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Ferramenta Drovetti a Torino

Redazione

La ferramenta Drovetti di Torino è talmente tradizionale da risultare straordinariamente moderna e innovativa. Sembrerebbe un ossimoro ma è proprio così. Noi di Bricoliamo siamo andati a visitarla e abbiamo incontrato Luigi e Laura Drovetti, ultimi discendenti di una famiglia che dal lontano 1906 è stata un punto di riferimento per quella Torino produttiva che aveva bisogno di chiodi, viti, bulloni e quant’altro.

Il negozio è nella centrale via Maria Vittoria all’angolo con via S. Massimo. Impossibile non trovarlo perché si estende sulla bellezza di nove vetrine, che rappresentano la prima sorpresa. Ammettiamolo, di solito le vetrine delle ferramenta non brillano per creatività e personalità, tranne che nella Ferramenta Drovetti dove le nove vetrine sono sostanzialmente dei piccolo palcoscenici in cui viene “disegnato” e rappresentato un tema o un concetto, utilizzando i prodotti tipici della ferramenta. Difficile da descrivere a parole, quindi vi rimandiamo alla Galleria Fotografica dove abbiamo documentato diversi esempi delle vetrine Drovetti in diversi periodi dell’anno.

Mentre le vetrine ci comunicano che dentro quella ferramenta potremo trovare qualcosa in più del convenzionale, varchiamo la soglia. L’ambiente è accogliente e luminoso, i colori dominanti sono il verde e il marrone del legno degli scaffali a cassettoni, che scopriremo, parlando con Luigi Drovetti, tutti rigorosamente autocostruiti, che contengono ogni ben di Dio per quel che concerne il mondo della ferramenta. Sul fronte di ogni cassetto è fissato il pezzo (pomolo, cerniera, maniglia, o quant’altro) che corrisponde al contenuto, il che crea un’esposizione organica, razionale e molto bella da vedere.

Il negozio è diviso in quattro sale che potremmo definire tematiche, ciascuna dotata di bancone per rendere agevole il servizio. Nell’ultima sala, che ospita l’amministrazione notiamo anche una linea di mobili in ferro dal design assolutamente inconsueto e che mette in evidenza l’assenza: quella del tavolino senza piano d’appoggio (vedi nel filmato) o della piccola libreria senza la mensola che regge i libri, ovviamente solo apparentemente. Sono opere dell’architetto-artista Edgard Vallora, noto anche con lo pseudonimo Von Balthasar, che ama riportare in vita oggetti abbandonati, quelli che lui chiama i “rottami del mondo”, dandogli nuove dimensioni e portandoli dallo status di spazzatura a quello di opera d’arte. La collaborazione con la ferramenta Drovetti è ovviamente fondamentale per rappresentare al meglio le sue opere.

In realtà – raccontano Luigi e Laura Drovettifu già nostro padre a capire che il servizio sarebbe stato il perno del miglioramento e della crescita del negozio. Fu lui ad iniziare delle collaborazioni con i migliori architetti della piazza torinese per introdurre il concetto di cura del dettaglio applicata al nostro genere di articoli. Questo naturalmente portò ad un enorme incremento delle finiture e dei trattamenti superficiali disponibili e di conseguenza del magazzino che non venne e non viene mai sacrificato, anzi viene da sempre incrementato, andando controcorrente al comune sentire dell’epoca (ma anche oggi ci pare sia così – n.d.r.), che quasi imponeva di lavorare sul venduto”.

E’ così che, oltre al negozio, la ferramenta Drovetti ha anche un laboratorio-officina che lavora a pieno ritmo per restaurare e creare pezzi di ferramenta unici per i clienti più esigenti, professionisti, artisti o privati che siano. Già, perché come tiene a sottolineare Luigi Drovetti la logica di servizio di questo negozio non si limita alla collaborazione su progetti importanti o alla realizzazione di pezzi difficili, succede che entri anche in negozio una delle vecchie “madame” torinesi, così simpaticamente definite da Luigi, con il pentolino del latte con il manico staccato. Anch’esse sono clienti e quindi detentrici del diritto di essere considerate e servite in quanto tali

Tra artisti e “madame” è ormai evidente che nella ferramenta Drovetti abbiamo trovato una sensibilità abbastanza rara nel nostro settore, però siamo convinti che sia anche grazie a questa sensibilità che la ferramenta Drovetti è diventata un punto di riferimento non solo mercantile ma anche culturale per Torino.

Essere qualcosa di più di una normale ferramenta è un punto d’orgoglio che i fratelli Drovetti alimentano con iniziative e con una importante disponibilità verso i giovani. Anche quest’anno, per esempio, la ferramenta Drovetti ha aderito al Salone Off, organizzato con eventi in città durante il prestigioso Salone del Libro di Torino (un po’ come il Fuorisalone milanese che invade la città durante il Salone del Mobile), ospitando all’interno del negozio Massimo Minuti e Beatrice Dorigo che hanno presentato il loro Juke Box Letterario.

Un’altra iniziativa della ferramenta Drovetti che vogliamo citare riguarda il contributo che ha voluto dare al miglioramento della qualità dell’aria di Torino. Ormai da un anno chi si reca nel negozio utilizzando i mezzi pubblici e presentando il biglietto obliterato alla cassa può godere di uno sconto del 10% sulla merce acquistata. Lo stesso trattamento è riservato per chi raggiunge la ferramenta in bicicletta, che, in più, può essere parcheggiata dentro il negozio. Se chi usa i mezzi pubblici o la bici deve acquistare materiale pesante e difficile da trasportare, la ferramenta Drovetti provvederà gratuitamente alla consegna.

Essere una ferramenta specializzata, che mantiene vivo il tradizionale ruolo di lavorazione, e non solo vendita, del ferro, dell’ottone e degli altri metalli, offrendo contemporaneamente un servizio e un ambiente in linea con le moderne esigenze dei clienti, consente alla ferramenta Drovetti di distaccarsi da qualsiasi battaglia concorrenziale, soprattutto se pensiamo alla grande distribuzione.

La guerra del prezzo non ci appartiene – sottolinea Luigi Drovetti -. Per una ferramenta tradizionale pensare di competere con la grande distribuzione sul terreno del prezzo è una follia. Noi siamo esattamente l’opposto di un punto vendita della gds. Per loro i concetti chiave sono la rotazione del prodotto e la gestione finanziaria del negozio, per noi invece quello che conta è l’accurata selezione dei prodotti da proporre ai nostri clienti, il servizio prevendita, con il giusto consiglio sulla base delle esigenze specifiche e quello postvendita per diventare un riferimento di fiducia per la soluzione di qualsiasi problema. Noi ci mettiamo la faccia, la grande distribuzione ci mette un’insegna, un marchio. E’ ovviamente diverso”.

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