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Fraschetti: “Forse la ripresa c’è. Siamo ottimisti”

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La testimonianza di Franco Fraschetti sui problemi dell’ingrosso con il coronavirus. Più che una classica intervista è una lunga chiacchierata con un amico.

La nostra conoscenza risale quasi a 40 anni fa, quando ero direttore marketing alla Stanley e Fraschetti un ottimo cliente.

Ho sempre ammirato e condiviso con Franco l’amore per la famiglia, per l’azienda (che è un’altra famiglia), la passione per il lavoro e la creatività. Ma veniamo al problema….
E’ stato un grandissimo choc, che non abbiamo realizzato immediatamente. Tutta l’attenzione era rivolta alla diffusione in Cina, la Cina colpevole….un problema loro. Solo dopo abbiamo capito quanto questo fenomeno fosse grave, esteso e purtroppo prolungato nel tempo. Abbiamo reagito prendendo tutte le misure imposte dalle normative per la sicurezza dei nostri dipendenti pensando ad un periodo passeggero. Poi il caos del DPCM che considerava essenziale il canale Ferramenta, tanto quanto alimentari e farmacie, ma non prevedeva che l’Ingrosso fosse compreso nella filiera distributiva. Un tipico esempio di cecità politica per cui apri un negozio “essenziale”, ma gli neghi i rifornimenti. Una contraddizione assurda, degna di ‘’Striscia la notizia’’!!!

La scoperta dei codici Ateco…
Si, vero. Tutti scopriamo i “maledetti” codici ATECO: se nell’elenco hai compreso la vendita di fitofarmaci e materiale per agricoltura puoi operare vendendo anche utensili e tutto il catalogo….In caso contrario bloccati. Per questo ci siamo confrontati ed accordati con altri grossisti ed abbiamo concordemente chiuso l’attività per 2 settimane, in attesa che il Governo si ravvedesse. Abbiamo avuto ed abbiamo colto nei dipendenti una grande paura per la salute e il rischio di contagio. Questo periodo di chiusura ci è servito per predisporre ancor meglio l’attività in azienda, con una cura maniacale e disposizioni rigide sul distanziamento, posizionando disinfettanti su ogni scrivania ed un accurato piano di sanificazione.

Ripercussioni sulle vendite?
Possiamo dire che 2 mesi del 2020 ne valgono 1 del 2019

Avete fatto ricorso ad ammortizzatori sociali?
Ti confesso che per la prima volta in 150 anni di attività abbiamo dovuto introdurre la Cassa Integrazione, a turnazione, non full time e fortunatamente per sole 2 settimane

Hai riscontrato cambiamenti nelle vendite?
Sulle merceologie c’è stato uno stravolgimento del mix. Al di là dei prodotti di protezione ed igienizzanti classici, abbiamo avuto un boom di vendite ad esempio su termometri digitali ad infrarossi, dispenser automatici e copri scarpe. E sono cambiati gli stili di vita e le esigenze. L’imposizione di una vita in casa e la prospettiva di vacanze “lontane” ha incrementato la vendita di BBQ, piscine e giochi per bambini in una stagione atipica. Mai venduti così tanti BBQ ad Aprile! Senza poter spendere in abbigliamento, calzature, viaggi, cinema e ristoranti, chi ha potuto, ha selezionato altri acquisti. Permetti un accenno a quanto accaduto sul mercato per i prodotti igienizzanti e di protezione.

Certamente. Cosa è successo?
Il caos più assoluto, corsa ad accaparramento, prezzi alle stelle. Tutti hanno parlato e parlano di mascherine, ma mai di guanti! Il Governo si è affidato, senza esperienza ad acquisti massicci. Comprensibile data l’assoluta necessità, ma questo ha dato il via alla comparsa di fornitori improvvisati e purtroppo anche truffaldini, con merci bloccate nei porti ed aeroporti, certificazioni mancanti.

Problemi nelle forniture?
Abbiamo sofferto moltissimo a febbraio con le importazioni dalla Cina. Qui la situazione è migliorata da metà marzo e da aprile direi tornata alla normalità. Per i fornitori Italiani, quasi tutti ubicati nel Nord, nelle zone più colpite, le aziende sono rimaste chiuse e stanno riaprendo solo ora, per cui in generale abbiamo dato fondo ai nostri stock, per dar seguito agli ordini. Il calo delle vendite, il ricorso agli stock, e le forniture che siamo riusciti ad ottenere ci hanno garantito un buon servizio, in un periodo realmente complicato.

Nota per finire sui i pagamenti
Beh, una nota “amara”. Una pioggia di insoluti, attesa, ma non di queste proporzioni!

I negozi?
Per quanto riguarda i negozi, a parte la chiusura concertata con l’affiliante Brico io, abbiamo una novità da comunicare che è la cessione di 5 punti vendita all’insegna. Si tratta dei negozi di Amaro, Pieve di Cadore, Loreto, Sulmona e Tolentino. Per i primi quattro l’accordo, che prevede l’affitto per tre anni con opzione d’acquisto, è stato definito a fine febbraio, mentre per Tolentino il perfezionamento del passaggio avverrà il 13 maggio prossimo.

Chiudiamo con una nota di ottimismo?
Da metà aprile sembra che sia rifiorito il mercato. Non voglio dirlo troppo forte, ma forse c’è una ripresa. Siamo fiduciosi ed ottimisti!

Franco Fraschetti

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