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Un’Italia tra innovazione e nostalgia di un passato rassicurante

Un’Italia tra innovazione e nostalgia di un passato rassicurante

È un Paese che si trova sospeso tra desiderio di innovazione e resistenze conservatrici quello che emerge dalla XV edizione della ricerca Ipsos Flair, che indaga le dinamiche sociali, economiche e di consumo in Italia.

Intitolata “Futuro Fuggente: tra slanci e nostalgia, un paese solcato da speranze e frenato da fratture e malessere”, la ricerca analizza le tensioni tra innovazione e nostalgia nella società italiana. L’edizione 2025 dipinge il ritratto di un Paese che appare in bilico tra spinte al cambiamento e resistenze conservatrici.

Dal rapporto, infatti, emerge come la società italiana si trovi in una fase di trasformazione, dove la spinta verso il nuovo, le potenzialità aperte dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale, devono fare i conti con le controspinte crescenti causate dalle guerre, dall’inflazione, dalle disuguaglianze sociali, dalle resistenze nostalgiche di una società che si è fatta più violenta.

L’epoca del ‘Futuro Fuggente’

Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos Public Affairs, durante la presentazione della ricerca il 18 marzo a Milano, ha ricordato come: “Siamo nell’epoca del ‘Futuro Fuggente’. Le persone vogliono inseguire un futuro che promette realizzazione e felicità, semplicità e vitalità, spazi per sé e dinamismo. Tuttavia avvertono anche la lievità e la fragilità di questa speranza, la facilità con cui l’ardore di questo sogno può sfuggire”.

Lavoro e tecnologie, un rapporto non facile

L’indagine ha analizzato alcuni degli aspetti che contraddistinguono i nostri giorni. A iniziare da un mondo del lavoro in fibrillazione, caratterizzato dalla crescente precarietà, in particolare per i giovani e le donne, e da incertezze legate ai cambiamenti tecnologici. Di contro gli stipendi ristagnano, mentre il senso stesso del lavoro sembra allontanarsi dalle aspirazioni delle persone.

Le aspettative sociali

La transizione verso una società green si rivela più complessa del previsto. Nonostante l’impegno nella lotta ai cambiamenti climatici rimanga forte, le persone sono dubbiose nel sostenerne i costi, chiedendo un maggiore coinvolgimento delle imprese. La globalizzazione mostra le sue contraddizioni. E questo spinge a cercare conforto in ciò che è familiare e vicino, spesso guardando a un passato percepito come più accogliente di un presente incerto. Le disuguaglianze si acuiscono, e per molti genitori l’unica certezza è che i propri figli avranno una vita più complessa rispetto alla loro.

Lo shopping come miraggio di felicità individuale

Parallelamente sono in crescita le forme di disagio sociale e mentale, specialmente tra i giovani e i ceti popolari, accompagnate da rabbia e frustrazioni. Le spinte a cambiamento e inclusione incontrano resistenze e battute d’arresto. Il tempo è una risorsa sempre più scarsa, generando stress. In questo contesto, lo shopping rimane un miraggio di felicità individuale. Mentre la ricerca di equilibrio tra benessere personale e pressione sociale si riflette nelle scelte di consumo e di lifestyle.

Nuovi consumi e il ruolo dei brand

In questo scenario il consumatore non è più soltanto un acquirente, ma diventa il narratore di sé stesso. Di conseguenza i brand devono interpretare nuovi codici di relazione, basati su personalizzazione, autenticità e coinvolgimento emotivo. (slide Sfide per capire il consumatore)

Nuove forme di connessione

In un’epoca di iper-individualismo e frammentazione sociale, emergono nuovi modelli di aggregazione e solidarietà, che ridefiniscono il concetto di appartenenza e di comunità.

“Il futuro fuggente non è resa, ma speranza: rappresenta una ricerca costante di vitalità, leggerezza, interconnessione con il proprio sé autentico, e un’incessante volontà di vivere esperienze intense e di rinnovata fiducia”, ha concluso Enzo Risso.

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