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MADE4DIY, da quel giugno 2013…




Il prossimo 12 dicembre si terrà il 3° Forum Nazionale MADE4DIY, il Consorzio italiano dei produttori di articoli per il Fai da te e il giardinaggio. In estrema sintesi, l’unica aggregazione di canale del nostro settore.

Per chi non lo conoscesse, il consorzio è nato nel giugno del 2013 – presentato a Roma, in occasione del Global DIY Global Summit – e subito entrato a fra parte di fedyma, l’associazione europea dei produttori DIY che, insieme ad EDRA (l’associazione europea dei distributori di prodotti DIY), organizza il Global Summit e rappresenta il punto di riferimento della produzione di settore.

Un passo importante, quello del Consorzio, che l’ha portato a passare dai 6 consorziati iniziali agli attuali 27 (dovrebbero salire a 28 entro la fine dell’anno), con obiettivi di crescita importanti e non solo in termini di numero di aderenti.

L’incontro con Michele Zucca, presidente di MADE4DIY, insieme a Ivan Bartolucci, general manager e Luca Gaudenzi, pr e marketing manager, all’indomani del Forum, per capirne obiettivi, finalità e progetti.

L’intervista

2013-2016, un periodo di intenso lavoro che vi ha portato agli attuali 27 consorziati. In che modo?
Non neghiamo l’impegno e il lavoro da parte nostra, ma i tempi sono più che mai maturi. Oggi stare e fare da soli è diventato molto complicato, anche per gli individualisti più convinti; inoltre l’aumentato flusso delle informazioni la loro circolazione, fa sì che sempre di più le aziende si rendano conto che l’aggregazione è possibile e funziona, a patto di “usarla” nel modo corretto.

In che modo?
Il punto di partenza è la mentalità e capire che il mondo sta cambiando. Può essere una delle solite frasi fatte, ma vorremmo sottolineare che è proprio così e, questo, impone un cambiamento anche nei comportamenti di carattere professionale. E’ necessario collaborare, agire in prima persona e, soprattutto, creare contatti e relazioni anche con altre realtà. Le fasi economiche che stiamo vivendo non sono facili, il mercato si è ristretto, ed è necessario avere le giuste competenze.

Possiamo essere più precisi?
Il modello di business delle aziende manifatturiere prevede, mediamente, sede centrale, agenti, filiali, ecc, ma non è detto che tra cinque anni sarà ancora così. Occorre capire quali sono le nuove vie dove oggi e, soprattutto, domani passerà il commercio e le intenzioni delle persone. Attualmente queste passano sempre più da uno smartphone, ma domani?

L’Italia è il Paese delle associazioni che nascono e muoiono nel giro di pochissimo tempo. E il nostro settore non ha fatto, finora, differenza. Ne siete consapevoli?
Si, certo e, con la costituzione del consorzio, abbiamo cercato di smussare quelle asperità che avrebbero potuto creare ostacoli alla crescita di MADE4DIY. Non a caso, abbiamo utilizzato una forma giuridica, il consorzio, che poteva consentirci una selezione d’ingresso, per creare quello zoccolo duro di aziende fortemente motivate.

E’ tutta una questione di mentalità

Quali sono i criteri di selezione?
Devono essere aziende con una mentalità in linea con le intenzioni e gli obiettivi del consorzio, insomma devono essere sulla stessa lunghezza d’onda, avere la stessa visione. E poi, esistono criteri di carattere pratico come quello di evitare la concorrenza diretta . Vanno bene i prodotti complementari, ma non in sovrapposizione. La questione è molto delicata e, va detto, che il veto sulla concorrenza diretta è stato importante, all’inizio. Tuttavia, se tutto procederà, come nelle nostre intenzioni, questo empasse verrà superato in modo fisiologico, perché le opportunità si moltiplicano e il confronto tra concorrenti diventerà sempre più vantaggioso, per tutti. Infine, avevamo posto una restrizione di carattere territoriale; le aziende devono essere italiane o, straniere, con almeno un’unità produttiva. Tuttavia, visti gli stretti legami con fedyma, quest’ultimo sta diventando un po’ anacronistico, tant’è che esiste già una deroga per l’ingresso di un’azienda francese.

Ma il nodo principale sembra essere comunque legato ad un fattore culturale, di mentalità. Probabilmente la resistenza più importante
Si, vero, ma stiamo tutti vivendo un’urgenza che occorre assecondare, perché altrimenti ci si ritrova spiazzati nel medio e lungo termine. L’imprenditore tende a muoversi in maniera istintiva e professionale, ma c’è tutto un mondo di informazioni, conoscenze e abilità che è necessario portare in azienda, tramite networking e relazioni. Attenzione, non si tratta soltanto di una questione politica, è sostanziale. Nessuno può vivere con una visione autarchica, come attualmente pensano di poter fare gli inglesi – almeno apparentemente -, bisogna poter collaborare perché le difficoltà per rimanere competitivi nel mondo del commercio, oggi, sono quasi insormontabili. Il mercato si è ristretto e devi essere bravo a fare prodotti ma anche per tutto quello che gira intorno.

E’ una situazione molto italiana?
In particolare sì, perché riguarda un modo, una mentalità, tutta italiana, di fare impresa. Le aziende nazionali sono fortissime nella progettazione del prodotto e nel design, tant’è che sono fonti di eccellenza in almeno 10/15 campi, a livello mondiale. Se guardiamo al mondo del diy, sono molte le aziende italiane con produzioni eccellenti, ma sui mercati internazionali non sono così forti come le tedesche o le francesi. L’aggregazione, in questo senso, può essere un aiuto.

Perché?
Perché l’idea di base del Consorzio è quella di creare competenze per relazionarsi con il mondo, cercando di mettere a disposizione informazioni e strumenti di formazione, ma non è affatto semplice. Spesso l’imprenditore italiano è fortemente attratto dalla quotidianità, perché è coinvolto in tutte le fasi che contraddistinguono la vita della sua azienda. I nostri sforzi sono tesi a farlo uscire dall’azienda per affrontare qualcosa di nuovo, dandogli informazioni ed esperienze su nuovi canali di distribuzione e nuovi nodelli di fare business. Questo è il nostro obiettivo.

Spesso l’imprenditore cerca in un’associazione quei servizi che non ha all’interno della sua impresa. Mi riferisco ai servizi legali, diritto del lavoro o, addirittura, strutture commerciali vere e proprie. Facciamo chiarezza, MADE4DIY dà questo genere di supporti?
No, non è previsto, sarebbe un altro mestiere. Il Consorzio nasce con la finalità di creare opportunità di business e per fornire gli strumenti adeguati per affrontarle. Ma ciò non significa che basta pagare una quota per vedersi arrivare, comodamente dalla propria poltrona, ordini da tutto il mondo. No, l’attività di consorzio è fortemente partecipativa, di confronto e scambio, anche e soprattutto di esperienze. Un esempio significativo è il timore che ancora pervade le piccole e medie imprese nei confronti della grande distribuzione. Beninteso, è giusto avere paura, ma è proprio in questo caso che il Consorzio aiuta a creare le competenze, ti permette di attingere alle esperienze altrui e condividere, per capire punti di forza e di debolezza. Ovviamente questo succede anche a livello internazionale, grazie alle associazioni e allo scambio continuo tra loro. Ma è condizione indispensabile avere voglia di imparare, non si può parlare con il management di una grande insegna senza conoscerne le modalità o, peggio ancora, senza mai aver visitato un loro negozio.

Dall’Italia al mondo

Che tipo di accoglienza vi è stata riservata dalle altre associazioni aderenti a fedyma?
Tutte le altre associazioni ci hanno aiutato tantissimo, perché il vero scopo di fedyma è quello di supportare la nascita e l’avvio di nuove associazioni, nei loro Paesi d’appartenenza. Ralf Rahmede, general manager di fedyma e general manager della tedesca Herstellerverband Haus & Garten, ci ha aiutato in fase di start up e tutte le associazioni aderenti a fedyma hanno messo a disposizione i loro servizi, alle aziende italiane del consorzio. A titolo di esempio citiamo la partecipazione ad un Innovation Day organizzato da Betha (l’associazione inglese) con l’insegna B&Q, o la francese Unibal e l’accesso ai dati ufficiali del mercato del bricolage in Francia; associazione, quella francese,  che ha appena organizzato la propria assemblea generale. MADE4DIY è stato invitato a parteciparvi per spiegare il mercato italiano. In sede fedyma abbiamo 4 board all’anno ed è fondamentale creare relazioni positive.

Terminiamo con le attività del consorzio. Cosa è previsto per il 2017?
Proseguire con gli incontri formativi, con esperti di diverse categorie e settori, rivolti a migliorare le prestazioni d’azienda, su tematiche diverse. Tra queste la responsabilità sociale o la sostenibilità, che stanno diventando importanti, così come gli eventi marketplace, con i buyer della Gds o i rapporti con gli istituti di ricerca e i fornitori di servizi. E poi gli eventi. Il nostro Forum, quest’anno dedicato al mercato tedesco, e il supporto al Buyer Point, per il quale siamo co-organizzatori per la partecipazione dei buyer dall’estero.

Scusate, ma se qualche associato non partecipa alla vita del consorzio?
Siamo piuttosto rigorosi ed esiste un regolamento sulla gestione delle assenze. Se superi il 50% vieni espulso. Consideriamo che si tratta di 6 incontri da statuto e 6 straordinari organizzati con grandissimo anticipo. Impossibile non essere mai disponibili.



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