L’eCommerce frena l’inflazione nel brico e garden
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E’ quanto emerge dall’indagine realizzata da The European House – Ambrosetti, in collaborazione con Amazon, per valutare l’andamento dei prezzi generali e del commercio online in Italia.
Sono state in particolare nove le categorie merceologiche di largo consumo che hanno particolarmente beneficiato della stabilità dei prezzi on-line, tra queste citiamo ad esempio il fai da te, salute e cura della persona, grandi elettrodomestici, giardino e giardinaggio, giochi e giocattoli.
La survey rivolta ad oltre 1.500 cittadini italiani ha evidenziato il ruolo sociale del commercio digitale, così come dichiarato da Lorenzo Tavazzi, Partner, The European House – Ambrosetti.
” Se nel primo Studio, in un contesto di elevata inflazione, 6 italiani su 10 hanno dichiarato che l’e-commerce abbia permesso loro di aumentare o mantenere invariato il proprio potere di acquisto, con questo secondo Studio abbiamo analizzato e verificato statisticamente queste evidenze”.
In tal senso è stato realizzato il primo database – oltre 1 milione di rilevazioni di prezzi on-line su 23 mila prodotti – in Italia per analizzare come i prezzi dei beni venduti tramite i siti di e- commerce evolvano nel tempo rispetto al livello generale dei prezzi del paniere Istat.
“Da qui – prosegue Tavazzi – abbiamo scoperto che in Italia i prezzi on-line si sono dimostrati più stabili anche in periodi caratterizzati da alta inflazione, sostenendo quasi 40 miliardi di euro di consumi negli ultimi 3 anni. Inoltre, il modello econometrico ha dimostrato statisticamente che in Italia all’aumentare della diffusione dell’e-commerce (un punto percentuale), l’inflazione diminuisce (-0,02 punti) e i consumi aumentano (+845 milioni di euro), confermando il ruolo socioeconomico del commercio elettronico nel Paese”.
Una prima analisi ha riguardato le percezioni dei cittadini italiani in relazione a e- commerce e potere di acquisto. Un’analisi che si inserisce in un contesto di forte pressione inflattiva nel 2022 (con picchi fino a quasi il 12%), di riduzione del reddito disponibile (in particolare per le famiglie meno abbienti) e crescita della povertà assoluta (+300 mila famiglie rispetto al 2021).
Da questa indagine risulta che l’incremento dei prezzi e del costo della vita è il problema maggiormente sentito per 7 italiani su 10 e che l’e-commerce ha permesso a 6 italiani su 10 di aumentare o mantenere invariato il proprio potere di acquisto nell’ultimo anno. Non è però solo una questione di prezzi: secondo gli italiani, il canale online offre una maggiore reperibilità (65,0%) e una maggiore ampiezza dell’offerta sia in termini di numero che di varietà dei prodotti (78,2%).
Attraverso un modello econometrico, lo Studio ha poi calcolato la relazione statistica tra la diffusione dell’e-commerce in Italia e l’andamento dell’inflazione, dimostrando che, nel Paese, all’aumentare di 1 punto percentuale della diffusione del commercio elettronico, l’inflazione diminuisce di 0,02 punti. Pertanto, se non ci fosse stato l’effetto della diffusione dell’e-commerce, negli ultimi 6 anni l’inflazione sarebbe stata in media il 5% più alta. Inoltre, mitigando la riduzione del potere di acquisto e del reddito disponibile, la diffusione del commercio digitale ha abilitato circa 1 miliardo di euro di ricchezza disponibile per le famiglie italiane tra il 2020 e il 2022.
Infine, una domanda posta al campione riguardava il negozio fisico, ovvero se l’eCommerce ha, in questi anni, influenzato positivamente il negozio fisico in termini di ampliamento dell’offerta e dei servizi pre e post vendita. Ben oltre il 48% ha risposto negativamente e quasi il 27% non ha saputo dare un giudizio. Del quasi 25% che da fornito una risposta positiva, si evidenza – in ordine d’importanza – soprattutto il fattore contenimento prezzi, una maggiore facilità di accesso a informazioni su sconti e promozioni e migliore qualità del servizio di assistenza. Seguono assortimento, qualità dei servizi post vendita e una migliore esperienza d’acquisto.
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