I prossimi trend secondo The Economist e l’IAA
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Politization, food compromise, giovani vecchi, climate change e Raffaello: queste alcune parole chiave che connoteranno il nuovo anno e attorno alle quali i brand dovranno calibrare la loro azione in termini di mercato e di comunicazione.
Questo è quanto emerso dall’incontro tra Rosie Blau, editor in chief of The Economist – 1843 Magazine, e International Advertising Association (IAA), la più rilevante community internazionale di leader del marketing e della comunicazione istituita nel 1938 e presente in 56 Paesi, tra i quali l’Italia, dove è l’associazione è guidata da Alberto Dal Sasso.
Politicization
Nel 2020 assisteremo a una crescente politicizzazione dei brand. Si pensi a quello che è accaduto a Hong Kong dove i manifestanti hanno assaltato i punti vendita Starbuck, perché la figlia di uno dei più importanti licenziatari locali si è dichiarata filo-goverantiva. In tale contesto i brand dovranno sempre più considerare i fenomeni geo-politici, se non prendere una posizione di fronte a scelte geo-socio-politiche.
Food compromise
Se fino a oggi abbiamo assistito al fenomeno/moda del vegan e relativo taboo del mangiar carne, il 2020 sarà l’anno del compromesso, ovvero mangiare meno carne ma di migliore qualità (includendo in ciò il tema del chilometro zero) sia pure adottando sostituti della carne.
Artificial Intelligence
Grazie al ruolo sempre più centrale dell’intelligenza artificiale, l’anno che ci aspetta si connoterà per una sempre più marcata simbiosi tra dati e tecnologia per analizzare individuare i desiderata dei consumatori.
Sport e cultura: tra surf e Raffaello
il 2020 sarà ancora l’anno in cui i brand si concentreranno su nuove e ulteriori opportunità di associare se stessi a nuovi e ulteriori contesti positivi. Sarà l’anno in cui si celebrerà Raffaello, ma anche lo sport con un focus sulle nuove discipline olimpiche: skateboard, arrampicata sportiva, karate e surf. Lo sport – come sottolineato da Alberto Dal Sasso, presidente IAA Italy – muove importantissimi budget di comunicazione e si originano mode e tendenze.
I valori dei brand
In generale il 2020 sarà l’anno in cui sempre più centrale per le aziende sarà il concetto di purpose, ovvero la capacità da parte dei brand di costruire e condividere con tutto il loro pubblico di riferimento un tessuto di valori comuni sui quali ritrovarsi, che va ben oltre la bontà dei prodotti e servizi che esse commercializzano, ma si concentra anche su come li produce.
Climate change
“Cambiamento climatico” sarà un’altra delle parola chiave del 2020 e le immagini che arrivano in questo primo scorcio di 2020 dall’Australia accelereranno ancor di più la consapevolezza e la sensibilità dei consumatori sul tema.
Millenials e Generazione Z
Relativamente ai gruppi demografici che contano, in termini politici e in termini di consumo, il 2020 sarà ancora l’anno dei Millenials e della Generazione Z. La stessa International Advertising Association sta costruendo il progetto “Phygital Work Manifesto” dove le aziende partecipano alla costruzione di un manifesto dell’Employer Branding per attrarre le nuove generazioni anche oltre i Millennial.
I baby boomers vanno in pensione
Il picco del boom di nascite nei paesi sviluppati è stato tra il 1955 e il 1960, il che significa che il 2020 sarà il picco degli anni di pensionamento per i baby boomers.Quindi da quest’anno emergerà con maggiore enfasi il segmento dei “giovani vecchi”, come li chiamano i giapponesi, più attivi, in buona salute e più benestanti dei parti età della generazione precedente. E questo è un target significativamente “disruptivo” per tutti i settori e non solo per quello dei beni di lusso.
Alberto Dal Sasso e Rosie Blau
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