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Venerdì di protesta in Stanley Black&Decker. L’azienda risponde

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Secondo venerdì di sciopero, lo scorso 18 maggio, dopo il primo effettuato l’11 dello stesso mese, presso la sede della Stanley Black&Decker di Pavia di Udine, in Friuli Venezia Giulia. Per 8 ore i dipendenti e i lavoratori interinali  – in tutto una cinquantina – hanno proclamato l’astensione dal lavoro.

Come riportata da Messaggero Veneto e UdineToday la protesta, che nel secondo venerdì, ha ottenuto una più ampia basi di consensi e partecipazione, era stata preannunciata dalla RSU della Fim Cisl contro “l’introduzione dei 6 giorni lavorativi e la massiccia applicazione dei provvedimenti disciplinari agli operai”.

Il sindacato, inoltre, secondo quanto riportato dai quotidiani locali, rivendica la stabilizzazione dei precari, il riconoscimento dei livelli professionali e un sistema retributivo legato all’andamento della produzione.

Di seguito la nota stampa ricevuta dStanley Black&Decker:

Nel riferirsi ad articoli di stampa che La coinvolgono  in relazione a tensioni con i lavoratori e le OO.-SS. Stanley Black & Decker Italy Production S.r.l. ritiene opportuno chiarire quanto segue.

L’Azienda non ha mai ricevuto richieste ufficiali da parte dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti.

L’attuale organizzazione dei turni lavorativi peraltro è rigorosamente conforme ai contenuti del vigente CCNL Metalmeccanica Industria.

I 15 turni avvicendati – che ora si propongono all’Azienda  –  erano stati giudicati ““stressanti” dai medesimi lavoratori e dalle stesse OO.SS. che oggi manifestano scioperando.

L’Azienda aveva presentato ufficialmente ed in anticipo sui tempi concordati un’ offerta di accordo sui turni del sabato con vantaggi per i lavoratori.

Il Sindacato non ha mai preso posizione su quell’offerta né avviato o richiesto di avviare alcuna trattativa. L’unica risposta del Sindacato alla proposta dell’Azienda è stata l’indizione di scioperi.

Il tema del  “precariato” denunciato dal  Sindacato è smentito anche dal fatto che recentemente i contratti di n. 3 lavoratori sono stati trasformati da tempo determinato a tempo indeterminato.

A ciò aggiungasi che n. 8 lavoratori sono stati oggetto di passaggi di livello che, evidentemente, hanno inciso in modo estremamente favorevole sui rispettivi livelli retributivi.

Si precisa altresì che Le contestazioni di natura citate dal Sindacato attengono principalmente al mancato rispetto da parte di taluni lavoratori delle normative in materia di sicurezza, cui  l’Azienda tiene in particolare considerazione proprio a salvaguardia  della salute dei dipendenti.

Sorprende quindi che – anche in considerazione di quanto il tema sicurezza sia importante e prioritario per tutti-  il Sindacato non si sia schierato dalla parte dell’Azienda contribuendo a sensibilizzare i lavoratori su questo particolare e rilevantissimo tema.

Conclusivamente, l’azienda conferma la propria disponibilità a partecipare ad un tavolo di trattativa al fine di pervenire ad una ipotesi di soluzione condivisa, come del resto già avvenuto in passato.

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