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Ottimax, da Afragola a Catania, a parità di condizioni

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Nulla di fatto, il risultato dell’incontro avvenuto in Regione, convocata dal presidente della commissione lavoro e attività produttive della Regione Campania, Nicola Marrazzo. Del resto era piuttosto prevedibile, considerando che l’azienda una sua proposta l’aveva già fatta e che, al momento, non dispone di altri punti vendita più vicini a quelli di Catania, dove poter pensare di ricollocare i 67 addetti impiegati nel punto vendita Ottimax di Afragola.

Tuttavia questo non basta e così, continuano le proteste e gli scioperi, tanto che rispetto alla prima data di chiusura comunicata, il 28 febbraio, ora la proprietà sta vagliando altre possibilità, nel caso non fosse possibile proseguire.

“Il dispiacere è grande e non avremmo voluto procedere alla chiusura – ha commentato Massimo Pulcinelli, presidente del Gruppo Bricofer, ci sui fa parte anche Ottimax Spa -. Abbiano cercato di fare il possibile, ma le perdite non sono più sostenibili e ai lavoratori abbiamo offerto lo stesso impiego presso il nuovo punto vendita che aprirà, a giugno, a Catania“.

Un’affermazione a ulteriore conferma di quanto già espresso nella nota stampa di qualche giorno fa, diffusa per chiarire “i termini della spiacevole questione che vede coinvolta la nostra Società”.

Nella nota si dichiara che “Ottimax Italia S.p.a. ha risolto il contratto di affitto del ramo di azienda del punto vendita di Afragola a fronte di alcune complesse problematiche contrattuali con la proprietà della stessa e conseguenti cogenti criticità gestionali che rendevano non più sostenibile, né operativamente né economicamente, l’iniziativa imprenditoriale”.

E prosegue: “A fronte di ciò la Società si è attivata per la salvaguardia occupazionale di tutto il personale e ciò ha fatto offrendo la ricollocazione, a parità di condizioni economiche e normative, presso un nuovo punto vendita di prossima apertura a Catania, ivi trasferendo il personale ai sensi delle norme del CCNL applicabile. Avrebbe forse dovuto la Società attivare una procedura di licenziamento collettivo (con ovvi oneri conseguenti a titolo di indennità di disoccupazione Naspi a carico delle finanze dell’Inps) pur avendo necessità occupazionali?”.

E, infine, rispondendo alle diverse polemiche e dichiarazioni lette sui quotidiani locali, Ottimax rilancia la palla puntando l’attenzione su “chi non abbia saputo creare, negli anni le condizioni logistiche e strutturali per sostenere plurime opportunità occupazionali in località economicamente depresse, definendo surreale e semplicistico addossare, oggi, la responsabilità a chi ci ha provato assumendosi tutti i rischi e gli oneri”.

Una risposta a “Ottimax, da Afragola a Catania, a parità di condizioni”

  1. Giulio ha detto:

    Certo perchè è nomale per voi preservare cosi l’occupazione……non ci sono parole su quello che è stato fatto…un azienda cosi grande ma con una mentalità piccola….

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