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Fase 2, la delusione di Federmobili

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Redazione

Mauro Mamoli, presidente di Federmobili, l’associazione che riunisce i negozi di arredamento, esprime la sua delusione per l’esclusione della categoria dall’ultimo DPCM del 26 aprile.

“Inutile nascondere la delusione totale provata nell’ascoltare le parole del Premier ieri sera e nel leggere il Decreto da lui firmato” – così il Presidente Federmobili Mauro Mamoli – “non vogliamo mettere in secondo piano la salute della popolazione italiana, ma non possiamo neppure accettare che venga messa in secondo o terzo piano l’attività economica del Paese”.

“Ci sono comparti del commercio al dettaglio che possono riaprire il 4 Maggio senza ripercussioni sulla salute del personale e dei clienti, il nostro è uno di questi settori. Non si rischiano assembramenti, si possono accogliere i clienti solo su appuntamento in orari e giorni prestabiliti. Si possono fare aperture parziali in spazi con superfici espositive di dimensioni importanti dove il distanziamento sociale può essere garantito e rispettato senza problemi”

Mamoli prosegue auspicando che l’esclusione del Codice Ateco 47.59.10 sia ” solo una svista alla quale il Governo porrà rimedio con urgenza, anche considerando che il commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione (Codice 47.59.30) non ha mai subito sospensioni”.

E, ancora: “Chiediamo con forza e determinazione che il commercio al dettaglio della distribuzione tradizionale e indipendente di arredamento possa ricominciare a lavorare con la partenza della Fase 2 della prossima settimana, esattamente come succederà per il commercio al dettaglio di auto e motocicli – che per modalità di vendita, dimensione e contingentamento delle persone è del tutto simile al nostro comparto”.

Via libera invece per la produzione di mobili che rientra nell’allegato 3 dell’ultimo Decreto e anche per quanto riguarda la consegna e il montaggio (codice ateco 43), anche se l’associazione sta verificando che non siano state “definite limitazioni al sottocodice 43.32.02 (posa in opera di infissi, arredi, controsoffitti, pareti mobili ed affini) e “stiamo procedendo con ulteriori verifiche ad altri codici Ateco, già presenti nell’allegato del Documento Ministeriale odierno, che potrebbero avere significativi riscontri sui montaggi nelle case dei privati.”.

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