Siferr, in fiera per tornare a fare affari
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La notizia l’abbiamo pubblicata su TEN-diyandgarden.com, così come le date, 6 e 7 maggio 2017. Ma non era sufficiente, volevamo saperne di più. Il riferimento va a Siferr il nuovo Salone Internazionale della Ferramenta, che si terrà a Napoli presso la Fiera d’Oltremare.
Chi, da qualche anno, lavora in questo settore, non potrà non ricordare Sifuc, manifestazione storica della ferramenta, che ben rappresentava quel bacino del Mediterraneo che, negli anni si è andato commercialmente trasformando. Anche per questo motivo, ma non solo, MauMu srl, che già organizza iFerr Day a Milano, ha raccolto il testimone, facendolo suo e modernizzandone i contenuti. Con il beneplacito della Fiera d’Oltremare di Napoli.
L’approfondimento nell’incontro con Sebastian Galimberti, direttore editoriale di iFerr.
Perché SiFerr? Perché Napoli?
Abbiamo voluto riprendere la storicità e l’esperienza mai dimenticata del Sifuc, trasformandola in un evento più adatto ai nostri tempi e, a ben guardare, il logo è l’estrema sintesi di questo presupposto. Un concetto, un progetto, pensato sia per rievocare il “vecchio” Sifuc, ma integrandolo con gli altri eventi da noi realizzati. Da qui SiFerr, un appuntamento che ha l’obiettivo di rappresentare – e diventare – il punto di riferimento per il Centro-Sud d’Italia ma, più ampiamente, per tutto il bacino del Mediterraneo.
Raccogliendo un’eredità ancora ben presente nell’immaginario degli operatori del settore, in che modo SiFerr farà tesoro del passato, pur proponendosi come un elemento di novità?
La differenza più marcata è che, nel frattempo, sono passati 10 anni e il mondo è molto cambiato, anche nel modo di organizzare le fiere e nelle modalità di partecipazione. Così deve essere SiFerr, un evento che abbiamo chiamato fiera per comodità linguistica, ma che deve proporre contenuti differenti. Tranne uno, il più importante.
Quale?
Ritornare a concepire le aggregazioni, tra produttori e fornitori, come momenti dove si fanno affari, dove si compra e si vende. Le fiere sono nate, nella notte dei tempi, per assolvere a questo compito. Successivamente, per una serie di motivi, le fiere si sono trasformate, per lo più, in costosi momenti di pubbliche relazioni. Non dico che non siano utili, ma la crisi e la scomparsa di molte manifestazioni fieristiche sono lì da vedere.
Un obiettivo ambizioso…
Si, ce ne rendiamo conto, ma ci crediamo. La positiva esperienza, maturata organizzando open day presso importanti grossisti del Sud, ci ha fatto rendere conto di quanto gli operatori siano disponibili all’incontro, purché la proposta sia precisa e commercialmente vantaggiosa. Deve trattarsi di un evento commerciale dove il negoziante partecipa perché sa che troverà delle proposte ad hoc. In questo senso stiamo esortando i produttori a costruire delle offerte mirate e realisticamente interessanti per l’evento. Le logiche sono ovviamente complesse e diverse, le abbiamo affrontate e crediamo di essere riusciti a trovare la giusta chiave.
Troveremo delle similitudini con l’iFerr di Milano?
L’iFerr è una manifestazione organizzata per favorire l’incontro tra grossisti e produttori, con appuntamenti one-to-one e per essere una vetrina di presentazione per nuovi prodotti. La differenza sostanziale è che al Centro-Sud speriamo di coinvolgere un numero maggiore di dettaglianti che, storicamente, in quell’area geografica, sono più numerosi.
Siferr, l’esposizione e la formula
Entriamo nel dettaglio dell’organizzazione. Chi può esporre a SiFerr?
Tutti i produttori, ma anche i grossisti che propongono le loro linee di prodotto. Ormai le private label sono una proposta ampiamente diffusa nei loro assortimenti.
Quali saranno le modalità espositive?
A SiFerr si può partecipare sia con stand preallestiti, e noi proponiamo moduli 3×3, 6×3, 4×4 e 8×4, sia prenotando uno spazio libero. Detto questo e aggiungendo che naturalmente è necessario arrivare a break even, la nostra politica non è quella di vendere spazi a tutti i costi per riempire i padiglioni. La nostra attenzione è rivolta alla qualità, alla possibilità concreta che si facciano affari.
Oltre all’esposizione? Cosa prevede la segreteria organizzativa?
Il nostro evento si rivolge al rivenditore ma anche alla sua famiglia. Pertanto, considerando che SiFerr si svolge tra sabato e domenica, riteniamo doveroso offrire una visita confortevole anche agli accompagnatori. In particolare, ai bambini e, in questo senso, sono previsti momenti ludici e d’intrattenimento. Ritornando più strettamente al business, oltre ad una cena dedicata ai fornitori, questi ultimi potranno selezionare 4/5 clienti particolarmente importanti e riservagli un trattamento “VIP”, con vantaggi particolari. Per quanto riguarda i visitatori, l’unico accorgimento sarà la codificazione di un responsabile d’acquisto per ogni ragione sociale. La comunicazione del nominato dovrà avvenire tramite pre-accredito o successivo accredito in manifestazione.
Siamo a febbraio e i tempi sono molto stretti. Come sta andando la raccolta?
I tempi sono strettissimi, ma ci piacciono le sfide e lavoriamo bene sotto stress. Siamo molto fiduciosi e forti delle positive esperienze passate. Certamente siamo ad una prima edizione di un evento dedicato al mondo della distribuzione del Centro-Sud Italia; una distribuzione numerosa, in alcuni casi fortissima, e sulla quale stiamo lavorando molto intensamente. Per stimolare la visita, abbiamo attivato un ufficio con due persone dedicate che contattano quotidianamente i punti vendita. I riscontri sono positivi.
Dall’internazionale al locale, servono entrambi
Per la promozione, a quali strumenti avete pensato?
E’ nostra intenzione raggiungere tutti i canali d’informazione e promozione utili al raggiungimento del nostro obiettivo. Sul territorio abbiamo stretto un accordo con un importante agenzia di comunicazione che fa da presidio attivo. A ciò si aggiungono i nostri consueti canali: la rivista iFerr, il web, le newsletter.
Il canale ferramenta sembra mostrare un grande dinamismo, in questi ultimi anni, in particolare nel Centro-Sud. Sensazione o realtà?
Credo che questa analisi sia reale ed una sensazione che viviamo anche noi. La base di partenza è differente, specie al centro-Sud Italia dove la distribuzione tradizionale è trainante. Con qualche problematica ancora da risolvere.
Quali?
Ad esempio il sommerso, oppure situazioni legate prezzi e scontistiche, così come modi di lavorare che sono un po’ appannaggio di tempi passati. Tuttavia, le nuove generazioni e chi ha capito quali sono le leve e i metodi per stare al passo con i tempi, sta lavorando bene. Noto che il cambio generazionale, che nelle rivendite del Sud sta avvenendo adesso, è positivo ed è funzionale al buon andamento delle aziende.
Infine, in un mondo sempre più piccolo con poche gigantesche fiere internazionali di settore (per noi leggi Colonia) c’è ancora bisogno di eventi locali?
Certamente. Sono opportunità diverse e complementari, a patto che ogni evento abbia una connotazione e un progetto ben chiari. Colonia è una manifestazione internazionale, che nasce per far incontrare distributori da tutto il mondo e favorire le azioni di quelle aziende che hanno deciso di aprire all’export. Diverso è un evento più contenuto, dove incontrare rivendite che lavorano capillarmente sul territorio e ti consentono di fare fatturato. Sono situazioni talmente differenti, entrambe da prendere in considerazione.
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