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Il mercato dei macchinari usati resiste al momento di incertezza economica

macchinari di fabbrica nel 2024

Il 2023 è stato un anno difficile per diversi motivi, riconducibili alla guerra in Ucraina, entrata nel secondo anno, ai costi energetici elevati e all’inflazione. Tutti motivi che hanno originato una profonda incertezza sui mercati.

Eppure, anzi forse proprio a causa di un contesto così complicato, il 2023 ha fatto registrare una costante stabilità del commercio di macchinari usati, un segmento di mercato che si è dimostrato sorprendentemente resiliente.

“In particolare, a seguito della pandemia da Covid-19, questo settore ha registrato un boom – afferma Ghislaine Duijmelings, uno degli amministratori delegati di Surplex (casa d’asta europea specializzata nella compravendita di macchinari e attrezzature di fabbrica usati) -. Rispetto al 2022, sulla nostra piattaforma abbiamo registrato quasi il 10% in più di aste riguardanti macchinari usati e abbiamo quindi venduto un maggior numero di impianti e attrezzature. Sono molte le ragioni che hanno portato a questo risultato nel 2023, ma soprattutto è stata la nostra stabilità dei prezzi, nonostante gli elevati costi energetici e l’inflazione, a giocare un ruolo importante”.

Il 2023, l’anno dell’energia

Il 2023 è stato caratterizzato dalla transizione energetica, decisa a suo tempo dal Green Deal europeo nel 2019 e notevolmente accelerata dalla guerra in Ucraina. A inizio anno, i costi energetici elevati e le preoccupazioni per la scarsità di energia hanno avuto la meglio.

I governi europei hanno risposto con sussidi, tagli fiscali e riforme volte a stabilizzare il mercato. In questo modo, il picco dei prezzi dell’energia è stato superato già alla fine del 2022.

La tendenza al calo dei prezzi è proseguita nel 2023. Nondimeno, l’elevato livello dei prezzi è rimasto una sfida sia per i consumatori che per l’industria. Le previsioni sono comunque buone: per il 2024 vi sono segnali di un significativo miglioramento.

“L’impatto dei prezzi dell’energia è emerso anche dalle nostre indagini condotte fra i clienti – spiega Duijmelings -. All’inizio del 2023, quasi un terzo dei nostri clienti indicava ancora i prezzi elevati dell’energia come l’onere maggiore per la propria azienda. Un mutamento in termini di priorità è divenuto evidente durante l’estate: In un sondaggio successivo, i rincari dell’energia sono passati al terzo posto, mentre la carenza di manodopera qualificata e l’inflazione sono stati percepiti come problemi più urgenti”.

Stabilità dei prezzi nel mercato dei macchinari usati

Per quanto riguarda l’inflazione, il peggio sembra essere passato. Questo è dovuto al fatto che l’inflazione nel 2022/23 è stata causata principalmente dagli elevati costi dell’energia.

Dopo aver raggiunto un picco nell’ottobre 2022, il tasso d’inflazione nell’Unione Europea è sceso costantemente al 3,6% (ottobre). L’Eurozona sta andando anche meglio. Il suo tasso di inflazione a novembre è stato appena del 2,4%.

“Anche nel 2023 – prosegue Duijmelings -, le macchine usate non sono state praticamente interessate dall’aumento dei prezzi. Rispetto all’anno precedente, i prezzi su Surplex.com sono aumentati in media solo dello 0,5%”. Questo piccolo aumento è in netto contrasto con gli aumenti di prezzo legati all’inflazione registrati da molti altri prodotti. Il prezzo di una macchina usata dipende principalmente da fattori quali la tipologia, il produttore, lo stato di conservazione, la domanda e la disponibilità. Al contrario, i prezzi delle macchine nuove sono condizionati prevalentemente dall’aumento dei costi dei materiali e dell’energia”.

L’economia nel 2023: crescita o recessione?

Per contrastare l’inflazione elevata, la Banca Centrale Europea (BCE) ha aumentato gradualmente il tasso di interesse di riferimento nel 2023. I maggiori costi di capitale frenano la propensione agli investimenti. Chi ha investito lo ha fatto in modo vantaggioso dal punto di vista economico: un altro punto a favore del mercato dei macchinari usati perché le macchine usate sono più economiche rispetto a quelle nuove.

Un’altra buona notizia nel 2023: quest’anno la pandemia da Covid-19 è stata ufficialmente dichiarata conclusa. Il 5 maggio 2023, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha revocato l’emergenza sanitaria globale in vigore dal 30 gennaio 2020, 1.251 giorni dopo il primo caso ufficialmente conclamato di Covid-19. Sebbene il Covid abbia provocato interruzioni in particolare nelle catene di approvvigionamento, i colli di bottiglia nelle forniture non sono più così frequenti. Il picco è stato raggiunto alla fine del 2021, quando oltre l’80% delle aziende ha lamentato la carenza di materiali.

Attualmente, solo un’azienda su sei del settore manifatturiero segnala problemi relativi alle consegne. Questo ha reso possibile l’elaborazione dell’intero portafoglio ordini nel 2023.

Tuttavia, la concomitanza tra la carenza di investimenti e la contrazione degli ordini sta avendo un impatto negativo sulla produzione e sulle vendite. Nel complesso, per quest’anno la Commissione UE prevede per l’Eurozona ancora una crescita del PIL dello 0,8%. Si prevede addirittura che la Germania vivrà un periodo di recessione con una contrazione dello 0,4% della sua economia – probabilmente l’unica grande nazione industrializzata a farlo.

Prospettive 2024

Grazie all’aumento dei consumi privati, all’aumento dei salari e alla stabilità del mercato del lavoro, la situazione economica europea dovrebbe migliorare in modo significativo nel 2024.

Questa situazione si riflette anche nei sondaggi tra i clienti di Surplex: all’inizio dell’anno, le aziende erano riluttanti a investire in macchinari. Oggi invece, stando all’ultimo sondaggio, hanno in programma di investire maggiormente in questo settore. Questo cambiamento denota una crescente fiducia nella stabilità economica.

Nonostante la piega positiva, per il 2024 si prevede un leggero aumento delle insolvenze. Le aziende più piccole e il settore edilizio sono quelli che saranno particolarmente colpiti.

In generale, comunque, non è attesa un’ondata di insolvenze ad un livello allarmante per l’economia nel suo complesso. Si tratterà più che altro di una normalizzazione in seguito alla cessazione degli aiuti statali.

Sul fronte del mercato dei macchinari usati, Ghislaine Duijmelings conclude sottolineando come “un maggior numero di insolvenze nel 2024 si traduce anche in una maggiore offerta di macchine e sistemi sul mercato dei macchinari usati. Questo potrebbe portare a un leggero calo dei valori dei prezzi battuti all’asta, offrendo ai compratori ulteriori interessanti opportunità di investimento e garantendo la dinamicità del mercato”.

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