Il Decreto Rilancio non piace a Federdistribuzione
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Secondo Federdistribuzione: “Nessuna attenzione alle medie e grandi imprese distributive del non alimentare”. E la federazione chiede misure concrete per poter ripartire.
“Il testo del DL Rilancio ci lascia del tutto insoddisfatti – ha dichiarato Claudio Gradara, Presidente di Federdistribuzione –. Abbiamo ripetutamente chiesto che il settore non alimentare della distribuzione moderna (abbigliamento, bricolage, elettronica, sport, profumerie, mobili e arredamento ecc.) fosse inserito tra i settori in crisi, ma nulla è stato fatto. Ci troviamo ora di fronte a un provvedimento che ci trascura completamente e abbandona al proprio destino le imprese di medie e grandi dimensioni, quelle con i maggiori problemi economici e occupazionali”.
Un settore, quello della moderna distribuzione Non Food che in Italia vale 60 miliardi di euro di fatturato, 1 miliardo di investimenti annui e oltre 200.000 occupati diretti e dell’indotto; un settore particolarmente colpito dall’emergenza Covid-19 e che ha, nella stragrande maggioranza dei casi, azzerato i fatturati ma conservato i costi fissi, con la conseguente crisi di liquidità e prevedibili e significativi impatti occupazionali.
Tutte condizioni che, secondo Federdistribuzione, sono destinate a proseguire nei prossimi mesi, con player mondiali di piattaforme del commercio on line che nel frattempo hanno guadagnato un vantaggio competitivo irreversibile.
“Finora abbiamo cercato di collaborare, con atteggiamento responsabile e vogliamo continuare a farlo – continua Gradara – proponendo soluzioni concrete (molte delle quali a costo zero), ma non è servito a nulla, neppure in quell’ambito cruciale che sono le locazioni, le cui misure volte a ridurne gli impatti in periodo di lockdown ci hanno visti esclusi a seguito della fissazione di un limite di fatturato irrisorio per il settore della distribuzione moderna (5 milioni di euro), con il rischio di aprire un gigantesco contenzioso con le proprietà immobiliari”.
“E’ questa una situazione che non possiamo accettare. Servono misure immediate e tempestive per evitare crisi aziendali, piuttosto che ridimensionamenti delle reti commerciali che potrebbero riguardare centinaia di punti di vendita, con tutti i danni economici, occupazionali, sul territorio e sull’indotto che questo comporterà. Abbiamo bisogno, anche noi, di risposte chiare e strumenti concreti per poter contribuire all’uscita dalla crisi dell’intero Paese”, ha concluso il presidente di Federdistribuzione.
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