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La gestione dei residui vegetali

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Redazione

Quanto può essere rilevante ed una opportunità gestire i residui vegetali, pubblici e privati, come sottoprodotto, valorizzandoli, anche nell’ottica dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale?

Queste e altre considerazioni sono state protagoniste del GreenWebinar “La gestione dei residui vegetali derivanti dalla manutenzione del verde urbano, pubblico e privato” organizzato da Assofloro e tenutosi lo scorso 10 marzo.

A presentare l’incontro Andrea Pellegatta, vicepresidente Assofloro e presidente della Società Italiana di Arboricoltura (SIA), che insieme a Nada Forbici presidente Assofloro, al Prof. Stefano Masini (responsabile dell’Area Ambiente e Territorio presso la Confederazione Nazionale Coldiretti), ad Alessandra Stefani (direttore della Direzione Generale delle Foreste, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo), a Paolo Moizi (colonello Regione Carabinieri Forestali Lombardia), a Mario Carminati (dottore Agronomo) e a Paolo Viganò (presidente Rete Clima), hanno fatto chiarezza sulla gestione del materiale di risulta della manutenzione del verde pubblico e privato: non necessariamente un rifiuto da smaltire ma anche e soprattutto risorsa importante che le aziende possono valorizzare e riutilizzare.

Come ha sottolineato la presidente Nada Forbici, Assofloro segue da tempo l’evoluzione delle norme relative ai residui derivanti dalla cura del verde, cercando di fare chiarezza ed individuando strumenti per una corretta applicazione. I relatori intervenuti hanno messo in evidenza, in base ai loro ruoli ed esperienze, quanto possa risultare rilevante ed una opportunità gestire i residui vegetali come sottoprodotto, valorizzandoli, anche nell’ottica dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale. Perché siamo arrivati a un punto dove, come ha ribadito Alessandra Stefani, “dobbiamo restituire al pianeta cosa abbiamo preso”. E chi, come gli imprenditori agricoli e gli artigiani, si rapporta con l’ambiente quotidianamente, sa bene “a cosa siamo arrivati a causa dello sfruttamento eccessivo del pianeta”. Il riferimento è ai cambiamenti climatici con tutte le conseguenze economiche, sociali ed ambientali.

Attraverso l’analisi normativa del d.lgs n. 116/2020, il Prof. Stefano Masini ha evidenziato quando i residui derivanti da sfalci e potature rappresentano un rifiuto urbano e quando diventano sottoprodotto, sia per le aziende agricole che per quelle artigiane, indipendentemente che il contesto sia pubblico o privato. Nella sostanza, se si tratta di una risulta non pulita, inquinata da altri materiali, come ad esempio può essere lo sfalcio del ciglio stradale, allora si deve parlare di rifiuto e la gestione deve avvenire seguendo la prassi dello smaltimento dei rifiuti. Se si tratta di materiale vegetale pulito, esente da qualsiasi altro materiale, allora può essere considerato sottoprodotto.

Come evidenziato dal Colonnello dei Carabinieri Forestali Paolo Moizi, sia nel caso in cui si tratti di rifiuto sia nel caso di sottoprodotto, un aspetto fondamentale è quello della tracciabilità, che deve essere sempre garantita. Per i sottoprodotti Assofloro ha realizzato, per le proprie aziende associate, dei modelli ad hoc.

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