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Gennari, legnami e Fai da te

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Incontro Giulio Gennari, titolare dei negozi Bricolarge di Grosseto e Follonica

Come nasce la Vostra attività?
Mario Guelfo Gennari, mio padre, fondò l’azienda che porta il suo nome nel 1958. Era un giovane trasferitosi con la famiglia a Grosseto dal Monte Amiata. L’attività di famiglia inizia con mio nonno che precedentemente aveva lavorato nel commercio e nella trasformazione del legname, castagno su tutto, di cui il monte Amiata era ricco. Mio padre sviluppò e modernizzò l’attività del nonno nel commercio di legname. Nell’Italia del miracolo economico importava tavolame e segati dall’Austria e dalla Scandinavia. Poi l’arrivo di tanti prodotti nuovi legati alla trasformazione industriale del legno. Compensati, profili etc… In quegli anni cambia anche la società italiana, un popolo con maggiori disponibilità economiche una “ricchezza” diffusa mai vista prima.

Le case si trasformano e nasce il mercato del “fai date”…
Per la verità all’inizio non c’era nemmeno un nome a identificare questo mercato. Fai da te non si capiva cosa fosse. Ancora meno “do it yourself” di cui il nostro era solo una traduzione. La parola brico, oggi tanto abusata è venuta dopo, con i francesi. Comunque, è a Grosseto che nasce la nostra prima struttura dedicata. Separando il commercio all’ingrosso da quello al dettaglio. Un passo fondamentale fu fatto nel 1979, quando mio padre con altri commercianti del settore di tutt’Italia fonda il Consorzio Puntolegno, il primo in Italia. Sono tempi pioneristici e felici. Il Consorzio si amplia ed in pochi anni è presente in tutta la penisola.

E poi, cosa è successo?
Poi tante vicissitudini, italiane, Consortili e aziendali, e, naturalmente anche personali. L’arrivo della concorrenza straniera, gli investimenti familiari i successi e le sconfitte. E, ancora, le pagine terribili come l’incendio del 1998 che distrusse la nuova sede di Grosseto. Ma anche la rinascita, l’impegno nel cda del Consorzio da parte mia fino a divenirne Presidente e poi il passaggio al Consorzio Evoluzione Brico in cui ancora ricopro quella carica.

Molti dei compagni di viaggio di quell’impresa pioneristica hanno ceduto o chiuso, vedi Balconi a Vergiate, Benvenuti a Genova, Scalia e Romano in Sicilia, Marchetti a Pisa.
Sono lapidario: L’evoluzione è necessaria e chi non si adegua sparisce

Per questo siete da sempre favorevoli alle Associazioni tra Rivenditori?
Riteniamo che il futuro debba passare da un’integrazione sempre più forte tra aziende. Bisogna e bisognerà sempre più ragionare di concorrenza forte e strutturata contro la quale ci vuole una gestione commerciale e finanziaria professionale e adeguata. Difficile da attuare attraverso singole aziende di piccolo respiro. Bisogna vedere cosa è accaduto in mercati più maturi come Francia o Spagna.

Passiamo ai due negozi
Il negozio di Grosseto vanta una superficie coperta di oltre tremila metri quadrati magazzino escluso. Ci lavorano 15 persone. Quello di Follonica ne ha 1600 con 7 addetti fissi e, generalmente altri due durante la stagione primaverile/estiva, essendo un punto vendita con una notevole espansione legata al fenomeno turistico. Entrambi hanno adottato il marchio “ Bricolarge “ e sono controllati dalla società Bricolarge srl nata come spin off della Mario Gennari srl con il precipuo scopo di gestire e sviluppare il mercato del Fai da te locale.

Che tipo di clientela avete?
La clientela professionale propriamente detta, quelli che hanno la partita IVA e svolgono un’attività artigianale come falegnami, imbianchini, muratori e altro, sono relativamente pochi. Percentualmente più a Follonica che a Grosseto. Del resto, nel capoluogo esiste la “parent company” Mario Gennari che ha nel DNA il lavoro con i professionisti del settore.

Quali sono i principali reparti nei negozi?
I settori più “pesanti”, accanto a quello del legno e derivati che sono da sempre il nostro cavallo di battaglia vista la genesi, sono quelli che nel tipico brico italiano hanno la maggior importanza cioè vernici e bagno..

C’è una differenza tra i 2 negozi?
Grosseto ha una clientela più cittadina. A Follonica si ragiona su un pubblico proveniente più dalle frazioni e dall’ambiente rurale oltre ai proprietari delle seconde case. Del resto Follonica va a moltiplicare i suoi abitanti durante il periodo estivo.

Qual è il vostro rapporto con la vendita online?
Per ora ci siamo limitati ad operare con pochi prodotti su cui siamo forti attraverso market places di riferimento. Il futuro merita riflessioni profonde, a partire da quello che accade nel nostro Paese e in Europa in genere. Aggiungo che stiamo anche meditando sulle tematiche di efficienza che quest’attività porta. Pensate alle nostre strade invase da mezzi che vanno a fare tantissime piccole consegne dentro i centri abitati. Il tema dell’efficienza va approfondito.

Come vede il mercato online nel DIY e Garden?
Bisogna pensare che non esistono brands riconosciuti o quasi. Per questo bisogna pensare in ottica di funzione piuttosto che di prodotto.

E come vede l’evoluzione del mercato Fai da te?
Vedo un mercato affollato di una pletora di insegne tra loro concorrenti. Tutte  troppo simili l’una  all’altra.

E il mercato tradizionale degli artigiani?
Difficile da sfruttare per i nostri brico, ma molto promettente.

Le più importanti problematiche nella vostra attività
Un’enormità, lo ammetto. Le più importanti: concorrenza, burocrazia, cattivi servizi da parte della PA, mancanza di legalità diffusa. Da competitors che non seguono le regole allo shop lifting e tanto altro.

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