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CasaDoxa 2019: la maggioranza degli italiani è insoddisfatta della propria casa


Sempre più solido il legame tra gli italiani e la casa. Per il 90%, infatti, la casa è in cima alla lista delle priorità. L’abitazione riveste una molteplicità di significati che vanno oltre l’idea di valore economico, si potrebbe addirittura parlare oggi di “valore esistenziale”. Tuttavia, nonostante sia percepita come un luogo affettivo e di espressione di chi la abita, quasi la metà degli italiani si dice non pienamente o solo parzialmente soddisfatto della propria casa, riconosciuta come un “contenitore” nel quale vivere, ma che li rappresenta soltanto in parte (7 secondo panel).

A dirlo sono i risultati di CasaDoxa, l’Osservatorio Nazionale sugli italiani e la casa, che ha ascoltato la voce di 7000 famiglie dislocate su tutto il territorio nazionale, focalizzandosi sui nuclei familiari che si sono dichiarati poco o parzialmente soddisfatti dell’abitazione in cui vivono, pari al 48% del totale degli intervistati, per approfondire trend e motivazioni alla base di questo sentiment (1 primo panel). Ne è emerso come il 64% dei locatari sia insoddisfatto dell’abitazione e come, seppur in misura minore, lo sia anche il 44% dei proprietari di casa (2 primo panel). E ancora, chi soffre di più il vivere in case “distanti” dai propri ideali abitativi sono proprio i millennials (52% degli intervistati) e le famiglie con reddito netto mensile inferiore ai 2.000 euro (53%) (3 primo panel). Ancor di più chi vive in appartamenti (53%), rispetto a chi abita in villette o case indipendenti (43%).

Va tenuto presente che gli italiani passano sempre più tempo in casa, addirittura 4 su 10 lavorano nella loro abitazione e il 9% dei dipendenti fa smart working.

Case più efficienti e smart

Le motivazioni di questa insoddisfazione sono da ricondurre ad alcuni elementi. Tra questi le caratteristiche strutturali degli edifici: aspetto esteriore, dimensione dell’appartamento, distribuzione degli spazi interni e qualità dei materiali e delle finiture interne (4 primo panel). Le percentuali di insoddisfatti sono pari al 50% tra le famiglie che abitano case costruite prima del 1990, e calano significativamente al 18% tra quelle che vivono in edifici nuovi, costruiti dopo il 2015. Inoltre gli italiani vorrebbero vivere in case più efficienti a livello energetico, con conseguente beneficio sia a livello ambientale sia economico, con minori spese di gestione ordinarie e straordinarie. Efficiente, ma anche smart: dall’Osservatorio emerge il desiderio di abitare in case intelligenti, ovvero che siano predisposte alla tecnologia per programmare con semplicità alcune attività.

Il senso di soddisfazione parziale genera un forte desiderio di cambiamento con circa il 25% degli insoddisfatti che vorrebbe cambiare casa entro 2 anni. Il 52% di chi vorrebbe traslocare dichiara che resterebbe nello stesso quartiere o in zone limitrofe. Tuttavia, cambiare è tutt’altro che facile: il 30% di chi vuole trasferirsi abbandona la ricerca dopo i primi mesi di tentativi, per tornare sui propri passi e rimandare la realizzazione del loro desiderio di cambiamento preferendo adattarsi e provare a intervenire con piccole o grandi migliorie (5 primo panel).

Come cambia il concetto di comfort

Con il nuovo modo di vivere la casa, evolve anche il concetto di spazi confortevoli che, secondo gli intervistati, devono avere sei prerogative: luminosità degli ambienti, comfort termico/acustico, sicurezza, efficienza energetica, tecnologia semplificante, adattabilità. (6 secondo panel)

  • La cucina è la protagonista: dove calore ed energia sono elementi essenziali. È lo spazio dove accogliere la famiglia, e al tempo stesso uno spazio funzionale da attrezzare con elettrodomestici efficienti e di ultima generazione.
  • La zona living: lo spazio polifunzionale per eccellenza che riunisce famiglia e ospiti, dove comodità e trasformabilità sono gli aspetti più rilevanti.
  • I bagni: devono essere evocativi e rilassanti e devono coniugare funzionalità e servizio.
  • Gli spazi esterni: godibili e versatili. Terrazzi, balconi e giardini sono elementi chiave di comfort che diventano simbolicamente quasi una oasi di pace e, nel caso del giardino, driver di scelta nello spostamento dalla città all’hinterland per le famiglie con bambini.
  • Le stanze di appoggio: spazi essenziali da personalizzare e nei quali concentrarsi sul proprio lavoro e dedicarsi alle passioni.
  • Le stanze di servizio: spazi versatili come lavanderie, ripostigli e piccole dispense che diventano spazi importanti per tenere in ordine. Parole chiave: discrezione e funzionalità.

Discorso a parte merita il rapporto con i vicini, che influenza molto la percezione di comfort. Rapporti ostili o freddi condizionano l’atmosfera al punto da sentirsi a disagio in casa propria. Da qui anche l’importanza di abitazioni con materiali insonorizzanti e con un buon isolamento acustico, in grado di dare maggiore privacy e di contenere il livello di rumorosità, spesso causa di contrasto tra vicini. Altro fattore importante: abitare in un quartiere ben collegato e ricco di servizi (scuole, negozi, ospedali) e di occasioni culturali e/o di intrattenimento, come cinema, teatri, musei.

“Riprendendo la similitudine di alcuni intervistati, la casa ideale viene oggi percepita come “un abito su misura” che si deve adattare a chi la vive e non viceversa. Le famiglie italiane non vogliono più vivere in “abiti” pensati per altre epoche, occasioni o esigenze. Dal nostro Osservatorio emerge, un profondo mix match tra domanda e offerta nel mercato immobiliare, ovvero una generalizzata richiesta di case più moderne ed efficienti a fronte di una proposta immobiliare che comprende perlopiù case datate e standardizzate” ha commentato Paola Caniglia, Home & Retail Director di Doxa.

CasaDoxa 2019: La casa che cambia



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