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Elena Ruggerone: “Né bello né semplice essere “Figli del Capo””

La nostra panoramica sui Giovani Manager dell’Home Improvement continua, questa volta, con una giovane donna di 29 anni, Elena Ruggerone, della divisione Commerciale Estero di Mobil Plastic.

Mobil Plastic non ha bisogno di presentazioni. E’ una solida azienda del mercato dell’home inprovement, presente sul mercato dal 1968 e che opra nel settore dello storage, con la produzione (stampaggio ad iniezione/soffiaggio) di articoli in plastica.

Di seguito la nostra intervista a Elena Ruggerone.

Ci parli della sua carriera scolastica e professionale
Dopo essermi diplomata al Liceo Linguistico, ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Lingue e Culture per il Turismo presso l’Università degli Studi di Torino. Dopo la laurea, conseguita nel 2019, ho deciso di intraprendere la mia carriera lavorativa in Mobil Plastic, azienda di famiglia,

Parliamo di un’azienda molto nota. Come è stata accolta, in considerazione della sua giovane età e del fatto di essere figlia di Pierangelo e nipote di suo fratello Alberto, titolari della Mobil Plastic
Quando sono entrata a far parte di Mobil Plastic, temevo di essere presa in considerazione solo perché “figlia del capo” e non perché mi meritassi quella posizione. Con piacere, invece sono stata accolta positivamente e ho avuto il sostegno e la disponibilità di tutti i miei colleghi. Credo di aver dimostrato le mie capacità, il mio impegno e la dedizione al lavoro, e ad oggi mi sento orgogliosa di me stessa perché tutti insieme operiamo con collaborazione, rispetto e reciproca stima per raggiungere un obiettivo comune per il bene dell’azienda.

Da quanto tempo è in azienda e qual è la sua posizione attuale
Sono in azienda da 5 anni e mi occupo di commerciale estero. Con l’Export Manager promuoviamo prodotti e servizi, tenendo conto dei punti di forza e di criticità, e delle caratteristiche dei principali competitors, cercando di ampliare il mercato e di sviluppare le vendite, anche attraverso le migliori strategie di marketing. Inoltre, svolgo compiti di back office: gestisco gli ordini in entrata, supportando il cliente in caso di assistenza e reclami.

Ha ricevuto aiuto formativo nel percorso di crescita all’interno della sua azienda?
Si, fin dall’inizio sono stata supportata dal nostro Export Manager e da collaboratori di fiducia. Nel 2020 ho frequentato un corso intensivo di inglese/spagnolo per approfondire le mie competenze linguistiche in ambito commerciale. Nel 2023 ho partecipato al progetto di Assolombarda “Figli del Capo”.

Assolombarda e i “Figli del Capo”

Di cosa si tratta, nello specifico?
Il progetto promosso da Assolombarda “Figli del Capo” è un ciclo di incontri rivolto a figli d’imprenditori che intendono inserirsi all’interno delle aziende di famiglia. Essere figli di un imprenditore è certamente un vantaggio e una grande opportunità, ma ti mette anche in una posizione “scomoda”.

Posso capirlo perché il termine stesso “Figlio del Capo” viene visto in modo negativo, a prescindere
Certamente, ma c’è anche da considerare che i nostri padri hanno competenze consolidate e quel know-how di esperienze, mentre noi figli, grazie agli studi, abbiamo inizialmente una preparazione più culturale, ci manca la pratica, la conoscenza e l’abilità che si deve acquisire con il tempo. I temi affrontati vanno dall’organizzazione e management di un’azienda familiare, alle strutture societarie e governance, engagement e well-being, contabilità e bilancio, sostenibilità, Internazionalizzazione e commercio estero, strategie commerciali, Marketing Innovation e canali digitali. Questo percorso mi ha aiutato ad apprendere alcune nozioni fondamentali del “fare impresa” grazie alla collaborazione di esperti, manager e imprenditori, oltre ad essere una splendida occasione per fare networking con altri giovani con le stesse sfide da “Figli del Capo”. È stato un progetto molto interessante che mi ha arricchito positivamente, sia a livello professionale che personale.

A proposito di esperienza, ritiene che ci sia fiducia nei giovani manager, o che ci sia più la convinzione che debba farsi le ossa col tempo, sul campo, con una lunga gavetta?
In generale, credo ci sia fiducia nei giovani manager perché i giovani possono apportare idee innovative, energia e una visione più critica alle aziende anche se, per affermarsi in posizioni di vertice è assolutamente indispensabile molta esperienza e pratica sul campo.

Si dice che sia difficile trovare una occupazione per i giovani. Cosa ne pensa?
Personalmente, credo che oggi ci siano molte opportunità lavorative per i giovani, ma ho notato che spesso le aziende faticano a trovare giovani lavoratori adatti alle mansioni da svolgere, per carenza di adeguate competenze, soprattutto quelle tecniche e professionali. Non c’è ancora un solido collegamento e collaborazione tra la scuola e il mondo del lavoro.



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