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Materie prime. Riapriranno le miniere in italia?

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Continua il nostro “ Ossevatorio”, anche se ormai non fanno più notizia gli appelli per trovare una soluzione al continuo aumento delle materie prime ed alla scarsità delle stesse. Perché anche il “costi quel che costi” ha limiti oggettivi se il materiale non è reperibile.

Oltre alle note materie prime come quelle plastiche e l’acciaio, ora ci sono tante case automobilistiche in difficoltà per mancanza di chip, come tutti gli altri produttori che hanno un utilizzo sempre maggiore di componenti elettronici come elettrodomestici, computer, videogiochi ecc.

Circa il 90% dei semiconduttori viene prodotto in Asia, con Taiwan e Corea del Sud assolutamente dominanti sulla scena mondiale.

La TMSC, azienda taiwanese maggiore produttore al mondo, pur aumentando considerevolmente la produzione non riesce a soddisfare le esigenze e si preannunciano ancora aumenti del 20% in questo mercato.

Dell’ultima ora il colpo di stato militare in Guinea. Penserete “Cosa c’entra questo sconosciuto angolo africano?”

Questo Paese detiene il 25% della produzione mondiale di bauxite, base per la produzione di alluminio. Immediatamente c’è stato un aumento dei prezzi al London Metal Exchange, punto di riferimento dei minerali e metalli.  Un effetto probabilmente limitato, ma l’ennesimo elemento di turbativa.

Altro aspetto invece positivo, anche se paradossale, è la possibile riapertura, in Italia di alcune miniere dismesse. I prezzi dei minerali sono talmente lievitati da rendere ora competitiva l’estrazione.

La Comunità Europea è ferma alla RAW Material Initiative del 2008 (!!!) che dovrebbe incentivare maggiormente l’attività mineraria in Europa, pur con tutte le salvaguardie in tema di ecologia, per ridurre la fortissima dipendenza di cui soffriamo.

Ultimo aspetto riguarda un’analisi dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) che evidenzia come gli aumenti stanno mettendo a rischio tutti gli investimenti dei piani legati al Recovery Fund (vedi bonus 110%, infissi, tetti, facciate)

L’augurio di tutti è che questo momento di “boom” rallenti e che si torni a quotazioni ragionevoli ed a una normale disponibilità dei beni necessari alla produzione.

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