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Contraffazione, sequestrate oltre 570 mila batterie

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Redazione

I finanzieri del Gruppo di Perugia hanno sequestrato oltre 570mila batterie di tipo “stilo” e “mini stilo” e 145 mila blister recanti il marchio Duracell contraffatto.

I 18 denunciati sono ritenuti responsabili, allo stato delle indagini, dei reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.), frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p.) e ricettazione (art. 648 c.p.).

L’indagine, avviata a dicembre dello scorso anno e proseguita nei mesi successivi sull’intero territorio nazionale, trae origine da una segnalazione relativa alla possibile vendita, da parte di un negozio di ferramenta, di pile Duracell verosimilmente contraffatte.

Sulla base delle risultanze dei preliminari accertamenti eseguiti dai militari del Gruppo di Perugia, la locale Procura della Repubblica, ipotizzando la sussistenza delle fattispecie delittuose sopra indicate, disponeva, nell’immediato, l’effettuazione di perquisizioni presso il punto vendita, all’esito delle quali venivano individuati e sottoposti a sequestro circa 153 mila prodotti appartenenti ai lotti sospetti.

Ricostruita, attraverso l’esame delle fatture di acquisto e dei documenti di trasporto della merce, l’articolata filiera commerciale ed individuati i principali punti di stoccaggio, nei mesi di dicembre e gennaio, venivano effettuati ulteriori perquisizioni e sequestri nelle città di Livorno, Palermo, Verona e Milano, presso i principali grossisti, e nelle città di Genova, Lucca e Biella, presso esercenti commerciali al dettaglio. Le perizie di parte e quelle disposte dalla Procura su campioni di prodotti ne hanno confermato la contraffazione.

Dalle indagini finora eseguite, è emerso come non sempre i venditori al dettaglio (ferramenta, tabaccherie e negozi di articoli per la casa) fossero a conoscenza dell’origine illecita delle batterie, sia per la buona fattura dei blister contraffatti, difficilmente distinguibili dagli originali, sia per il sostanziale allineamento, nella maggior casi, tra il prezzo di acquisto all’ingrosso del prodotto contraffatto e quello del prodotto originale.

Inoltre, la sostanziale identità del prezzo di vendita delle pile originali rispetto a quelle contraffatte e la medesima collocazione negli scaffali e negli spazi espositi non poteva che trarre in inganno, circa la reale natura e provenienza della merce, l’ignaro consumatore finale, il quale è risultato esposto non solo al rischio di acquistare un prodotto di scarsa qualità ma anche privo di quei controlli che garantiscono la sicurezza della batteria che, come spiegato dal produttore, negli esemplari originali sono sottoposte ad una serie di prove tecniche di resistenza per garantire la sicurezza delle persone e dei dispositivi elettronici alla cui alimentazione sono destinate.

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