Edilizia e Arredamento: proposte a Confcommercio e Governo
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Angaisa, Federcomated, Federmobili e FME. Le organizzazioni di rappresentanza delle imprese della filiera dell’edilizia e dell’arredamento, che generano, in Italia, 135 miliardi di fatturato l’anno per 1 milione di addetti.
“Come filiera dell’edilizia ci sentiamo anche un’altra grande responsabilità̀, quella di guardare fin da ora al dopo, a quando dovremo ricostruire questo Paese (grandi opere, rigenerazione urbana, efficientamento energetico, efficientamento sismico, ecc.). Sappiamo infatti che saremo il solo settore che, seppur martoriato e ferito come tutti gli altri, potrà̀ mettersi a lavorare da subito per tutti, con ricadute positive anche per altri settori della nostra economia ai quali servirà̀ necessariamente più̀ tempo per ripartire, perché́ legati alla ripresa dei consumi interni oltre che internazionali”
Questo il commento di Luca Berardo, presidente di Sercomated e consigliere di Federcomated, la federazione nazionale commercianti in materiali da costruzione edili che raggruppa 10mila aziende della distribuzione e tramite Sercomated, anche il mondo della produzione.
Le proposte della filiera
Le organizzazioni hanno sottoposto a Confcommercio e al Governo, alle forze politiche e al mondo finanziario, proposte di intervento che ritengono di priorità immediata e imprescindibile per riuscire a mantenere i livelli occupazionali delle proprie imprese e fare da subito la propria parte per la tenuta economica e sociale dell’Italia. Proposte la cui priorità ha ancora più valore e peso in quanto non riguarda solo la nostra filiera, ma tutte le imprese del Paese. Queste sono:
- Moratoria fiscale rafforzata e allargata al sistema dei tributi locali e alla TARI
- Sostegno alle imprese con un’immediata iniezione di liquidità a copertura delle spese di funzionamento, attraverso contributi a fondo perduto e/o prestiti a tasso zero coperti da garanzia statale
- congelamento della valutazione del merito di credito delle imprese al momento immediatamente precedente l’inizio dell’emergenza.
Non solo. Con riferimento, in particolare alla priorità di cui al punto 2, le categorie dell’edilizie dell’arredamento, ritengono che possa risultare molto efficace la proposta che sta circolando denominata PIANO BRIDGE, che prevede per tutti gli operatori economici non finanziari un credito aggiuntivo (rispetto a quello che le banche metterebbero normalmente a disposizione) pari a massimo 3/12 del fatturato 2019 dell’operatore, a tasso zero, rimborsabile in massimo 100 rate a partire dal 1 gennaio 2022, garantito al 100% dallo Stato a titolo gratuito.
“Un Piano Ponte – commenta Mauro Mamoli, Presidente di Federmobili, – che insieme alle altre misure proposte dalla nostra Confederazione consentirebbe a tutti gli operatori di onorare i pagamenti improrogabili e di mantenere l’occupazione, in modo da poter essere pronti a ripartire non appena l’emergenza sarà rientrata. Francia e Svizzera hanno già adottato in tempo reale misure simili. Ritengo sia utile prendere spunto dal loro esempio e sono convinto che possiamo anche fare di meglio, ma bisogna farlo subito con decisione e senza ulteriori tentennamenti”.
“E’ necessario fare appello al buon senso, al rispetto e alla reciproca collaborazione, nella consapevolezza che nessuna delle categorie che operano nel comparto edilizio e nel relativo indotto può pensare di muoversi autonomamente, senza tenere conto del rapporto di interdipendenza che le lega storicamente, l’una all’altra” ha sottolineato Enrico Celin, Presidente di ANGAISA, l’associazione dei distributori del settore idrotermosanitario, che rappresenta circa 900 punti vendita sul territorio e oltre il 40% del mercato della distribuzione ITS italiana.
Drammatico anche il commento di Ezio Galli, Presidente FME Federazione Nazionale Grossisti Distributori Materiale Elettrico, che ha dichiarato come ” a differenza di quanto accaduto con la recente crisi finanziaria che aveva portato ad una riduzione dei volumi di produzione e degli scambi commerciali ora siamo di fronte al crollo dei fatturati che sono nulli per tutte quelle attività che sono state chiuse e a riduzioni che arrivano all’ottanta percento del normale volume per quelle attività ritenute essenziali. Come conseguenza di tutto ciò sta arrivando inevitabilmente una crisi di tipo finanziario. Quasi tutto il sistema si regge sulle banche con il gioco degli affidamenti e dei castelletti che permettono le transazioni finanziarie. Ora il crollo del fatturato mette in crisi tale sistema e se non si interviene modificando per il periodo di emergenza le regole attuali si andrà verso il blocco totale dei pagamenti con il conseguente default di tutte le filiere. Ben venga quindi quanto richiesto in questa lettera che deve essere portato con forza sui tavoli del governo che ha il dovere di intervenire prontamente per far modificare tali regole”.
Allee proposte a e all’appello affinchè Confcommercio sostenga, presso il Governo, il MEF, il MISE e il MIT, il Piano Bridge o misure di analoga portata, tempestività ed efficacia, hanno aderito anche Assoposa e Assodimi-Assonolo.
Nella foto di apertura: Luca Berardo, presidente di Sercomated e consigliere di Federcomated
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