Ritratti: Andrea Majrone, 1 milione di km in moto
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Andrea Majrone è titolare, insieme alla moglie Liliana ed il cognato Giorgio Provera di 6 negozi del Consorzio Brico OK, tutti ubicati in Piemonte. Dopo la laurea in Economia e Commercio alla Bocconi, con indirizzo in economia aziendale, nel 1989, e un periodo quasi decennale in Telecom (allora ancora SIP), intraprende la via del bricolage entrando in contatto con un gruppo d’imprenditori (Pirazzi, Chiapasco, Guercio, ecc) che stava pensando di costituire un Consorzio che non fosse solo un gruppo d’acquisto, ma un gruppo di vendita, con insegne uguali, stessi fornitori, stessi volantini ecc. ecc..
E’ il 1998. Majrone decide il grande passo, si licenzia e investe tutti i risparmi nell’azienda Provera che, all’epoca contava due punti vendita a Vercelli e fatturava circa 1.500.000 euro. “Una scelta innanzitutto di cuore – racconta Majrone – ed un nuovo stimolo professionale, in un mondo completamente nuovo per me, sia per l’area commerciale che non conoscevo, che per la tipologia merceologica”.
Successivamente vengono aperti i 2.500 mq di Bollegno (2000), i 2.000 mq di Masserano (2003) e i 1.500 di Canelli. Successivamente nel 2006 viene aperto Valperga (2000 metri circa) e, nel 2012, Alba (3000 metri), il punto vendita più grande. Uno sviluppo, come afferma Majorone, di tipo “sostenibile”, una politica dei “piccoli passi”che ha portato a sviluppare un fatturato 10 volte superiore a quello da cui siamo partiti e ad un numero di dipendenti di circa 80 unità.
Punto di forza, il rapporto con il personale, perché ” non basta fidelizzare solo i clienti. Occorre fidelizzare in primo luogo i collaboratori riducendo il turn over al fisiologico. La nostra politica d’incentivazione ha portato, come risultato, alla costruzione di una squadra affiatata, ricca di esperienza e valori professionali. E’ questo l’aspetto di cui vado più fiero, quando ripenso alle cose buone fatte in questi quasi vent’anni di Brico Ok, è a questo aspetto che dobbiamo parte del nostro piccolo successo”.
“Dato che amo il motociclismo – continua Andrea Majrone – delle mie filiali dico che Alba e Bollengo corrono in Moto GP, Valperga e Vercelli in Moto 2 mentre Canelli e Masserano in Moto 3. Sono tutte competitive nei rispettivi campionati e sono orgoglioso della nostra squadra corse”.
Un milione di km……
Una passione, quella per le moto, sempre presente, che ha inizio con la mitica Vespa 50 cc. e che a 16 anni lascia il posto ad una Benelli 125 bicilindrica. “Che emozione la prima volta che ho superato i 100 all’ora!!! E quanti Km. con quella 125….
“Erano tempi d’oro. Il casco non era obbligatorio, non c’erano gli autovelox e i poliziotti, al massimo, ti tiravano le orecchie. Fu forse in quella occasione che capii che la moto era molto più di un semplice mezzo di trasporto, perchè era capace di liberare la mente e di favorire la meditazione durante la guida. Penso che mai come in quegli anni si raggiungesse lo spirito che ben viene illustrato nel film cult “Easy Rider”: nessun pensiero, nessun appuntamento, nulla da fare se non Km”.
La meta era la strada, con i suoi splendori, le sue sorprese. Quanta leggerezza nell’animo… Fino al primo incidente: una macchina lo falciò nei pressi di Gallarate e la Benelli ne uscì malissimo (il pilota per fortuna non si fece quasi nulla…). Occorreva cambiare mezzo…
L’occasione fu una Suzuky 400 monocilindrica Chopper acquistata usata che, cavalcando la passione dell’epoca per il Punk Rock e l’Heavy Metal, conduce il nostro, in compagnie di un amico, direttamente a Londra e successivamente in Scozia. Oltre 5.000 Km in un mese abbondante.
Ma siamo nella prima metà degli anni Ottanta ed è l’epoca di primi enduro, delle monocilindriche 500/600 cc., potenti ed in grado di affrontare ogni tipo di passaggio. Così, Andrea Majrone se ne lascia affascinare e, venduta la Suzuki Custom, passa ad una Yamaha XT 550 enduro.
“Siccome la moto si prestava alla strada quanto allo sterrato, nell’estate 1983 feci uno dei viaggi in moto più belli della mia vita: Marocco via terra! Eravamo 4 ragazzi con tre moto (io caricavo l’amico che era venuto in Inghilterra l’anno prima) ed è stata un’esperienza indimenticabile. Il Marocco allora era parecchio selvaggio e non proprio turistico, fatta eccezione per la costa. Ma ovviamente a noi interessava il deserto e così via verso le dune rosse di Merzuga”…… in circa una quarantina di giorni quasi 8.000 Km….
Seguirono tante altre moto, sempre Giapponesi e sempre da enduro (Yamaha XT 600, Honda XL 600, Yamaha Supertenerè 750, Honda XLV 750 ecc. ecc.) e tanti altri viaggi in Europa. Erano i tempi gloriosi della gara Mataton Rally Parigi-Dakar (quella vera, che si correva in Africa ed alla quale partecipavano squadre corse ufficiali come piloti privati, il cui obiettivo era arrivare alla fine della massacrante maratona in sterrato).
“Il fascino dei Rally africani ed un paio di amici che facevano gare di cross, regolarità e motorally mi avvicinarono al mondo delle corse, quando ero ancora all’università (1986 a seguire). Capii subito due cose: non avevo nessun particolare talento e mai sarei riuscito ad essere un campione; mi divertivo da matti a correre e qualche soddisfazione comunque riuscivo a prendermela. E poi occorrevano tanti sacrifici sia in termini economici che di allenamento”.
Inizia in quegli anni la “carriera” di pilota con licenza FMI; carriera che lo porta, per 5 anni a partecipare al campionato Italiano di Moto Rally, agli interregionali di regolarità ed ai regionali di motocross. Due le tipologie di moto possedute in quel periodo: una per le gare ed una per i viaggi. Vennero così la Yamaha TT 600, la 350 (più facile da guidare), la Honda XR 600 e la KTM 350 2 tempi “una vera belva priva di senso”.
Per gli allenamenti e le gare sulle piste da cross le moto utilizzate erano 250 2 tempi da gara, senza targa e fanali (una Yamaha prima ed una Honda dopo). Quanto mi sono divertito con i compagni d’avventura e di squadra e quante volte sono tornato a casa livido per le cadute, ma sempre senza gravi conseguenze. Erano tempi d’oro!
La carriera e il matrimonio con Liliana hanno spinto Andrea Majrone ad abbandonare l’attività agonistica. Ma non i viaggi…C’è stata la Yugoslavia, con una Yamaha Supertenerè 750 e, solo per citare i più importanti, la California, l’Arizona, lo Utah e il Nevada affittando una Harley Road King a Los Angeles; l’Oman con una BMW, l’Irlanda on un’Harley del 1999, che ha 150.000 Km., il Marocco per il trentennale dopo il mio primo viaggio del 1983 per un totale di 5.000 Km.
Con un BMW GS 1200, la moto che ha in società con la moglie Liliana e che usano per i viaggi “in famiglia”, si annovera la Francia, la Spagna del Nord la Grecia continentale e isole, Sardegna, Sicilia ed Italia del Sud, la Svizzera con i grandi passi Alpini e i Canyon della Provenza…a settembre il Portogallo.
Attualmente il parco moto di Andrea Majrone è composto da: una Harley Davidson Dyna Low Riders anno 1999, 1.600 cc. grazie ad un KIT di maggiorazione della cilindrata originale di 1.450 cc., con 150.000 Km., utilizzata per gli spostamenti quotidiani, per lavoro, e per il raid annuale; una Ducati 1198 da pista anno 2012, con KIT racing Ducati, cilindrata 1.200 cc., con Km. 12.000 (di cui 10.000 di pista); una BMW R 1200 GS Adventure 2015, con Km. 30.000. per i viaggi in famiglia; una BMW S1000R, anno 2017, Km. 11.500, 4 cilindri derivata dalla moto da corsa ma omologata per la strada. E’ una naked molto divertente e potente (165 hp), per viaggiare da solo e con gli amici. L’aspetto agonistico-amatoriale è stato soddisfatto rispettivamente con una Ducati Monster S4RS, una Ducati 1198 con sponsor Brico Ok che sta per lasciare il posto ad una Ducati Panigale V4. L’ultima moto – così come sarà scritto sulle carene – dato che al compimento del 60esimo anno Andrea Majrone smetterà con le piste e le corse, rimanendo solo spettatore.
Grande Andrea! quanti ricordi, tutti piacevoli