Florovivaismo italiano in crescita nel 2022
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E’ quanto emerge da Myplant & Garden, la fiera internazionale del verde professionale, che diffonde e commenta le prime anticipazioni Istat della produzione florovivaistica italiana nel 2022.
Nel 2022 il valore della produzione ha superato i 3,1 miliardi di euro (oltre 300 milioni in più rispetto al 2021 – 2,78 miliardi), di cui 1462 milioni di euro per fiori e piante in vaso (quasi 1,3 miliardi nel 2021) e 1678 milioni per i vivai (1,5 miliardi nel 2021).
È il dato più alto delle ultime annate prese in esame. Italia in controtendenza su produzioni UE27 (florovivaismo -3,9%).
Le principali realtà produttive italiane sono concentrate soprattutto in 4 regioni: Liguria, che ha il primato delle aziende che coltivano fiori in piena aria; Toscana, Lombardia e Sicilia, dove sono presenti le principali attività vivaistiche ornamentali arbustive e forestali; Campania, dove le aziende sono specializzate soprattutto nella coltivazione di fiori in coltura protetta.
A questi dati si aggiunge il progressivo aumento della sensibilità verso tematiche legata ad una produzione sempre più sostenibile, alla quale il florovivaismo può contribuire: “Il florovivaismo è una industry in grado di contribuire favorevolmente alle problematiche climatiche e ambientali, dalla forestazione urbana ai benefici economici, salutistici ed estetici che ne derivano – commentano gli organizzatori“.
E, ancora: “Stiamo assistendo a una impennata di sensibilità e attenzione per il verde: dalla politica al sistema delle costruzioni, dalla valorizzazione degli spazi aperti ai temi della rigenerazione urbana, alla riforestazione delle città, passando per la consapevolezza di quanto le piante possano fare per combattere i cambiamenti climatici e favorire la salubrità degli ambienti interni: scuole, ospedali, uffici, case possono diminuire del 20% la CO2 con la presenza di piante (dati CNR).
Perchè più verde significa meno PM atmosferici (dal 7 al 24% in meno – un ettaro di foresta urbana è in grado di rimuovere mediamente 17 kg/anno di PM10, pari a un beneficio economico di 1.825 euro), meno caldo (da 2 a 8°C in meno), meno spese sanitarie, più risparmio energetico, maggiore valore immobiliare. Ogni euro investito nel verde pubblico si rivaluta sino a 4 euro.
“Poi c’è l’esplosione della dimensione domestica del green living, i trend crescenti delle micro-coltivazioni, la cura dei propri spazi all’aperto (balconi, terrazzi, giardini), la coscienza del legame tra verde e bellezza, tra verde e salute, e così via. Ambiti tutti in cui il florovivaismo può assumere un ruolo da protagonista”, concludono gli organizzatori.
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