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2022 vivace per le compravendite di negozi

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I dati rilasciati dall’Ufficio Studi Tecnocasa rivelano che le compravendite degli immobili per l’impresa nel primo semestre del 2022 sono aumentate del 12,5% per il settore produttivo, del 9,2% per i depositi, dell’8,5% per il settore commerciale e del 6% per il settore terziario rispetto allo stesso periodo del 2021.

Per quanto riguarda i negozi, nonostante cresca in generale il ricorso all’e-commerce c’è ancora desiderio di acquistare nel negozio fisico, ragione per cui nel retail sempre più si sperimentano formule che combinano shopping fisico e shopping on line.

Tengono le High street su cui si assiste ancora a riposizionamenti da parte di brand del lusso e dove si torna a parlare di key money. La nostra rete segnala richieste perle top location a Milano, Verona, Venezia e Firenze. Cresce la domanda per aprire negozi di abbigliamento sportivo.

La conferma del vicinato

Uno dei trend messo in luce durante la pandemia e confermatosi ancora nell’anno in corso è la riscoperta dei negozi di vicinato. Secondo un’indagine Nielsen il 30% degli intervistati ha segnalato un aumento della frequentazione dei negozi di quartiere legato alla comodità, ma anche a una percezione della qualità dei prodotti offerti e dei nuovi punti vendita scoperti.

Il 79% dei consumatori ritiene che lo shopping vicino casa sia più piacevole rispetto a quello al di fuori della zona locale e il 77% che possa aiutare l’economia locale. In quest’ottica si conferma l’apertura di punti vendita di vicinato da parte delle più importanti catene della GDO e la tenuta di queste tipologie di commercio nelle zone periferiche, spesso gestite da immigrati.

Le vie di passaggio sono sempre quelle più richieste, meglio se interessate da fermate di metropolitane. Continua la ricerca di spazi esterni per la creazione di dehors. Milano resta la città dove si sperimentano sempre nuovi format e che suscita una forte attrattività a livello di brand, ancora di più adesso che i flussi turistici sono quasi tornati a livelli pre-pandemia.

Negli ultimi tempi si segnala una riscoperta di alcune delle principali strade di Bari, città che si sta rilanciando attraverso il turismo. La nostra rete conferma la stipula di contratti scalettati anche se sulle imprese, oltre allo spettro dell’inflazione che potrebbe ridurre le spese delle famiglie, incombe l’aumento dei canoni di locazione agganciati all’Istat.

Locazione preferita

I dati relativi alle operazioni realizzate dalle agenzie del Gruppo Tecnocasa hanno rilevato come il 77,7% di queste siano indirizzate alla locazione e il 22,3% alle operazioni di acquisto. Rispetto a un anno fa si segnala una sostanziale stabilità. La maggioranza di chi acquista lo fa con finalità di investimento e la percentuale è in leggero aumento rispetto all’anno scorso (passa da 48,9% a 53,3%). I rendimenti lordi da locazione (intorno al 9% annuo lordo) hanno sempre attratto gli investitori, ancora di più adesso con l’inflazione che spinge verso il mattone.

Sulle vie non di passaggio i locali commerciali sono ricercati da chi svolge attività che non necessitano di visibilità o che la ottengono attraverso i social oppure che erogano servizi. Sempre più si realizzano cambi d’uso in residenziale, in particolare in quei quartieri dove c’è un’elevata domanda di immobili residenziali, in affitto e in acquisto.

Sul segmento dei negozi, negli ultimi dieci anni, si segnala una diminuzione dei prezzi del 36,7% per le soluzioni nelle vie di passaggio e del 40,5% per quelle nelle vie non di passaggio. Sui canoni di locazione, invece, il ribasso è rispettivamente del 34,2% per le vie di passaggio e del 33,7% per le vie non di passaggio. La maggioranza dei negozi locati e compravenduti hanno una metratura inferiore a 50 mq.

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