Tornando da Valencia (Eurobrico)
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A prima vista la visita ad Eurobrico, la Fiera Internazionale del Bricolage, che ha tenuto la 9° edizione a Valencia, può lasciare un po’ perplessi. L’affluenza è continua ma, non c’è calca, non c’è la kermesse che uno si aspetta e, gli unici momenti di grande concentrazione di persone è data dalle scolaresche che – sì, avete capito bene, proprio scolaresche e una volta si faceva anche da noi – vengono portate in visita alla manifestazione.
Nella realtà una manifestazione come Eurobrico è in grado di dare – a noi italiani – più di uno spunto di riflessione. Intanto è lo specchio di una situazione, quella spagnola, molto favorevole per il mercato dell’home improvement che, secondo le dichiarazioni di Fernando Colorado, Gerente dell’ADFB (Asociacion de Distribudores de Ferreteria y Bricolage) dovrebbe attestarsi, per fine 2016, vicino ad un +9%. Una percentuale molto positiva che, pur se ridimensionata dal recupero della flessione registrata negli anni di crisi, si andrebbe a consolidare intorno ad un +5% di crescita reale.
Lo stato di positivo ottimismo si riflette sulla manifestazione, che ha visto aumentare il numero degli espositori del 10% (quest’anno 400) e quello dei visitatori che, secondo le stime, dovrebbe essersi chiuso con un incremento del 15%. Non ultimo i commenti che ho raccolto circa l’efficacia commerciale della manifestazione sono, nella maggior parte dei casi, stati positivi.
Per César Navarro, presidente de AFEB, Asociación Fabricantes de Bricolaje y Ferretería “ questa edizione è stata marcata da un fermento commerciale rispetto alle scorse edizioni”. Inoltre, “si respirava ottimismo e voglia di fare, anche a breve termine. Una situazione in grado di porre il mercato spagnolo all’attenzione dell’Europa e la manifestazione come evento internazionale”.
Il commento della “controparte”, la distribuzione, è arrivato da Guillermo Leal, consigliere delegato di ATB Centros de Bricolaje e presidente di ADFB, Asociación de Distribuidores de Ferretería y Bricolaje. Secondo a sua dichiarazione “Eurobrico 2016 è stata un’edizione intensa dove si è concentrato l’80% di ciò che serve alle insegne e definendola una fiera di “canale”.
Il secondo spunto di riflessione è che Eurobrico è una manifestazione che si rivolge alla moderna distribuzione e, all’interno di questa definizione, non ci sono sole le insegne del bricolage, ma anche il dettaglio tradizionale – le ferramenta – che, in Spagna, si ritrovano, molto frequentemente, riunite in cooperative. E queste realtà in fiera vengono e partecipano, un sogno rispetto alla grande fatica che si fa, in Italia, a far muovere la distribuzione. Vero è che ad Eurobrico le associazione dei produttori e della distribuzione sono fortemente coinvolte, ma poi sappiamo che è sempre la volontà à dei singoli ad incidere in modo significativo.
Non solo, alcune erano presenti come espositori (e fin qui niente di speciale) e, con altre l’organizzazione ha realizzato dei laboratori – Leroy Merlin e Briconatur – rivolti ad operatori ma anche a studenti e bambini. L’ho trovato un interessante tentativo per coinvolgere le nuove generazioni e avvicinarle alla pratica del bricolage.
Gli eventi collaterali. Organizzati dall’AFDB, li definirei presenti ma non “ingombranti”, nel senso di penalizzanti nei confronti dell’esposizione, o viceversa. Appuntamenti di breve durata (30 o 45 minuti al massimo) su tematiche diverse, dalle più classiche a quelle di maggiore tendenza (dati di mercato, consumatore, digitalizzazione, omnicanalità), con affluenza costante e numerosa.
Infine, le persone (espositori e visitatori). Eurobrico è una manifestazione rivolta all’operatore, figura che, in Italia, quanto meno nel nostro settore, è per lo più maschile, con un’età media piuttosto elevata. A Valencia, al contrario c’è veramente di tutto e i giovani e le donne sono numerosi. Non nego che la cosa mi abbia colpito, soprattutto vederli sul palco in qualità di relatori; alcuni davvero molto giovani, ma con grande entusiasmo e determinazione.
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