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Bricolage e sostenibilità. Le scelte del consumatore

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Redazione

Secondo l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, il binomio sostenibilità e bricolage risulterebbe più forte rispetto ad altri comparti merceologici non food.

In questa edizione, oltre ad indagare, come di consueto il comparto attraverso le vendite nei canali GDA, GDS e specializzati, lo studio ha anche approfondito gli aspetti così attuali legati alla sostenibilità.

Relativamente al binomio prodotto-canale distributivo, il cliente percepisce il canale della grande distribuzione alimentare come maggiormente sostenibile. Tuttavia le differenze sono minime e se nel caso sopracitato il voto è di 7 punti, seguono i grandi magazzini non specializzati e le grandi superfici specializzate a pari merito con una votazione di 6,8 punti e il negozio indipendente di piccole e medie dimensioni con 6,5.

Relativamente agli elementi che il cliente segnala come distintivi di attenzione alla sostenibilità, nel 36,4% è l’assortimento di prodotti pubblicizzati in negozio per basso impatto ambientale; nel 35,3% la raccolta di prodotti da smaltire; per il 34,1% l’utilizzo di materiali riciclabili nelle borse per acquisti e negli imballi; per il
32,9% l’utilizzo di materiali riciclabili come il legno negli arredi
.

Seguono al 29,5% la vendita di prodotti in materiali riciclato, a pari merito con il 22,5% il ritiro gratuito di prodotto usato da sostituire e l’utilizzo di energia elettrica green nel punto vendita. Solo all’ultimo, con l’11,6% la presenza di stazioni di ricarica per auto elettriche.

Il prodotto e il suo smaltimento

In relazione al prodotto l’importanza maggiore viene data alla modalità di smaltimento (voto 7,8), seguono l’utilizzo di energia “verde” da fonti rinnovabili e la possibilità di ricclo e riuso con il voto di 7,6. La scelta delle materie prime e l’efficienza energetica del prodotto sono al 7,5 mentre il processo di produzione e distribuzione, il trattamento etico dei lavoratori e l’indicazione del Paese di produzione si attestano al 7,4. Infine a 7,3 sono la tracciabilità e la produzione locale.

Sul fronte dell’informazione, vincono quelle relative all’utilizzo del prodotto mentre c’è meno sensibilità – o forse le informazioni sono più difficilmente disponibili – verso le fasi precedenti di produzione e distribuzione.

Infatti, il 43,4% si informa sulle possibilità di riuso e riciclo e il 43,1 dello smaltimento, mentre peri processi di produzione si scende al 36%. sotto il 30% tutte le altre informazioni di cui sopra per arrivare ad un 15,2% che si preoccupa di recuperare informazioni sulla tracciabilità prodotto.

Importante anche la modalità di reperimento delle informazioni. Secondo i dati raccolti da GS1 risulta che i clienti vorrebbero accedervi in maniera digitale, magari attraverso un QRcode che rimandi al sito del produttore, ma sono apprezzate anche le informazioni veicolate attraverso il packaging e i volantini presenti sul punto vendita. Tiepide le conferme circala possibilità di usufruire di app.

Un ruolo chiave è poi rappresentato dal punto vendita che i consumatori vedono come punto di riferimento, ad esempio, per il ritiro dell’usato (37,6%) o la presenza di una bacheca per gli scambi tra privati (23,4%) e quela di un servizio riparazioni (22,8%.

Infine, il cliente di prodotti per il bricolage è diposto a pagare in più per la sostenibilità? La risposta è “Nì”. Infatti solo il 5,3% pagherebbe più di 4 euro, mentre la fascia più importante (18,8%) è disponibile a spendere 2 euro in più e un altro 18% solo 1 euro. Il 13,2% pagherebbe in più solo 0,50 centesimi, mentre nelle categorie più altre il 6,3 è disposto sborsare 4 euro in più e il 6,1% 3 euro.

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