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Colori e vernici. Resilienza e versatilità per superare la pandemia

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Che aspettative si possono nutrire per il secondo semestre del 2020? La Comunità Europea stima un calo del nostro PIL di circa l’11%, Confcommercio prevede un crollo di quasi il 30% dei consumi: come risponderà il nostro settore ad una situazione di questo tipo?Conoscerà flessioni analoghe?E quale sarebbe per la vostra azienda un risultato soddisfacente per chiudere l’anno?

Roberto Meregalli. Il mercato delle pitture per edilizia dal mese di maggio sta mostrando importanti segnali di vitalità, per fortuna non allineati al crollo dei consumi e al decremento del Pil a livello nazionale. Pensiamo che, salvo imprevedibili e non auspicabili ‘ritorni’, pure nel secondo semestre questa tendenza positiva del nostro mercato si possa confermare trascinata anche dagli importanti incentivi fiscali del Superbonus e del Bonus Facciate. Come Akzo Nobel puntiamo a recuperare quello che è stato perso questa primavera, non sarà facile ma sicuramente faremo di tutto per ridurre e colmare questo ‘gap’.

Marco Sbarbaro. Sicuramente ci sono settori molto più impattati dalla crisi derivante dal Covid-19. È bene ricordare che il nostro settore è costituito da produttori e distributori che, in ragione del codice Ateco, hanno avuto la facoltà di rimanere attivi durante il periodo del lockdown. Questo aspetto, in aggiunta ai cambiamenti dei comportamenti dei consumatori e alla riscoperta del valore di un’abitazione confortevole, permetterà di compensare parzialmente la perdita facendo prevedere un atterraggio a fine anno in linea con il risultato a giugno 2020. L’insieme delle iniziative governative dedicate all’incentivazione delle ristrutturazioni e all’efficientamento energetico degli edifici saranno positivi contributori nella restante parte dell’anno.

Riccardo Carpanese. Troppe variabili. È in atto una situazione straordinaria, sanitaria, sociale ed economica tale da rendere veramente difficile fare alcuna previsione.

Rosanna Arreghini. Per noi sarebbe soddisfacente chiudere l’anno con un pareggio, ma c’è una grande preoccupazione per il post estate e i mesi da settembre in poi sono visti con un grosso punto di domanda.

Massimiliano Pietrelli. Le previsioni degli analisti lasciano sempre il tempo che trovano, perché disegnano quadri macroeconomici che poco coincidono con la realtà settoriale e particolareggiata del mondo del colore. Probabilmente si verificherà una flessione nelle vendite nel secondo semestre ma del futuro non c’è dato di conoscere. Il mio augurio è che si riescano a mantenere questi ritmi di vendita.

Mario Paganelli. Paradossalmente per il secondo semestre siamo fiduciosi, per Ivas l’approvazione della legge sull’Ecobonus al 110% rappresenta una grande opportunità. Stiamo aspettando le linee guida dell’Agenzia delle Entrate, e questo al momento determina un freno rispetto al potenziale, ma per l’autunno siamo molto confidenti e ci stiamo organizzando al meglio. Per quest’anno il nostro settore farà meglio di altri comparti più esposti alle esportazioni, per noi un risultato discreto sarebbe chiudere non molto al di sotto del 2019, che comunque ci aveva visto crescere dell’8%. Ma l’obiettivo verso cui tutti in Ivas siamo impegnati è quantomeno di pareggiare quel risultato.

Alessandro Monaco. L’incertezza è l’unica aspettativa possibile. I mesi più critici partono da ottobre in poi dove se non saranno operativi interventi di sostegno economico e gli elementi negativi del calo del Pil con l’aumento della disoccupazione faranno sentire il malessere nel sistema, creando difficoltà sia finanziarie che economiche.

Tiziana Tona. Riteniamo che, nel malaugurato caso di una nuova ondata di epidemia, si potrebbero aprire scenari ben peggiori di quanto previsto dalla CE. In questo caso, benché ora sicuramente più pronti da un punto di vista della sicurezza e della operatività, le valutazioni su come rispondere a tale emergenza sarebbero difficilmente anticipabili. Diversamente, con uno scenario più positivo sul fronte sanitario, riteniamo che una possibile ripresa dipenda in buona parte dalla tempestiva entrata in vigore di azioni mirate da parte del Governo e dell’Unione Europea. A nostro avviso questo è fondamentale per limitare le perdite di fatturato su scala nazionale, poiché rimetterebbe in moto l’intera filiera produttiva e riaprirebbe tutto quel settore della cantieristica al momento in forte difficoltà. Per quanto ci concerne direttamente, riterremmo soddisfacente a chiusura dell’anno in corso un pareggio di bilancio.

Beniamino Scarano. Per la seconda parte dell’anno è difficile fare delle previsioni, molto dipenderà dal Coronavirus e dalle conseguenze che lo stesso ha già portato. A settembre si capirà se e quali aziende chiuderanno e gli eventuali licenziamenti che avverranno. Alla luce di ciò le previsioni dovrebbero essere negative, ma lo erano anche quando tutto è iniziato, forse di più, nessuno pensava di essere qui oggi a ragionare su come sarà il futuro. Noi vogliamo essere ottimisti pensando che gli incentivi messi a disposizione dal Governo e la forza di reagire di noi Italiani possano riportarci a una certa normalità, per cui puntiamo a chiudere l’anno più o meno come quello precedente.

Stefano Deri. Difficile giudicare, noi restiamo positivi. Ci auguriamo che gli sconti fiscali rappresentino un incentivo concreto a ristrutturare e che possano stimolare la domanda. Stimiamo così di poter riuscire a realizzare entro la fine dell’anno il fatturato 2019.

Luca Cecchini. Impossibile per la variabilità Covid-19 ma anche per i provvedimenti governativi: per noi sarebbe ottimale non abbassare la marginalità, mantenere il portafoglio clienti, mantenere il valore medio dell’ordine non oltre il -5%.

Maurizio Salassi. Settembre potrebbe essere il termometro del secondo semestre perché allora si vedrà cosa comporterà la somma dei problemi finanziari e del lavoro: potremmo subire un calo brusco dei consumi, comunque un risultato pari allo scorso anno sarebbe buono.

Andris Pavan. Difficile fare delle previsioni, sarà un secondo semestre di attesa e di rapida analisi degli andamenti, per essere pronti a ribilanciare gli sforzi e attuare specifiche attività commerciali. Confidiamo molto nel Superbonus, che potrà ridare slancio alle attività di recupero edilizio ed efficientamento energetico.

Nicola Munaretto. Secondo noi vi è una grossa incognita per la seconda parte dell’anno sicuramente dovuta a tutti gli adempimenti fiscali che molte imprese o Partite IVA hanno posticipato e che si ritroveranno a pagare. Per i dipendenti vi sarà l’incognita del licenziamento anche se sembra prorogato a fine anno. Certamente non sarà una situazione facile. Noi puntiamo a chiudere l’anno con un risultato positivo.

Federica Schirinzi. Analizzando la storia degli andamenti del nostro settore, che normalmente seguono quelli del Pil, si potrebbe ipotizzare un analogo impatto negativo. I prossimi mesi saranno significativi per delineare lo scenario di chiusura dell’anno.

Luigi Vignolo. Prevediamo un forte calo dovuto soprattutto all’impoverimento di altri settori (il terziario tra tutti) che quindi non investirà, o investirà il minimo possibile, nella manutenzione e ristrutturazione. Speriamo di riuscire tuttavia a chiudere con un segno positivo.

Pietro Locambio. Le previsioni oggi sono assolutamente impossibili, troppe sono le variabili che dovremo affrontare in un prossimo futuro. Un ottimo risultato sarebbe riuscire a mantenere il vantaggio sul 2019, accumulato nei primi sei mesi, fino alla fine dell’anno.

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