Dopo un’iniziale confusione il garden ha preso l’avvio, anche perché siamo in stagione, ma sembra che grande slancio abbiano avuto i prodotti vernicianti e quelli per l’illuminazione.

Va un po’ meglio per le ferramenta

E le ferramenta? Considerando tutte le motivazioni di cui sopra, per il retail tradizionale sembra essere andata un po’ meno peggio. Sempre secondo nostre stime, la flessione, perché ovviamente sempre di flessione si parla, sembra attestarsi tra il 35 e il 40%.

Per quanto riguarda le merceologie, le richieste da parte dei clienti si sono orientate prevalentemente verso l’acquisto di utensili e prodotti per il giardinaggio.



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