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Sviluppo italiano e possibilità maltesi

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Filippo Malluzzo, Sicilferramenta

L’approccio multicanale non è ancora concreto ma l’intento di sbarcare sul web c’è, così come la volontà di espandersi, magari al di là dei confini italiani. Al momento si tratta di progetti in fase teorica su cui però l’insegna siciliana Sicilferramenta (associata a Brico Progetto Italia) sta svolgendo un’attenta analisi.

“Siamo nati nell’85 come rivenditori al dettaglio -spiega Filippo Malluzzo, responsabile del punto di vendita situato a Gela (Cl) in via Venezia 522-. Negli anni abbiamo dovuto strutturare la nostra presenza in base alle esigenze di un mercato altalenante che ha subìto le conseguenze di fenomeni esterni ma vincolanti come la crisi, la pandemia o come l’aumento del prezzo delle materie prime e dei noli”.

Che tipo di scelte avete dovuto affrontare?
Innanzitutto abbiamo dovuto ridimensionare il nostro punto di vendita precedentemente sviluppato su una superficie di 800 mq scegliendo un’altra location da 250 mq. Questa scelta è stata dettata da esigenze specifiche: in primo luogo la crisi economica e di conseguenza il calo del fatturato. Il piccolo formato ci ha permesso di proseguire la nostra attività nonostante scelte difficili e dolorose come quelle del licenziamento di alcuni addetti.

Il ridimensionamento del formato vi ha costretti a rimodulare l’assortimento?
Abbiamo dovuto diminuire il numero di referenze optando per articoli ad alta rotazione. Nel nostro assortimento oggi non si trova né il prodotto economico né di fascia alta. Abbiamo, invece, optato per un prodotto medio con un buon rapporto qualità prezzo in grado di soddisfare le esigenze di un vasto target di consumatori.

Quali sono nel vostro caso le referenze alto rotanti?
In primo luogo il legno, i listelli, ma anche i prodotti di ferramenta, gli elettroutensili e il giardinaggio.

Come sono cambiate le abitudini dei consumatori in periodo di Covid? E cosa è rimasto oggi delle rinnovate necessità di acquisto?
Nella fase iniziale, il Covid ci ha messo a dura prova. In realtà, successivamente, nel corso del 2020, abbiamo riscontrato un decisivo aumento dell’afflusso del cliente privato e questo ha comportato un incremento del 30%, dovuto soprattutto al sostanzioso acquisto di dispositivi di protezione individuale, come guanti, mascherine, visiere a cui si sono sommati tutti gli articoli per i lavori in casa fai da te. Quest’anno, invece, la situazione si è stabilizzata tornando ai volumi dell’anno precedente al Covid. Adesso però ci troviamo a fronteggiare un altro problema.

A cosa si riferisce?
All’aumento dei prezzi che ci ha creato non poche difficoltà negli ultimi mesi sia per quanto riguarda l’approvvigionamento dei materiali, sia per quanto riguarda il rapporto con i clienti. Siamo stati costretti a raddoppiare il prezzo di alcuni prodotti e questo ovviamente al consumatore non piace.

Quali i materiali più difficilmente reperibili?
Gli articoli per i ponteggi. Sono difficili da trovare e quando ci sono hanno tempi di consegna molto lunghi.

Alla luce di quanto detto fino ad ora, come vede il futuro del settore?
Io sono molto fiducioso e spero nell’aumento dei consumi. Inoltre, c’è da valutare il Bonus casa che, in un modo o nell’altro, porterà lavoro e consumi. La mia speranza è che questo settore entro un paio di anni si consolidi e cresca. 

Dal vostro punto di vista come state programmando lo sviluppo?
Stiamo lavorando per potere avviare l’eCommerce che riteniamo strategico al giorno d’oggi. Siamo in una prima fase di valutazione di opportunità e costi. Il retail fisico nel nostro territorio è e rimane un punto di forza perché i nostri clienti, sia privati che professionisti, hanno bisogno di un contatto diretto, di consigli e informazioni utili anche per risolvere problemi o per scegliere soluzioni alternative. Ma l’eCommerce di fatto è una realtà consolidata e in continua crescita che non possiamo trascurare.

Intendete espandervi con nuovi punti di vendita?Il desiderio di espandere la rete c’è, ma al momento più che un obiettivo è un sogno. Di certo, se mai dovessimo procedere in questa direzione preferiremmo non aprire negozi in Italia dove la tassazione è troppo alta. Punteremmo piuttosto sull’estero.

Rimaniamo nell’ambito delle possibilità teoriche. A quali Paesi guardereste con interesse?
Direi, senza ombra di dubbio, Malta.

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