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Commercio estero, bene il fai-da-te- in UK

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Seppur con delle contrazioni rispetto agli anni precedenti, il fai-da-te- in Gran Bretagna continua a essere un settore considerevole nelle vendite al dettaglio e, con l’arrivo e delle vacanze natalizie, gli inglesi non rinunciano alla cura della propria casa.

Secondo un’indagine di 3M, da qui al 25 dicembre i lavori in casa che in Oltremanica si andranno a fare riguardano le pulizie (33%), il riordino degli spazi (28%), la riparazione di oggetti rotti (15%), la verniciatura di almeno una stanza (13%) e l’installazione di nuovi oggetti decorativi non festivi, come specchi o quadri (10%).

Altri lavori includono l’acquisto di nuove soluzioni di archiviazione (9%), l’installazione di scarpiere o attaccapanni (7%), l’acquisto e l’installazione di nuovi sistemi di intrattenimento (6%) e l’acquisto di nuovi letti o prodotti per dormire (6%).

Così, in questo periodo in tanti si stanno recando ai centri commerciali non solo per acquistare i regali da fare agli amici e ai parenti ma anche per approfittare delle offerte, tanto che rispetto a ottobre, nel mese di novembre l’afflusso nelle destinazioni commerciali del Regno Unito è aumentato del +2,1%, con i centri commerciali che hanno registrato il maggiore incremento (+3,6%), seguiti dai parchi commerciali (+3,4%), mentre i negozi delle vie principali hanno registrato un aumento molto più modesto dello +0,8%.

Nemmeno la tempesta Bart è riuscita a fermare la corsa all’acquisto di nuovi prodotti e la spesa del Black Friday nel Regno Unito ha raggiunto i 7,1 miliardi di sterline, con un aumento del 36% rispetto all’anno scorso.

Gli impatti delle politiche ambientaliste e fiscali del Governo Starmer

Oltre al comportamento delle imprese e dei consumatori, a incidere sull’andamento di un mercato sono anche le scelte della politica. Ebbene, nel caso del Regno Unito i provvedimenti presi dal nuovo governo hanno avuto un duplice effetto sulla domanda di articoli per le riparazioni in ambito domestico.

Il taglio dei sostegni ai combustibili fossili ha interessato anche i cittadini, tanto che dal 2025 le bollette di case e uffici sono destinate a aumentare (circa 1717 sterline in più) e ciò ha spinto tante famiglie a comprare dispositivi intelligenti di calore o chiamare ditte per realizzare nuovi sistemi di riscaldamento.

A ottobre B&Q ha affermato di aver visto le vendite di materiali isolanti aumentare di quasi un quinto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre Wickes ha detto di aver registrato un aumento della domanda di articoli a risparmio di calore facili e veloci da installare, tra cui illuminazione e isolamento a risparmio energetico.

Desta preoccupazione l’andamento del mercato immobiliare, dato che l’aumento delle tasse ha portato a canoni di affitto più alti e a tante vendite di case andate in fumo.  

L’affitto medio del Regno Unito ha raggiunto le 1.245 sterline al mese a luglio, con un incremento di 63 sterline, e sebbene ci siano più proprietà in affitto rispetto allo scorso anno, questi numeri rimangono ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia. Ciò nonostante, il Regno Unito si conferma come un paese con buone potenzialità per chi intende vendere e i proprietari di piccoli appartamenti e i clienti abituali risultano degli utenti con una discreta propensione alla spesa.

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