Continua la vicenda PAN, di cui abbiamo già scritto. Il grido d’allarme viene ancora una volta da Compag, l’associazione nazionale che rappresenta i commercianti di prodotti per l’agricoltura, perchè i sette milioni e 200 mila hobbisti italiani oggi sono a rischio, dato che nessuno più darà loro ciò che hanno sempre trovato in libera vendita, compresi quel solfato di rame e quello zolfo ritenuti idonei nelle colture biologiche.
L’annunciato PAN – Piano D’azione Nazionale – pubblicato nel gennaio 2014 ed entrato in vigore nel novembre 2015 è arrivato come una scure sopra la testa di tutti. Il tempo c’è stato, ma nessuno ha mosso un dito affinché il comparto agricolo di ogni tipo e importanza si adeguasse alla norma e si facesse trovare pronto al suono del gong. Pronto come? Con un patentino da esibire all’atto di acquisto degli agrofarmaci, ottenuto seguendo un opportuno corso di formazione che rendesse più coscienti e consapevoli sia gli utilizzatori che i venditori. Una richiesta legittima, giusta in quanto tale, oltre che perché di valenza europea.
Ancora oggi la richiesta è disattesa dato che, ad oggi, solo nel comparto professionale, su un milione e mezzo di aziende agricole solo trecento mila sono in possesso di patentino. Qualche Regione ha pensato di correre ai ripari attivando una macchina burocratica a dir poco macchinosa, che pretende di tracciare l’acquisto di ogni singolo prodotto, fino allo scorso novembre in libera vendita, con carta di identità, autodichiarazione di utilizzo, codice fiscale… carte su carte che nessuno mai leggerà o valuterà.
Qualche altra Regione ha stretto ancor più le maglie del “no” agli hobbisti impedendo l’acquisto di rame e zolfo oltre la confezione da chilo. Altre ancora gli hobbisti non li considerano proprio impendendo loro, anche volendo, di frequentare i corsi per ottenere i patentini. E infine altre, ai corsi non hanno proprio pensato, rispondendo con un nulla di fatto su tutta la linea.
Oltre al fatto che non si dimostra corretta nemmeno la distinzione tra amatore e utilizzatore professionale, distinzione che autorizza erroneamente talune Regioni a penalizzare l’hobbista. Il corso è uno, unico, uguale. L’unica distinzione ammissibile – per legge – dovrebbe essere tra persona in possesso di patentino in quanto formata e persona priva di patentino in quanto non formata. Esattamente come avviene per la patente di guida, per la licenza di pesca o per quella di caccia: il rilascio non è legato ad alcuna motivazione privata o professionale, ma ad una idoneità che deve rispondere a parametri fisici, psicologici, conoscitivi.
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