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Rossella Baiocchi: “noi donne siamo il nostro cambiamento”

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Rossella Baiocchi, direttrice Marketing BAMA

Dall’articolo “Le Donne del mondo Brico e Giardino”, la testimonianza di Rossella Baiocchi, direttrice marketing di Bama Spa, azienda toscana, specializzata nella produzione di articoli in plastica per la casa e il giardino.

Come preannunciato nell’articolo dedicato alla presenza femminile nei comparti bricolage e giardinaggio, vi proponiamo la prima delle diverse interviste realizzate che testimoniano, esperienza, inizi e e carriere professionali nel mondo del lavoro.

La sua esperienza professionale. Come è arrivata nella sua posizione?
L’estate dopo l’esame di ragioneria (studi che portavano a una professione per cui ero priva di entusiasmo e non faceva per me), ho iniziato a lavorare in produzione nell’azienda di famiglia come operaia e ho imparato tantissimo in quei mesi. A settembre mio padre cominciò a portarmi in fiera, lo aiutavo a montare e smontare gli stand, parlavo con i clienti, prendevo gli ordini, raccontavo gli articoli e scoprii che mi piaceva e mi riusciva molto bene. Così decisi di smettere di studiare per cominciare a lavorare. Nei miei primi anni in azienda sono stata una tuttofare perché secondo mio padre era importante che conoscessi tutti gli aspetti di ogni reparto, “mi sono fatta le ossa” come si suol dire perché per fare le case bisogna partire dalle fondamenta e non dal tetto!

Ho fatto l’operaia, la magazziniera, fino al primo lavoro d’ufficio in un’era pre-digitale, che consisteva nel ricopiare tutta la rubrica del telefono, me lo ricordo come se l’avessi fatto ieri, interminabile! Poi sono stata centralinista e passo dopo passo sono arrivata dove sono oggi, informandomi sul mercato e le sue strategie di comunicazione, impegnandomi e conquistando la fiducia di tutti, perché non è vero che se l’azienda è di famiglia è tutto rose e fiori! Anzi, nel mio caso è stato peggio perché ho dovuto dimostrare, sempre dimostrare, di essere in grado di fare tutto quello che fanno gli uomini con sempre le stesse frasi all’orecchio: ‘sei brava ma non sei un uomo’. Non mi sono arresa e oltre al mio ruolo in azienda, ho continuato a cercare soddisfazione alla mia vocazione, fino alla nascita della linea Pet, che mi appartiene dalla A alla Z, che rispecchia il mio animo, in cui posso riversare il mio amore per gli animali e la natura, in perfetta continuità con i valori aziendali.

La BAMA è una vera azienda familiare creata da mio Padre Renzo nel 1980. Mio padre è il creativo e inventa e segue i nuovi progetti con gli stampisti. Mia mamma Marcella si occupa dell’amministrazione. Poi ci sono mia sorella Laura che si occupa del punto vendita Bamastore, mia sorella Rita che si occupa del magazzino fiscale, mio cognato Giuseppe, responsabile di produzione, e mio marito Davide, direttore generale. Si dice che dietro ogni uomo di successo ci sia una grande donna…ma da noi è un bel mix…. Poi se vogliamo completare il quadretto ho 3 figli, 4 cani, 6 gatti, 2 cavalli, e 12 galline ovaiole……Una bella tribù!

Che ostacoli ha incontrato come donna?
Noi donne siamo in grado di fare tutto quello che fanno gli uomini e non mi abbasserò a dire la solita frase scontata “lo facciamo anche meglio” ma credo sia giusto sottolineare la parità di mezzi, mai ammessa ma effettiva. Nel mio percorso di crescita c’è stato solo un episodio che mi ha turbato, avevo vent’anni e un compratore del mondo garden mi fece presentare tutti gli articoli e poi mi disse che ero in gamba, che avrei potuto fare strada e che mi avrebbe fatto fare dei numeri importanti in cambio di attenzioni particolari. Annovero questa esperienza tra quelle che hanno forgiato il mio carattere, aiutandomi a imparare a decifrare le persone al primo sguardo e difficilmente mi sbaglio, è chiaro che l’imbarazzo confuso della ragazza di allora, oggi lascerebbe spazio alla consapevolezza della donna che sono.

Ritiene in generale che la donna sia discriminata nella carriera?
Non credo, mentre sono piuttosto sicura che se una donna vuole fare carriera spesso debba purtroppo ancora scegliere tra lavoro e famiglia. Si parla spesso di stipendi diversi tra uomo e donna ma questo è vero soprattutto qui da noi in Italia, nel mondo ci sono anche donne che guadagnano molto più degli uomini e rivestono ruoli molto più prestigiosi.

Invidia da parte di altre donne o solidarietà e stima?
Un vecchio luogo comune, quello dell’invidia tra donne. Assolutamente non credo che nessuna donna mi abbia mai invidiata, tra noi donne c’è stima, collaborazione, complicità, solidarietà… anche se spesso non ce lo diciamo, come mi ha scritto in tempi non sospetti una mia amica. Aggiungo che nella nostra azienda noi donne facciamo squadra e gioiamo dei traguardi altrui, se vince una, vinciamo tutte.

Ritiene di essere rispettata tanto quanto un uomo?
Penso e spero di sì. Ritengo che essere una donna in un mondo pieno di uomini e riuscire a fare bene il proprio lavoro oltre a quello di madre e compagna sia un grande traguardo e devo ammettere che nessuno mi ha mai mancato di rispetto in quanto donna, tantomeno sul lavoro. Ho avuto la grande scuola di mia madre, una figura fortissima che nella fase nascente dell’azienda, quando i macchinari e il personale scarseggiavano, faceva personalmente il suo turno alle macchine, persino incinta di 9 mesi, quando aspettava me.
Eleanor Roosevelt diceva “La donna è come una bustina di tè, non si può dire quanto sia forte fino a quando non la si mette nell’acqua bollente”, credo riassuma molti significati.

Trova che essere donna porti a dubitare del suo valore professionale?
Al contrario, trovo che per chi si rapporta con me, sia un valore aggiunto. Piuttosto mi pare che spesso molti uomini abbiano paura del potere delle donne e preferiscano denigrarle, attribuendo loro poca importanza. Ma il mondo sta cambiando e ci sono uomini che apprezzano il nostro operato e preferiscono lavorare con donne piuttosto che con altri uomini.

In cosa la donna ha un vantaggio rispetto ad un uomo e in cosa uno svantaggio (se esistono)?
Senza entrare nella militanza femminista, nel mondo di oggi in Italia è ancora molto più la donna a occuparsi della famiglia, rispetto all’uomo, spesso per questo deve rinunciare al suo lavoro. Pensiamo alle donne che a causa del covid hanno chiuso le saracinesche delle loro attività, non solo per motivi economici ma anche per accudire bambini o persone anziane, in questo la società ci “penalizza”. Le nuove generazioni però stanno cambiando, chissà che questo ‘vantaggio’ dell’uomo, col tempo non vada assottigliandosi, ripartendo al meglio in famiglia diritti e doveri, tra uomo e donna, garantendo le famose ‘pari opportunità’.

Nota che ci sia un cambiamento negli ultimi anni nella considerazione della donna manager da parte di colleghi, fornitori e clienti?
Ricordo la mia prima fiera, avevo 16 anni al Macef di Milano. Lo stand era pieno e tutti erano occupati, entrò un cliente (nostro cliente ancora oggi), notai che aveva fretta e dietro a lui c’era un corteo di persone con giacca e cravatta; così immaginai che fosse qualcuno di importante, presi un blocco e una penna e mi improvvisai venditrice, gli chiesi a quali articoli era interessato ma non conoscendone il nome man mano che sceglieva facevo il disegno sul foglio, lui lo notò ma non disse niente. Finito il giro mio padre si liberò e venne a salutarlo. Il cliente gli disse, sia furbo, investa nella signorina, è giovane ma conosce bene l’arte di improvvisare e di arrangiarsi e farà strada… mio padre non gli disse che ero sua figlia ma notai l’orgoglio nei suoi occhi e da quel giorno fece di tutto per farmi passare più tempo possibile in azienda.
Quando qualcuno vale questo valore gli viene riconosciuto, che sia uomo o donna e quando le cose si fanno con passione, la passione si trasmette. Noi donne siamo il nostro cambiamento, non avviene da fuori verso di noi, ma piuttosto da dentro di noi verso l’esterno. Credo di essermi conquistata il rispetto di tutti, non è stato semplice ma il tempo ha dato i suoi frutti.

Trova nell’articolo Le Donne del mondo Brico e Giardino la lista completa delle interviste da leggere.

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