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Quanto è importante la casa per gli italiani?

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Per il 94% degli italiani la casa è “importante”. Ma con sfumature diverse: per il 59% è molto importante, per il 20% importante, per il 15% è in cima alle priorità. E per quasi 4 italiani su 10 l’attaccamento alla propria abitazione è aumentato rispetto a 5 anni fa, quasi fosse un “rifugio” capace di accoglierci e “proteggerci” dal mondo esterno. A sostenerlo è l’istituto di ricerche di mercato Doxa, che ha presentato i risultati dell’osservatorio nazionale “casaDoxa”.

“Siamo “entrati” nelle case degli italiani per capire come le scelgono, come le vivono, come le cambiano, come le vorrebbero – ha spiegato durante la presentazione Paola Caniglia, retail director di Doxa -. È nostro desiderio diventare un punto di riferimento per aziende, manager e professionisti del settore. Partendo proprio da un serbatoio unico di informazioni”.

In concomitanza che la ricerca, Doxa ha lanciato un hub di condivisione e confronto per tutti gli operatori che ruotano intorno al “mondo casa”, con l’obiettivo di fare rete e anticipare i consumi futuri, di sondare l’opinione degli addetti ai lavori sull’evoluzione del mercato, capirne le criticità e coglierne le opportunità. Al primo appuntamento hanno partecipato Eni Gas&Luce, Samsung, Ikea e lo studio di architettura Total Tool.

La ricerca, che ha raccolto circa 2 milioni di insight attraverso interviste a tappeto a un campione composto da 6mila italiani dislocati sull’intero territorio nazionale, mette in evidenza come il vissuto della casa sia decisamente cambiato in questi anni. La casa infatti risulta presidiata durante l’intero arco della giornata e non più solo nelle ore serali. Addirittura il 41% degli italiani vi trascorre più tempo oggi rispetto a 5 anni fa.

Inoltre un intervistato su 3 è solito anche lavorarci, e di questi il 70% lo fa anche più volte alla settimana. Una tendenza, che Doxa definisce “casa a ciclo continuo”, che appare diffusa in tutte le classi d’età, over 54, compresi. La maggior parte di chi lavora in casa è rappresentato per lo più da lavoratori autonomi, ma non mancano nemmeno i dipendenti (27%). Tra questi il 35% appartiene al genere maschile. A riprova, ha sostenuto Caniglia, che la casa è sempre meno appannaggio solo femminile e sempre più un luogo di espressione anche maschile. “Anche nell’organizzazione degli spazi abitativi e nella scelta degli arredi”. Un cambio che riguarda anche la cucina, dove l’uomo fa sentire la sua voce, soprattutto nella fascia d’età 18-35 anni, i cosiddetti millennial.

In generale, sottolinea la ricerca Doxa, la casa risulta essere sempre più polifunzionale – gli ambienti durante la giornata si trasformano – e in grado di interpretare al meglio le esigenze molteplici e differenziate di tutti i membri della famiglia.

Sostenibilità e innovazione vanno a braccetto

La ricerca ha evidenziato due macro aree in evoluzione, che potrebbero diventare trainanti per lo sviluppo del mercato. Una è la sostenibilità e l’altra fa capo alla smart home.

Il 75% degli intervistati si dichiara “sensibile” al tema green e il 49% sostiene di conoscere bene il termine “sostenibilità”. Tra le azioni principali spiccano quelle riguardanti il risparmio energetico con il il 78% degli intervistati, che dichiara di avere sempre in casa una temperatura non superiore ai 20°C e con il 71% che stacca solitamente le spine dei dispositivi non in carica, il 36% considera i detersivi una fonte di inquinamento domestico. A questi comportamenti “virtuosi” si coniuga spesso l’acquisto ormai di elettrodomestici di classe energetica elevata (86% degli intervistati) e lampadine led o a basso consumo (76%).

Curiosamente sono gli over 54 i più sensibili al tema della sostenibilità, anche in un’ottica di protezione delle generazioni future, come dichiarato dal 33% del campione. Il 28% pensa alla protezione del pianeta e il 25% al risparmio economico.

Secondo Doxa, però, la vera scommessa è sul fronte della domotica, con quasi due terzi della popolazione intenzionata a investire nella smart home.

Già oggi gli “oggetti intelligenti” presenti tra le mura domestiche sono diversi, ma per gli intervistati la smart home è ancora lontana dall’essere reale con oggetti smart che il più delle volte non sono messi a sistema o non “dialogano” tra di loro e, soprattutto, mancano ancora servizi associati a questi oggetti.

E per il futuro? Guardando ai dati Doxa, emergono due filoni per cui gli italiani si dichiarano disposti a mettere mano al portafoglio: da una parte la sicurezza, con in primis la messa a regime di impianti antintrusione e/o dispositivi per monitorare allagamenti, incendi o cortocircuiti; e dall’altra il comfort con, tra gli altri, termostati/climatizzatori o, ancora, elettrodomestici. Anche in una ottica di riduzione dei consumi e degli sprechi energetici.

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