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Dal do it yourself al do it for me

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Redazione

Negli ultimi vent’anni il mondo del bricolage italiano ha vissuto un’evoluzione straordinaria: sono nati e cresciuti i grandi centri brico, è sbarcata con grande successo Ikea, ma soprattutto sono entrate a far parte del mondo del bricolage le donne. Sono le donne che hanno portato brio e buon gusto. Sono le donne che hanno costretto gli operatori a parlare di decorazione e di bricolage creativo. Il bricolage da rude attività del tempo libero orientata ala riparazione delle magagne di casa o alla costruzione di improbabili manufatti in legno, ha acquisito una valenza culturale che ha consentito una diffusione più ampia di una pratica considerata fino a dieci anni fa riservata a pochi.

Le donne hanno portato una ventata di aria nuova nel bricolage italiano imponendo anche all’uomo la variabile del gusto e dell’estetica. Essendo per natura meno presuntuose e approssimative dell’uomo, le donne hanno affiancato alla logica del “fai da te” quella del “fai per me”, rivalorizzando la figura dell’artigiano di fiducia a cui raccontare le proprie esigenze e i propri desideri.

In realtà quella del “fai per me”, o do it for me, non è affatto una tendenza del momento, Mauro Milani, autore del “BricoBook. Trent’anni di bricolage in Italia” racconta come già nel 1989 Edoardo Meazza, titolare dell’omonima ferramenta storica milanese, alla domanda se i propri clienti fossero bricoleur rispose: “assolutamente no. Noi non curiamo gli hobbisti, bensì il privato. C’è una grossa confusione sul significato del termine “fai da te”: la nostra clientela, pur acquistando prodotti di ferramenta e utensileria, non può essere accomunata in un ambito di fai da te perché, nella realtà, fanno fare ad altri, agli artigiani. Più semplicemente: il nostro cliente-tipo acquista le maniglie per le porte di casa senza badare troppo al costo e con l’unico scopo di soddisfare le proprie esigenze estetiche, dopo di che le fa installare da un artigiano. Per questo motivo non posso considerare i miei clienti faidateisti.”

Bisogna ovviamente tenere conto che Meazza era ed è una ferramenta di alto profilo e di tendenza del centro milanese, mediamente frequentata da clienti con una significativa capacità di spesa. Detto questo la conferma dell’esistenza della tendenza al “fai per me” è indiscutibile e probabilmente è di dimensioni assai più ampie di quelle che gli operatori del settore hanno sempre stimato.

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