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Carmina Campus non butta niente

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Redazione

Ancora una collaborazione per recuperare materiali destinati alla discarica, che Carmina Campus utilizza invece nelle sue linee di borse e accessori. Al suo sesto anno di vita, compiuto nel dicembre 2012, Carmina Campus, marchio creato da Ilaria Venturini Fendi per creare con il riuso di materiali, borse, accessori e mobili, allunga la lista dei materiali su cui sperimentare.

Da alcune stagioni ha trovato una maniera originale e molto sofisticata di utilizzare le placche che coprono gli interruttori della luce, facendole entrate in alcune linee di borse come le Switch bags o le Nina bags (corpo borsa realizzato con pelle dei campionari dei pellettieri, fodere di tessuti vintage), come decoro sulla pattina, con i fori rettangolari degli interruttori “riempiti” di piccole cartelle colori in pelle in varie combinazioni cromatiche.

Nella collezione delle Gardener bags (così chiamate perché ispirate alle borse attrezzi dei giardinieri), le placche forate, in metallo argentato o dorato, o anche in altri materiali dai colori brillanti, diventano manici.

Il successo di queste borse è stato il preludio ad una partnership con uno dei maggiori produttori mondiali di linee di interruttori di design, BTicino. Siglando un accordo con questa storica azienda, leader nel campo delle apparecchiature elettriche, Carmina Campus instaura una collaborazione a lungo termine che ha non solo lo scopo diretto di approvvigionarsi di un materiale di scarto non riciclabile che trova un riutilizzo nelle sue borse di design, ma anche di compiere un’opera di sinergia tra aziende per promuovere l’idea di condivisione e scambio e dare un esempio di risposta creativa allo spreco di risorse che inquina e impoverisce il pianeta.

Nella nostra azienda l’attenzione alla sostenibilità e l’abitudine al riciclo hanno radici molto lontane –, conferma Paolo Perino, Presidente e Consigliere Delegato di BTicino – Oggi ricicliamo quasi integralmente gli scarti di produzione. Con questa collaborazione vogliamo dare nuova vita anche a quei pochi prodotti di design, come alcune placche verniciate, che non possono essere riciclati e sarebbero altrimenti destinati alla discarica.”

In una realtà globalizzata – afferma Ilaria Venturini Fendiin cui i problemi economici, sociali e ambientali sono interconnessi, è ormai imperativo fare rete con altre realtà produttive per cercare interazioni positive. Penso che i benefici non siano solo per l’immagine delle aziende. Anche piccoli progetti infatti possono avere la forza di promuovere nuove tendenze con ricadute positive sull’ambiente, sull’economia e quindi sul benessere del pianeta.”

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