Garden center, Assofloro: “Finalmente una legge giusta ed equa”
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“Quella approvata da Regione Lombardia è una legge che era attesa davvero da molto tempo, in assenza di una normativa chiara e omogenea. E a nostro parere è equa e giusta“. Così Assofloro commenta le modifiche alla legge lombarda sull’agricoltura, recentemente approvate dal consiglio regionale.
“Negli anni infatti si erano accumulati una serie di problemi, che riguardavano principalmente che cosa i garden potessero o non potessero fare – commenta Andrea Pellegata di Assofloro – Ora abbiamo finalmente una normativa che definisce una lista dei prodotti che si possono vendere, dà indicazioni riguardo alla superficie massima. Fissa insomma una serie di paletti che consentono ai garden center di uscire da un impasse che aveva reso le cose non semplici. Negli ultimi decenni infatti abbiamo assistito a grandi trasformazioni, per seguire le indicazioni del mercato e i garden – che ricordiamolo nascono come attività agricole – hanno cominciato a vendere non solo piante, che in quanto attività agricola avevano la possibilità di vendere come propria produzione, ma prodotti sempre più vari”.
Contemporaneamente sono sorti non pochi problemi, in particolare per questioni di destinazioni d’uso: i garden sorgono su infatti terreni agricoli ma alcune amministrazioni locali, di fronte ai progressivi cambiamenti, hanno intentato ricorsi. Di fatto, nell’assenza di una normativa né nazionale né regionale, ogni comune si è trovato ad agire in autonomia. Con tutte le conseguenze di confusione e disomogeneità del caso. “Non dimentichiamo che qualcuno di fronte a queste problematiche ha anche dovuto chiudere“, aggiunge Pellegatta.
“A livello nazionale al momento la carenza c’è ancora, ma non è detto che non succeda – come per altre materie – che l’iniziativa di Regione Lombardia si diffonda e sia “copiata” da altri. Noi siamo stati invitati e abbiamo partecipato al tavolo insieme ai sindacati, a Coldiretti, Confartigianato e ad AICG, l’associazione centri giardinaggio. A nostro parere le modifiche che sono state approvate, che sono quindi il frutto di un lavoro e di una mediazione, sono una cosa giusta ed equa. Lo diciamo sia come associazione di categoria, quindi nell’interesse di chi ora può finalmente lavorare serenamente sapendo cosa può o non può fare, con quindi anche maggiori garanzia a livello di occupazione e indotto, sia in quanto promotori di una certa visione del verde che intende valorizzare la filiera della produzione locale. Pensiamo che questa potrebbe essere una buona strategia per i garden, rispetto alla grande distribuzione, in un mondo dove sempre più viene premiato il km0. Questa però è una scelta strategica del singolo”.
Assofloro è l’associazione di categoria di secondo livello che rappresenta in Italia 700 aziende del comparto florovivaistico e della filiera del verde. Da pochi giorni ha formalizzato la sua azione nazionale.
“Il passaggio ad associazione nazionale è stata la naturale evoluzione per il lavoro fatto negli ultimi anni, condiviso insieme a tante altri enti ed associazioni della filiera del verde e per l’ingresso in Assofloro della Società Italiana di Arboricoltura e dell’Associazione Arboricoltori”. L’associazione annuncia anche l’imminente ingresso di altre associazioni nazionali che rappresentano figure della filiera del verde. “Perché la storia degli ultimi anni dimostra che quando le associazioni del settore lavorano insieme, si ottengono importanti risultati dal punto di vista legislativo, di rappresentatività del settore a livello istituzionale e non, in termini di opportunità per i professionisti e le imprese del verde”.
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