Acciao in calo ma pesano i costi del trasporto
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Dopo le speculazioni del mese di gennaio, che avevano portato il costo del trasporto a un aumento del 500% rispetto ai valori di dicembre, è in calo costante il prezzo dell’acciaio trasportato attraverso il canale di Suez.
A distanza di mesi dall’inizio della crisi di Suez, è ancora evidente l’aumento dei costi di trasporto dell’acciaio, +150% rispetto al periodo prima della crisi. Per l’acciaio che tradizionalmente passava per il Mar Rosso, il prezzo medio del trasporto in navi portacontainer è passato da 1.200$ per TEU (dicembre 2023) a circa 3.000$ per TEU – l’unità di misura del trasporto in container, che corrisponde a 25 tonnellate di acciaio.
Tutte le principali compagnie di navigazione di navi portacontainer continuano a scegliere di aggirare Suez passando dal Capo di Buona Speranza. Il picco di 5.300$ per TEU è stato raggiunto a fine gennaio e nel corso del mese di febbraio il costo è costantemente diminuito.
“È stato soprattutto l’effetto speculativo delle compagnie di trasporto, oggi notevolmente ridimensionato, a giustificare gli aumenti visti per tutto il primo mese dell’anno – ha dichiarato Gian Pietro Alberti, Membro del Comitato Tecnico di Assofermet Acciai -. La situazione continua comunque a essere fortemente volatile e imprevedibile, perché i prezzi dei noli cambiano repentinamente e rendono impossibile ipotizzare l’evoluzione dei costi da un giorno all’altro”.
A livello generale,uno degli elementi più concreti che giustificano gli aumenti è che una giornata in mare di una nave portacontainer ha un costo che va dai 150mila ai 200mila dollari (costo tipo di una mega-nave portacontainer, che trasporta dai 10.000 ai 24.000 container). All’effetto sui prezzi si aggiunge l’aumento dei tempi di trasporto: per trasportare acciaio dai Paesi extra-UE dell’estremo oriente sono necessari dai 15 ai 25 giorni in più rispetto ai 30 giorni di prima dell’inizio della crisi.
“Situazione molto diversa – continua Gian Pietro Albert – per le navi break bulk, vale a dire le imbarcazioni che trasportano acciaio sfuso e non in container. Generalmente, per queste navi continua a essere più conveniente passare per Suez”.
I costi principali del Mar Rosso per la tratta estremo oriente-Mar Mediterraneo sono il pedaggio dovuto all’autorità dell’Egitto e l’aumento del premio assicurativo. Indicativamente, per una nave di 50.000 mt di portata il pedaggio si aggira intorno ai 190.000$ per ogni passaggio e il premio assicurativo è di circa 150.000$ per ogni nave. Tuttavia, per le imbarcazioni break bulk passare dal Capo di Buona Speranza avrebbe dei costi ancora maggiori.
La maggior parte dell’acciaio esportato in Italia e in Europa passa proprio attraverso il canale di Suez. Nel corso del 2023, in linea con gli anni precedenti, alcuni dei Paesi che hanno esportato più acciaio in Italia e nella UE sono stati India, Cina, Vietnam, Giappone, Taiwan e Corea del sud: tutti Paesi che tradizionalmente transitavano per il Mar Rosso.
Complessivamente hanno esportato nel 2023 5,48 milioni di tonnellate di acciaio, vale a dire il 73,8% del totale dell’acciaio importato in Italia da Paesi extra-UE (7,42 milioni di tonnellate). Una tendenza simile è valida per l’intera Unione europea: dagli stessi sei Paesi sono arrivate 16,14 milioni di tonnellate su 29,3 milioni di import globale complessivo (dati Eurometal-Assofermet). La maggior parte dell’acciaio esportato in UE e in Italia, dunque, transita proprio per Suez.
Con 1,3 milioni di tonnellate, in particolare, è l’India il Paese ad aver esportato più acciaio in Italia lo scorso anno, seguita dalla Cina con 1,1 milioni di tonnellate. Complessivamente, nel 2023 c’è stata un’impennata del 62% rispetto al 2022: due anni fa, i sei Paesi analizzati hanno esportato nella Penisola 3,3 milioni di tonnellate di acciaio.
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