Garden center e la vita “virtuosa” della plastica
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Il progetto SUSFLO-Sustainable Flowers coinvolge numerosi attori della filiera del verde per rendere più sostenibile il packaging nel florovivaismo. Diversi i garden center coinvolti.
Un packaging compostabile per le piante vendute nei garden e l’invito ai consumatori a recuperare e riutilizzare le tradizionali confezioni in plastica, grazie alla nudge theory, attraverso un messaggio che stimola comportamenti virtuosi attraverso azioni semplici. Sono questi i primi due ambiti d’intervento del progetto SUSFLO-Sustainable Flowers per la riduzione della plastica monouso nel settore del florovivaismo.
SUSFLO risponde a due esigenze: a quella legislativa, che vede fissato al prossimo 3 luglio il divieto di produzione di plastiche monouso e oxo-degradabili (come da Direttiva UE 2019/904) e contemporaneamente a quella del mercato stesso, con un accresciuto interesse dei clienti finali per le produzioni florovivaistiche sostenibili. Un’indagine Nomisma del 2019 ha rilevato, infatti, che il 48% dei consumatori ha smesso di acquistare prodotti con un eccessivo imballaggio e la vendita di plastica monouso è calata del 9% nel 2019 rispetto all’anno precedente.
Il progetto SUSFLO è curato dal responsabile scientifico Chiara Mazzocchi, del dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli studi di Milano e coinvolge numerosi attori della filiera del verde: Fondazione Minoprio, Distretto Florovivaistico Alto-Lombardo, i centri vivaistici, Agricola Home & Garden, Idealverde, Viridea Garden Center, Flover Garden, Azienda floricola Donetti.
Il progetto sarà realizzato tra il 2021 e il 2022, declinato in tre esperimenti. Il primo è basato sulla comunicazione diretta ai consumatori per la promozione di un Ecopot, un vaso interamente biodegradabile che può essere piantato nel terreno insieme alla pianta. Nei 5 vivai partner di progetto sono state vendute piante di petunia in Ecopot, accompagnate dalla cartellonistica nudge.
Il secondo intervento prevede l’allestimento in ogni garden center partner di un pannello con un bin, un contenitore dedicato alla riconsegna e raccolta dei vasi in plastica di basilico, prodotto per il progetto stesso. In questo caso la comunicazione si basa sulla fornitura d’informazioni relative all’eccesivo uso di vasi in plastica, rivolta al consumatore e rinforzata dal claim: “Vuoto a rendere”.
Il terzo esperimento, non direttamente legato all’azione di acquisto, si basa sulla tecnica dei Choice Experiments, attraverso la raccolta d’interviste agli acquirenti dei garden sulla predisposizione del consumatore a rinunciare al vaso in plastica, anche a costo di veder aumentato il prezzo del prodotto di acquisto. I dati verranno poi elaborati e confrontati con i comportamenti di acquisto reali che i consumatori hanno avuto nei confronti dell’Ecopot.
Il progetto è stato realizzato con Fondazione Cariplo impegnata nel sostegno e nella promozione di progetti di utilità sociale legati al settore dell’arte e cultura, dell’ambiente, dei servizi alla persona e della ricerca scientifica. Ogni anno vengono realizzati più di 1000 progetti per un valore di circa 150 milioni di euro a stagione.
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