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Rapporto Coop, voglia di cambiamento


Dopo la versione light di settembre, ad inizio 2020 ecco pubblicata la versione completa del Rapporto Coop, con il sondaggio di fine anno Coop-Nomisma e le previsioni 2020.

Clima, ambiente e sostenibilità, sono queste le tre parole che per gli italiani caratterizzeranno il 2020, sulla scia dei nuovi valori imposti dai ragazzi della Generazione Greta al resto della società italiana. Anche (ma non solo) a questi valori è improntato quel bisogno sempre più pressante di “cambiamento” espresso dagli italiani (dal 14% del 2016 al 19% di oggi) tanto da scalzare per la prima volta dal top della classifica la mera “speranza” di un miglioramento.

Non ripartono i consumi degli italiani che, anche nel 2020, faranno registrare una crescita stimata di circa mezzo punto percentuale in un quadro di accelerazione del Pil altrettanto contenuta, comunque troppo modesta per generare impatti sulla vita quotidiana. Questo immobilismo spinge gli italiani a immaginare di dare un senso diverso alla propria vita dedicando più attenzioni a sè e all’ambiente che li circonda.

E’ così che questa voglia di cambiare provoca contraccolpi sulla mobilità (è su quella green che investiranno di più), sulla tavola (il cibo è uno degli ambiti in cui gli italiani intendono destinare maggiori risorse, facendo scelte che penalizzano  il  junk  food  e  per  la  prima  volta anche i piatti pronti) e si riverbera anche in una nuova modalità di partecipazione. Gli italiani scelgono di spendersi in prima persona nelle occasioni ludiche (concerti etc) ma anche nelle piazze: il 20% ha già manifestato nel 2019 e vorrà farlo ugualmente nel 2020. A dare questa ventata di energia nuova Mezzogiorno e Centro Italia e un po’ ovunque gli under 35 determinati a trascinare con la loro volontà il Paese fuori dalla risacca.

Ostaggi di una economia che non assicura lavoro e redditi soddisfacenti, preoccupati per l’immigrazione, i rischi climatici e la fragilità del quadro istituzionale e politico gli italiani sono stanchi di limitarsi a sperare in un anno migliore (la “speranza” non è più al primo posto degli eventi che si aspettano nell’anno che verrà e dimezza in 5 anni il suo indice di gradimento) e anzi guardano ai prossimi 12 mesi con propositi di cambiamento soprattutto nella sfera personale: il “cambiamento” passa dal 14% delle citazioni del 2016 al 19% del 2020.

Gli italiani sognano (anche se sanno di non poterlo fare) di “cambiare vita” (35%), e “cambiare lavoro” (27%), o addirittura “trasferirsi all’estero” (31%) o “andare in pensione” (44% del campione). Ma è scorrendo la lista dei “Si lo farò ” che viene fuori la voglia di rimettersi in gioco facendo partire il cambiamento in primo luogo dalle proprie vite per poi generare effetti benefici anche nel mondo che li circonda. Gli italiani nel 2020 sono infatti determinati a dedicarsi alla cura. Di se stessi almeno per quel 68% che lo indica come prima cosa da fare nei prossimi 12 mesi. Poi c’è l’ambiente con il 65% che userà meno plastica, il 64% intenzionato a sprecare di meno, il 63% a camminare di più a piedi. D’altronde un po’ ovunque se si parla di mobilità è quella green a crescere (tra le prime volte di consumi/acquisti fanno la loro comparsa per il 7% degli italiani i servizi di sharing, per il 6% i monopattini elettrici e per il 2% la bicicletta).

Torna poi al quinto posto delle cose da fare ritagliarsi più spazio per se stessi (62%) e far valere di più i propri diritti (60%). Dopo se stessi arrivano gli altri. Frequentare di più gli amici è un obiettivo nel 2020 per un italiano su 2, il volontariato conquista un suo spazio (lo indica il 26%) e compare una rinnovata voglia di socializzazione fisica degli italiani. Quanti immaginano un minore utilizzo di web e social network superano (di poco) per la prima volta quelli che prevedono di esserne più assidui. Cresce, al contrario, la partecipazione ad eventi pubblici (manifestazioni, spettacoli, eventi sportivi, concerti) e gli italiani si dichiarano anche più votati alle battaglie comuni scendendo in piazza: il 20% ha già manifestato nel 2019 e vorrà farlo ugualmente nel 2020.

Il cambiamento dunque come la molla che spinge a guardare avanti, malgrado uno scenario –quello italiano- da calma piatta di cui gli italiani sembrano essere estremamente consapevoli. Se si guarda alla voce “grandi cambiamenti che potrebbero verificarsi nel corso del 2020” per il nuovo anno la grande maggioranza degli italiani vorrebbe finalmente una crescita economica più robusta (85%), ma sa anche che non potrà essere così. Il 60% teme invece che lo spread torni ad impennarsi. Approvata la manovra di bilancio che ha fortunatamente scongiurato le clausole Iva, le prospettive per il 2020 sono di una lievissima accelerazione della crescita, che si attesterebbe su un ritmo prossimo (se non inferiore) al mezzo punto percentuale. I consumi, anche grazie al reddito di cittadinanza e alle attese misure sul cuneo fiscale potrebbero lievemente sovraperformare l’andamento del prodotto interno lordo, ma rimarrebbero comunque ampiamente inferiori al punto percentuale (la stima si attesta su un +0,4%). Si tratta, quindi, di una prospettiva di modestissima ripresa che rimane soggetta ai rischi di deterioramento incombenti sul quadro globale e, probabilmente, non avrà impatti percettibili sulla vita quotidiana degli italiani. La maggior parte dei quali prevede comunque di spendere di più nel nuovo anno. Al top delle spese obbligate e in aumento le bollette, il carburante e le spese per il trasporto e per i servizi sanitari. Oltre a quelle obbligate mantengono saldi positivi anche le spese per l’alimentazione, per i viaggi e ancora la cura personale.



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