Retail e sostenibilità
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di Luisa Contri
Due catene della Gdo europea: il discounter Lidl in Svizzera e Carrefour in Spagna, non emetteranno più in automatico gli scontrini alle casse. E l’ambiente ringrazia.
Lidl, avendo constatato che già oggi la maggior parte dei suoi clienti non ritira lo scontrino o lo perde nel tragitto dalla cassa all’auto, da fine gennaio scorso ha delegato alla clientela la decisione se chiederne o meno la stampa presso le casse delle sue oltre 100 filiali nel paese. Conta con questa misura di risparmiare 30 mila tonnellate di rifiuti cartacei l’anno.
Carrefour, che in Spagna gestisce 175 ipermercati, 114 Carrefour Market e 538 Carrefour Express, ha dato il là al progetto Papel Zero che dovrebbe consentirle risparmi di carta nell’ordine del 70% fra la riduzione del numero di scontrini stampati e la digitalizzazione dei principali processi di sede. Il retailer ha cominciato con l’invitare gli utilizzatori della sua app Mi Carrefour (oltre 1 milione di persone) a scegliere se ricevere o meno lo scontrino cartaceo alle casse, rimandando a una seconda fase la graduale eliminazione degli scontrini nei suoi negozi.
E in Italia? Rincresce dirlo ma, una misura con ricadute pur così benefiche sull’ambiente, da noi è di là da venire. E ciò per questioni normative, non per la scarsa coscienza ambientale delle imprese della distribuzione moderna. All’insaputa però, pare, delle direzioni operative delle imprese che DIY&Garden ha interpellato sull’argomento. Leroy Merlin si è infatti limitata a dichiarare: «Al momento non prevediamo lo scontrino digitale per la clientela registrata». Selex Commerciale e Ikea hanno glissato e ci hanno illustrato altre iniziative green intraprese. Soltanto Lidl Italia ha risposto con un lapidario: «La politica adottata da Lidl Italia per la gestione dello scontrino fiscale si attiene alle normative fiscali italiane».
Per scoprire come mai nessun retailer in Italia avesse pensato ad abolire gli scontrini cartacei abbiamo dovuto ricorrere alla direzione operativa di Gruppo Pam-Panorama. Direzione che ci ha gentilmente confermato che la consegna ai clienti dello scontrino cartaceo in Italia è obbligatoria per legge.
Scoperto l’arcano, passiamo in rassegna le iniziative green attuate dai retailer in Italia.
Le insegne del brico e arredo
Leroy Merlin mette in risalto le soluzioni d’avanguardia adottate dal suo nuovo punto vendita di Torino Giulio Cesare, costruito secondo i parametri dell’innovativo Protocollo di valutazione Itaca. La facciata del fabbricato che ospita il negozio, per esempio, è trattata con sostanze fotocatalitiche al biossido di titanio, che consentono la decomposizione delle sostanze inquinanti. Gli impatti del negozio sul traffico veicolare, sulla qualità dell’aria e sul rumore, sono tenuti sotto controllo attraverso tre campagne di monitoraggio, con cadenza periodica. E ancora, sulla copertura del punto vendita è stato applicato un campo fotovoltaico di circa 8 mila mq, che consente la generazione di corrente elettrica, andando così a coprire buona parte del fabbisogno del fabbricato.
Il leader italiano del fai da te s’è inoltre fatto promotore d’un tavolo di lavoro fra operatori della gdo per definire un accordo d’intenti per l’acquisto responsabile del legno. Obiettivo raggiungere il 100% del legno certificato entro il 2020 su tutte le insegne aderenti al patto. Per parte sua, Leroy Merlin Italia, ha già avviato accordi di compensazione delle risorse forestali col Consorzio Agro-Forestale dei Comunelli di Ferriere (dal 2015) e col Consorzio Comunalie Parmensi (dal 2016), arrivando a compensare 7 mila tonnellate di CO2, pari al 75% delle emissioni legate al trasporto di merce inbound e outbound.
Ha anche dato vita agli Empori Fai da Noi, luoghi di condivisione di materiali, allestiti presso associazioni del territorio, dove si possono chiedere in prestito e utilizzare gratuitamente gli utensili necessari per lavori di manutenzione di base o piccole ristrutturazioni. A chi ne ha bisogno, l’Emporio fornirà anche prodotti consumabili (vernici, stucchi, lampadine etc.) inizialmente donati da Leroy Merlin o dai clienti che potranno donare merce non utilizzata come reso solidale.
Molto articolata la politica di sostenibilità ambientale del colosso svedese dei mobili in kit Ikea in Italia, che vanta importanti risultati sia nel campo della gestione dei rifiuti sia in quelli del recupero dei materiali e della diminuzione del consumo d’acqua e d’energia elettrica.
Già nel 2015 Ikea Italia ha raggiunto una quota di raccolta differenziata a livello nazionale pari al 98%. Per diminuire la produzione dei rifiuti, ha infatti creato il reparto Recupero, che negli ultimi 10 anni ha riutilizzato oltre 20 mila m cubi di materiali, rimballando gli articoli o rimettendo in vendita i prodotti danneggiati nell’angolo delle occasioni.
Sempre nel 2015 era già pari al 98% l’impiego da parte di Ikea Italia d’energia da fonti rinnovabili. E le emissioni di CO2 erano state ridotte sensibilmente: dalle 7.363 tonnellate del 2006 alle 2.455 tonnellate del 2015. Inoltre in 18 dei 21 store italiani del gruppo sono stati installati impianti di produzione fotovoltaica e in cinque sistemi di geoscambio.
Sul fronte del risparmio d’acqua Ikea Italia ha dotato i suoi centri di vasche di raccolta dell’acqua piovana e promosso campagne di sensibilizzazione contro gli sprechi d’acqua rivolte sia ai dipendenti sia ai clienti.
L’approvvigionamento di legno, materiale primario per Ikea, è inoltre al centro di diverse policy aziendali. Già nel 2015 oltre il 50% del legno utilizzato da gruppo proveniva da foreste certificate Fsc (Forest Stewardship Council). I fornitori di Ikea poi sono obbligati a rispettare il codice di condotta IWAY, che contiene i requisiti fondamentali in tema di protezione dell’ecosistema.
Anche per quanto riguarda il cotone, da 2008 Ikea ha avviato a livello globale una partnership con il Wwf ed è entrata a far parte della Bci (Better cotton initiative) che punta a migliorare le condizioni di vita delle comunità in paesi produttori di cotone.
…e le generaliste
Venendo alle iniziative ambientali del leader nel canale discount, ve detto che Lidl punta molto su un approvvigionamento elettrico derivante interamente da fonti rinnovabili per la sua sede centrale di Verona, per i dieci centri logistici e per gli oltre 570 punti vendita italiani e sull’impiego di carburanti a minor impatto ambientale.
“Il nostro obiettivo di lungo termine”, fanno sapere dalla direzione di Lidl Italia, “è di ridurre i consumi energetici attraverso la razionalizzazione dei processi aziendali, la sensibilizzazione dei collaboratori sui temi energetici e la gestione più attenta delle risorse. Per fare questo abbiamo scelto d’intraprendere un percorso di certificazione del nostro sistema di gestione dell’energia secondo i requisiti della norma Iso 50001”.
I punti vendita di nuova generazione del gruppo possono considerarsi in classe energetica A+. Sono dotati d’impianti fotovoltaici, sono costruiti con materiali altamente coibentanti e utilizzano meno energia elettrica grazie al fatto che presentano ampie vetrate e dispongono di sistemi d’illuminazione a Led.
In collaborazione con Iveco e con l’operatore logistico LC3, Lidl Italia sta inoltre usufruendo della più grande flotta di veicoli da trasporto alimentati a gas naturale liquefatto (Lng) in Italia. Carburante che presenta diversi vantaggi ambientali: riduce al minimo le emissioni di particolato (-95% rispetto al diesel) e di Nox (-35%); limita le emissioni veicolari di CO2; diminuisce in media di 5 decibel il rumore dei motori rispetto alle versioni diesel; e riduce fino al 10% rispetto ai motori diesel il consumo di carburante.
L’impegno ambientale in Selex Gruppo Commerciale, il terzo operatore della distribuzione moderna italiana, con una quota di mercato dell’11,7% si concretizza in iniziative sia comuni a tutti e 15 i soci del Consorzio (cui fanno capo 2.516 punti vendita per un fatturato di 10,3 miliardi di euro), sia individuali delle imprese sul territorio.
Fra le iniziative comuni quelle volte a contenere l’impatto ambientale dei punti di vendita e a gestire le risorse in modo efficiente. Tra i principali interventi che hanno già prodotto sensibili risultati: la riduzione della produzione di rifiuti relativi ai materiali d’imballaggio; l’abbattimento dei consumi di carburante per il trasporto delle merci; la riduzione dei consumi energetici degli edifici, anche investendo sull’utilizzo d’energie alternative; e la preferenza accordata a produttori locali e a prodotti a km zero.
Nella realizzazione dei nuovi supermercati e nella ristrutturazione di quelli esistenti, i soci Selex adottano soluzioni d’avanguardia: dai serramenti con doppi vetri ai tetti coibentati, il cappotto termico, ai banchi refrigerati chiusi con sportelli per ridurre i consumi di frigorie, all’illuminazione Led che riduce le emissioni di Co2 e di raggi ultravioletti e infrarossi.
Concludiamo con le iniziative di singoli soci Selex. I supermercati Emi, insegna dell’impresa Gmf di Perugia (Gruppo Unicomm) hanno aderito al progetto Olly della società Eco.Energia, per l’installazione presso i supermercati Emi di casine per la raccolta degli oli esausti che saranno poi destinati alla produzione di in biocarburante.
Alì Supermercati di Padova ha invece organizzato una maratona green che ha consentito di piantare 10 mila nuovi alberi, per una superficie verde pari a 35 campi da calcio, in aree individuate in collaborazione con le amministrazioni comunali venete.
Il nuovo punto vendita di Rozzano (Mi) de Il Gigante ha introdotto il forno a pellet, in grado di garantire una cottura rispettosa dell’ambiente. Grazie a questa innovazione, l’ipermercato evita d’immettere in atmosfera oltre 130 mila kg di CO2.
Per incentivare la clientela alla raccolta differenziata della plastica e delle lattine, nel parcheggio del Famila di Biancavilla (Ct) del Gruppo Abate è stato installato un eco compattatore per tappi di plastica, bottiglie in Pet e altri materiali plastici e alluminio, che ne riduce il volume fino all’80%. Per ogni bottiglia o lattina portata all’eco compattatore del negozio i clienti ricevono un coupon sconto per la loro spesa. Iniziative analoghe sono da tempo già attive in numerosi supermercati e ipermercati del Gruppo Dimar di Cuneo.
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