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Cogito ergo…Hardware Forum


Dopo tanti anni di frequentazione del Bricoday, quest’anno ho voluto dedicarmi con particolare attenzione alla visita di Hardware Forum, il salone della ferramenta organizzato da KõlnMesse Italia in collaborazione con l’organizzazione del Bricoday.

Partiamo proprio dalla collaborazione con Bricoday, molto solida e soprattutto evidente fino allo scorso anno, con la condivisione del padiglione e di buona parte della comunicazione. Fino all’anno scorso però, perché quest’anno la sensazione condivisa è stata di una progressiva distanza tra le due manifestazioni: ingressi diversi per padiglioni diversi, scarsissima cartellonistica di percorrenza tra un padiglione e l’altro, diverse modalità e strumenti per la comunicazione di ciascuno dei due eventi e addirittura diversa offerta gastronomica per la meritata pausa pranzo di espositori e visitatori (pasta del giorno e tavola calda per i visitatori di Hardware Forum, panino per quelli di Bricoday).

Sto parlando di sensazioni naturalmente perché le due organizzazioni proclamano a tutt’oggi piena e assoluta collaborazione.

In realtà l’aria che si respirava era quella del tavolo da poker quando inizia il giro delle chiamate: rilanciare? Chiamare il cip? Oppure parol? Un momento di tensione in cui ciascuno, al tavolo, cerca di capire quali saranno le mosse dell’altro.

Come ho detto quest’anno la mia attenzione è andata verso l’Hardware Forum, quindi vi racconto quali sono le carte che ho visto in mano al giocatore tedesco.

Dal mio punto di vista, dopo tre edizioni tendenzialmente tristi in qualità di costola del Bricoday, quest’anno Hardware Forum ha trovato nell’autonomia di padiglione una propria dignità facendo trasparire in maniera evidente il grande know how fieristico insito ovviamente in un’organizzazione come è quella di KölnMesse, già organizzatrice dell’Eisenwarenmesse, la fiera più importante al mondo per il settore ferramenta.

Il know how c’è e si vede

Quindi abbiamo visto il concorso rivolto ai visitatori per vincere un giorno al Giro d’Italia con la squadra Lotto Soudal; abbiamo visto le aree test, utilizzate dagli espositori per presentare i propri prodotti; abbiamo visto l’area consulenza in collaborazione con Confcommercio e l’area Match Making per gli incontri b2b tra espositori e buyer; abbiamo visto uno spruzzo di arte e di cultura con Artensile; abbiamo visto un servizio di accoglienza degno di una manifestazione internazionale (nonostante meno della metà degli espositori, il numero delle hostess di Hardware Forum era doppio rispetto a quelle del Bricoday: all’ingresso una guardia con lo scanner per rilevare i metalli al Bricoday, due guardie dotate di scanner per l’Hardware Forum – un controsenso); abbiamo goduto, insieme ai colleghi della stampa del privilegio di poter accedere ad un ufficio stampa e ricevere una cartella stampa con tutte le informazioni necessarie al nostro lavoro.

Anche i convegni, come è nello stile delle migliori manifestazioni fieristiche sono stati di peso ma non invasivi rispetto al momento espositivo. I pezzi forti sono stati nella mattina di mercoledì con l’Assofermet Forum e in quella di giovedì con l’espressione convegnistica del Colorday (un logo nato quest’anno in seno all’Hardware Forum ma che potrebbe avere un futuro).

Insomma nell’Hardware Forum di quest’anno abbiamo visto, pur se in embrione, tutti quei segnali che indicano la strada verso una manifestazione fieristica “vera”.

A caccia di ferramenta

“Lo sposo è impazzito, oppure ha bevuto…” cantava De Gregori. Non sono impazzito e non ho neppure bevuto prima di scrivere questo articolo infatti, a fronte delle buone parole finora spese a favore dell’Hardware Forum possiamo venire alla grande, vera, terribile e pericolosissima nota dolente: la scarsa presenza di visitatori, in particolare di titolari di ferramenta, target di riferimento naturale della manifestazione.

Qualsiasi sarà il numero che verrà dichiarato dall’organizzazione quello che noi abbiamo visto e che ci hanno confermato molto espositori è un’affluenza non soddisfacente di visitatori interessanti. Si potrà anche dire che i visitatori intervenuti sono di eccellente qualità, ma non basta, una fiera deve riuscire a garantire anche la quantità, altrimenti le aziende si rivolgono altrove, nella fattispecie verso un Bricoday consolidato e con una quantità e qualità di visitatori (per quello che è il target mirato, cioè i buyer della distribuzione brico moderna) di buona soddisfazione.

I problemi che appaiono come più evidenti riguardano: le date e il budget promozionale. Le date perché in un mercato dove le ferramenta sono per lo più a conduzione familiare e con un numero medio di addetti molto ridotto, proporre la fiera di mercoledì e giovedì è quasi un suicidio. Per convincere un titolare di ferramenta a lasciare il proprio negozio per venire in fiera bisogna offrire molto, anzi moltissimo.

Riguardo al budget promozionale sappiamo che è la chiave di volta del successo di qualsiasi manifestazione fieristica che vuole nascere e crescere. Bisogna spendere per farsi conoscere in Lombardia, ancora di più nel nord Italia, ancor di più su tutto il territorio nazionale, ancor di più se gli interessi sono internazionali. Però a questo punto la domanda è: perché la Fiera di Colonia, detentrice dell’EisenwarenMesse, dovrebbe spendere considerevoli somme di denaro per far crescere una manifestazione italiana? Tutto sommato il mondo della ferramenta che conta, italiani compresi, con poco più di un’ora di aereo, sono già visitatori dell’EisenwarenMesse, cioè della manifestazione davvero internazionale del settore.

Quindi, se il discorso fatto ha una logica, Hardware Forum, nella sua migliore espressione potrà essere una fiera nazionale rivolta agli operatori italiani che non vanno a Colonia. Con un mercato che vede le grandi multinazionali non frequentare più da anni le fiere, nemmeno se internazionali, e con una piccola e media impresa, soprattutto italiana, sempre più orientata alla crescita dei rapporti con l’estero, siamo sicuri che l’idea di un Hardware Forum sia una buona idea?

Come sempre al mercato l’ardua sentenza.



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