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Duracell, recupero del 73% delle batterie entro il 2030

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Redazione

In regola con gli obiettivi di sostenibilità della Direttiva UE sulle batterie, Duracell preme l’acceleratore col programma ‘Diamo la carica ad un futuro più Green’, al passo con gli ambiziosi traguardi del nuovo Regolamento UE.

Con investimenti da oltre 10 milioni di euro l’anno in tutta Europa e risultati record in Italia nella raccolta di batterie usate, l’azienda incrementa i piani di raccolta di oltre 100 milioni di pile esauste e pianifica nuove campagne di educazione nelle scuole italiane che coinvolgeranno più di 45 mila giovani studenti.

Duracell annuncia ambiziosi traguardi di sostenibilità ambientale nell’ambito del programma ‘Diamo la carica ad un futuro più Green’ che traghetterà il brand verso i nuovi obiettivi europei al 2030 ed alla vision dell’impatto ambientale Net Zero.

Duracell è da tempo in prima linea nell’impegno per una maggiore sostenibilità del settore. È infatti parte attiva dei Joint Research Centres della Commissione Europea incaricati alla promulgazione dei decreti attuativi del nuovo Regolamento UE 2023/1542 entrato in vigore dal 18 Febbraio 2024 in sostituzione alla vecchia direttiva 2006/66/CE, introducendo nel mercato delle batterie requisiti di sostenibilità sociale ed ambientale sempre più stringenti– e da sempre si pone obiettivi ambiziosi per rendere produzione, packaging, prodotti e riciclo sempre meno impattanti sull’ambiente, in un percorso che coinvolge direttamente fornitori e consumatori con progetti e campagne per incentivare il corretto uso e conferimento delle batterie, anche e soprattutto in Italia.

“Duracell ha anticipato i nuovi requisiti del Regolamento Europeo sulle Batterie, specialmente in materia di qualità e sicurezza. Non solo, ci siamo dati obiettivi di sostenibilità sempre più ambiziosi attraverso tutto il ciclo di vita delle batterie, mentre continueremo ad offrire prodotti al più alto standard di affidabilità, sicurezza e performance ai nostri consumatori – spiega Marco Ferrari, Direttore Supply Chain di Duracell e responsabile Europa per la raccolta ed il riciclo -. La sfida più importante è rappresentata dall’aumento della consapevolezza sull’importanza della raccolta; dopo aver superato gli attuali obiettivi europei, l’obiettivo è di recuperare più del 73% di batterie entro il 2030, fondamentale tassello per ambire ad una piena circolarità della vita delle batterie portatili ed alla nostra vision di impatto ambientale Net Zero”.

Risultati e obiettivi in Italia e in Europa

Di lungo corso, infatti, la collaborazione con il Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori per l’aumento della capillarità ed efficienza dei punti di raccolta, nonché la partnership con il Consorzio ERP (European Recycling Platform), oggi il principale sistema di raccolta delle batterie portatili in Italia, di cui Duracell è socio fondatore e con cui lo scorso anno ha contribuito a raggiungere il risultato record di oltre 4.100 tonnellate di pile esauste raccolte, ovvero il 47% del totale immesso, superando il target di raccolta del 45% condiviso con l’UE.

Non solo, Duracell ha annunciato l’impegno a promuovere la raccolta di ulteriori 100 milioni di batterie esauste entro il 2030 tramite l’avvio di nuove campagne di informazione e sensibilizzazione per i cittadini che interesseranno anche il nostro Paese. Dopo il successo delle iniziative “Big Battery Hunt” nel Regno Unito e “Batterie Challenge” in Germania che incentivavano i bambini a cercare le pile esauste in casa e smaltirle correttamente, Duracell promuoverà nuove attività educative nelle scuole che coinvolgeranno 200 mila giovani studenti in Europa, di cui oltre 45 mila solo in Italia.

Sostenibilità nel ciclo di vita delle batterie

La circolarità delle batterie, del resto, è un pilastro fondamentale dell’attività di Duracell: ad oggi le pile alcaline vengono riciclate per più dell’85% permettendo di recuperare materie prime preziose (come ferro, zinco, manganese, graffite) che vengono riutilizzate in diversi ambiti, come la costruzione di strade e la produzione di acciaio, zinco, rame, cemento e fertilizzanti.

La produzione di Duarcell si concentra negli stabilimenti in Belgio che, grazie all’impiego di sole energie rinnovabili, hanno visto dal 2014 una riduzione dei consumi di CO2 del 78%, di gas del 44% e di acqua del 24%, e un’accelerazione verso il raggiungimento degli obiettivi di azzeramento dei rifiuti inviati in discarica e di completo reintegro dell’acqua utilizzata.

Nel 2023, Duracell ha esteso la produzione di energia rinnovabile anche ai centri di packaging e logistica con l’installazione di 8.000 pannelli solari su una superficie di 45.000 mq che garantisce la produzione di 4.000 Mwh di energia verde all’anno, l’equivalente al consumo di 1.000 famiglie. Inoltre, la posizione centrale, nel cuore dell’Europa, permette di accorciare le distanze dei trasporti in tutto il continente e di risparmiare così carburante e fino a 4.000 tonnellate di CO2 l’anno rispetto alle importazioni dall’Asia. In Italia, l’importazione di batterie Duracell avviene oggi totalmente tramite trasporto su rotaia.

Già dagli anni Ottanta Duracell è stata pioniera nel passaggio dalle pile zinco-carbone alla tecnologia alcalina che, grazie a un’efficienza 10 volte superiore, ha permesso di ridurre il suo impatto ambientale fino al 69%[1]. Oggi Duracell continua a distinguersi con tecnologie innovative, come Duracell Optimum, che permettono una maggiore durata (fino al 30% in più rispetto ai primi anni 2000[2]) e ha l’obiettivo di incrementare l’efficienza energetica di tutte le sue batterie di un ulteriore 15%, minimizzando così rifiuti e sprechi.

Inoltre, il 98% degli imballaggi primari e secondari in cartone è realizzato con materiale riciclato e 100% riciclabile. Un impegno che ha permesso a Duracell di ottenere una delle certificazioni ambientali più difficili da conseguire al mondo: la Nordic Ecolabel. E se, ad oggi, l’88% di tutti gli imballaggi Duracell in Europa occidentale è plastic-free, l’obiettivo per il 2030 è la completa eliminazione della plastica, con la sola eccezione delle confezioni “Baby Secure”, in cui il doppio blister in PET riciclato, impossibile da aprire a mani nude, impedisce ai bambini di raggiungere – e potenzialmente ingerire – le batterie a moneta al litio.

[1] Impatto ambientale ridotto fino al 69%, secondo Valutazione del ciclo di vita 2021, condotta da Quantis, Parigi. Misurata rispetto a 6 indicatori raccomandati dalle regole di valutazione di impatto ambientale di categoria di prodotto (Product Environmental Footprint Category Rules – PEFCR) per le batterie: Cambiamento climatico Energia fossile. Impoverimento di minerali e metalli, Consumo d’acqua, Particolato, Acidificazione.

[2] IEC AA Test fotocamera digitale a Duracell Premium 2004.

  • Marco Ferrari, Direttore Supply Chain di Duracell e responsabile Europa per la raccolta ed il riciclo
  • Duracell ciclo di vita
  • Duracell Optimum

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