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Sabrina Canese: “quello che penso sulla distribuzione”…e sull’associazione


sabrina canese presidente assofermet
sabrina canese presidente assofermet

La vedremo tra pochi giorni impegnata nei convegni che la sua associazione ha organizzato in occasione di Hardware Forum. È Sabrina Canese, presidente Assofermet Ferramenta, al suo secondo mandato e figura preziosa, perché rappresenta due importanti elementi della filiera (grossista e rivenditore) del settore.

Con lei alcune riflessioni sull’ultimo anno e mezzo (leggi Covid), la rivendita, il mercato e soprattutto l’attività dell’associazione che deve essere un punto di riferimento per il mercato, portatrice di istanze presso le istituzioni e di informazioni per gli addetti ai lavori.

La presidenza di Assofermet Ferramenta, una riconferma. A questo si è aggiunto anche il recente ingresso di Francesca Ferrari. Un’associazione sempre più al femminile…
Non solo nella divisione Ferramenta. In Assofermet alla vicepresidenza abbiamo Cinzia Vezzosi, e alla Divisione Rottami la presidente è Laila Matta. Siamo 3 donne nei ruoli apicali e nel sindacato Ferramenta siamo in 3: oltre a me anche Susanna Cagnoni e Francesca Ferrari che, tra l’altro abbiamo delegato ai rapporti con l’Europa con Edra che sta gestendo il tema importante del digital service act. Insomma, in associazione è in atto un bel cambio generazionale, necessario per poter affrontare al meglio l’evoluzione epocale che stiamo attraversando nel commercio.

Un segnale chiaro, comunicato anche in conferenza stampa
Si, abbiamo voluto organizzare un appuntamento con il comitato tecnico e rimarcare l’impegno di questi due anni, perché anche durante il lockdown l’associazione non si è fermata, anzi, e ha ottenuto dei buoni risultati. Il lavoro è stato enorme e posso dire che se non ci fosse stato l’intervento di Assofermet, il settore non avrebbe beneficiato dei risultati positivi del 2020.

Esattamente come è andata?
E’ stato un lavoro a dir poco frenetico svolto con estrema velocità appena prima che Fontana, governatore della Lombardia, inviasse al presidente Conte la richiesta di chiusura delle attività commerciali, il lockdown, appunto. Assofermet è riuscita a far sentire le sue ragioni affinché il codice Ateco relativo ai negozi di ferramenta fosse inserito nella lista delle attività essenziali. Un successo ma anche un problema, perché inizialmente i grossisti non furono inseriti. Una situazione poi risolta mediante deroghe dei codici Ateco e le richieste in prefettura. Ma non è finita.

In che senso?
Ora siamo alle prese con un altro problema, relativo alla sorveglianza radiometrica, scadenza per la quale Assofermet, fra gli altri, è riuscita ad ottenere una proroga al 30 settembre. Si tratta della direttiva europea (2013/59/Euratom) che riguarda le merci extra UE e che prevede che i controlli, attualmente evasi dalla dogana portuale, vengano effettuati in azienda, mediante l’installazione di cancelli con radio sorveglianza e personale preposto. Possiamo immaginare quale problema possa rappresentare questa normativa, in particolare in un momento critico con il rincaro delle materie prime, il costo dei noli alle stelle e l’allungamento dei tempi negli approvvigionamenti.

Quali settori ne saranno coinvolti?
Per quanto ci riguarda siamo ormai a 2.000 voci doganali, ad esempio le casseforti o la bulloneria, il fissaggio, ecc.

Le materie prime, appunto, ormai vero e proprio leit motiv di questo 2021. A che punto siamo?
È e sarà ancora un tema di grande attualità e, per questo sarà oggetto di una tavola rotonda al prossimo Hardware Forum, dove si cercherà di ampliare la visione a livello europeo per capire cosa sta succedendo e come interpretare questo fenomeno. Nella quotidianità ogni giorno dobbiamo rivedere i nostri listini, perché ogni giorno arrivano comunicazioni in tal senso dai fornitori. Saltano le date di consegna e di approvvigionamento ed è diventato davvero difficile fare una corretta programmazione delle forniture. Se un nolo costava 1.000 euro ora ne costa 9.000. Bolla speculativa? Guerra commerciale? Mercati finanziari? L’unica certezza è che non penso che i prezzi diminuiranno, piuttosto tenderanno a stabilizzarsi.

Al netto delle difficoltà. Come sta andando il 2021 degli associati Assofermet Ferramenta?
Non va assolutamente male, e non solo pergli associati. Parliamo di incrementi a due cifre anno su anno e mese su mese. Si è verificato un vero e proprio boom di attenzione da parte delle persone verso la casa, verso il giardino e/o terrazzo, partito già nel 2020 e che sta proseguendo in questo 2021.

Si prevede un assestamento? Quando?
Penso che il 2020 e il 2021 siano drogati e che solo nel 2022 si potrà fare un’analisi corretta di come sono andate e soprattutto di come andranno le cose. Ci sono stati il blocco licenziamenti, le moratorie bancarie, la cassa integrazione e le aziende sono riuscite a sopperire al colpo dato dalla pandemia. E’ vero anche che nel 2022 ci sarà il PNRR, che dobbiamo riuscire ad intercettare, puntando sui giovani, sul cambio di capitale umano, sulla digitalizzazione.

Il mercato sta andando bene, ma il settore? Ha affrontato la necessaria modernizzazione?
Il settore è leggermente migliorato e il processo di ammodernamento è ancora a macchia di leopardo e si vede dove c’è una spinta giovane. Per la gran parte dei grossisti il discorso è già avviato da tempo ma di fatto siamo dei “depositi”. Ciò che dobbiamo fare è lavorare sempre di più sulla e con la rivendita di ferramenta, diventare una sorta di accompagnatori nel percorso di ammodernamento delle strutture. Ma se per noi il focus è soprattutto il negozio, è chiaro che per tutti (noi grossisti compresi) l’obiettivo è il consumatore finale, che ha sempre più canali di acquisto, è informato ma ha bisogno di supporto, di emozione, di esperienza. Ogni settore innovato è, di default, un competitor, non si sa quanto ti porterà via, ma lo farà. Per questo è essenziale diventare sempre più attraenti.

In che modo? Assortimento? Struttura? Servizi?
In tutti i modi. Penso che un bel negozio, pulito, fornito, che ti offre la prova sul campo, attrae. Vedo molti colorifici che stanno cambiando in questo senso e anche se in Liguria esiste un problema di limitazione degli spazi, giusto per fare l’esempio pratico del mio territorio, concentrarsi e specializzarsi in un comparto merceologico può essere una soluzione. E poi la digitalizzazione che serve ad elevare l’efficienza anche se hai un negozio di 50 mq e ti permette di avere un rapporto continuativo con il tuo grossista di riferimento, migliorando le performance nei tempi e nelle forniture. Perché il digitale non è solo avere un sito o fare e-commerce, ma i software gestionali e il WhatsApp che arriva al consumatore finale con lo sconti e promozioni, magari con una comunicazione divertente non aggressiva.

Ma tutto ciò riguarda solo i rivenditori o anche i grossisti?
Riguarda tutti e si vede i risultati. In questi ultimi anni hanno cessato l’attività anche realtà importanti e alcuni, purtroppo, maturano ancora la presunzione di essere delle isole, di poter fare quello che vogliono, e di essere i più bravi, ma è un errore. Oggi è sempre più necessario informarsi, guardare al di fuori dei propri confini “naturali”, collaborare e fare gruppo.

Attualmente quanti sono i grossisti in Italia?
Quelli che monitoriamo come Assofermet sono 66, anche se alcuni di loro non sono società di capitali. Quando diamo i premi con la collaborazione del Cerved analizziamo 60 realtà dai 2 milioni di euro di fatturato.

Esistono dei gruppi di acquisto, aumenteranno?
No, di solisti che pensano di far da soli ce ne saranno ancora e chissà per quanto, oppure entrano ed escono secondo tempi e opportunità. All’estero si aggregano in misura maggiore e francamente alla fine non so se funziona molto stare da soli. Da solo non si salva nessuno.

Da qualche anno si parla tanto di prossimità, ci crede?
Non tanto. Con la pandemia abbiamo tutti riscoperto il negozio sotto casa, ma il problema sta nella demografia, da una parte l’età media della popolazione che si è ulteriormente alzata e ora è di 46 anni (fonte Istat – ndr.), dall’altra la mancanza di ricambio generazionale e il cambio di mentalità nel commercio. Moltissimi piccoli negozi vanno avanti perché sono a conduzione famigliare, ma sarebbe utile capire come un negozio può essere attrattivo per un giovane che vuole lavorare in proprio e aprire un’attività.

E della Gds brico? Che ne pensa? Qual’è il pensiero dal suo punto di osservazione?
Vedo insegne che stanno lavorando bene, che portano innovazione, che veicolano concetti come la sostenibilità e a livello di immagine sono molto presenti. Tuttavia, se le ferramenta esistono ancora così numerose è perché la Gds non riesce ancora a rispondere a certe esigenze. Un esempio è consulenza tecnica o, ancora, la comodità del “sotto casa” e anche i prezzi, che spesso sono più bassi in ferramenta ma, e non mi stancherò mai di dirlo, la rivendita deve imparare dal punto di vista dell’immagine e della comunicazione. È indispensabile che il rivenditore approfitti ora del ritardo della Gds, perché quando entrano in città, le insegne hanno una capacità finanziaria che il piccolo rivenditore non si può permettere.

Oltre all’importante lavoro dell’associazione in questo ultimo anno e mezzo di pandemia, su quali altri temi state lavorando.
Sono convita che ci siano competenze che solo un’associazione deve avere e una di queste è l’analisi del proprio mercato di appartenenza, in particolare, per quanto ci riguarda, della distribuzione. Per questo lavoriamo con Cerved e GFK, da qual quale abbiamo acquistato una ricerca sulle ferramenta. Si tratta di uno studio corposo e importante, probabilmente il primo studio completo che si possa avere sulla rivendita di ferramenta; uno studio che ha costi importanti e che l’associazione mette a disposizione dei propri associati. Direi che è un valore aggiunto significativo.

Al momento quanti sono gli associati? Negli anni qualcuno si è perso…
Si, attualmente gli associati sono 25 e stiamo lavorando per aumentare nuovamente il numero degli aderenti. È necessario, per portare avanti istanze e valori presso le istituzioni nazionali ed europee e la nostra è una posizione preziosa perché possiamo avere una visuale a 360° sul settore, dalla produzione al cliente finale.



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