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Florovivaismo, Coldiretti sulla legge delega

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Il via libera definitivo alla legge delega sul florovivaismo è un importante punto di partenza per sostenere il settore superando le criticità legate ai mercati globali e alla concorrenza sleale e sviluppando percorsi di filiera che facciano leva sulla multifunzionalità.

E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’approvazione in Senato del ddl per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico. Ora è importante che il Governo emani in tempi brevi i decreti attuativi per dare al settore e alla filiera florovivaistica un quadro normativo coerente e organico in materia di coltivazione, promozione, commercializzazione, valorizzazione e incremento della qualità.

Il florovivaismo italiano, con un fatturato di oltre 3 miliardi, 1,2 miliardi di export e una occupazione complessiva, compreso l’indotto, di 200.000 persone, è uno dei settori di punta del Made in Italy, ma vive un momento difficile a causa delle importazioni selvagge, basate su una concorrenza sleale, dell’impennata dei costi di produzione e dei fenomeni meteo avversi.

Occorre combattere – afferma Coldiretti – la concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero facendo in modo che piante e fiori in vendita in Italia e in Europa rispettino le stesse regole su ambiente, salute e diritti dei lavoratori. La priorità è dunque il superamento delle criticità legate ai mercati globali.

Il florovivaismo  è anche l’espressione di una agricoltura multifunzionale e la revisione normativa del settore dovrà far leva sulla filiera, definendo un quadro normativo che spazia dalla disciplina delle attività agricole coltivazione, commercializzazione e promozione alle attività di tipo industriale e di servizio.

La definizione dell’attività florovivaistica – aggiunge Coldiretti – dovrà tener conto non solo dell’articolo 2135 del Codice Civile, ma anche del decreto legislativo n. 99 del 2004, che ha completato il percorso iniziato con la “Legge di Orientamento”. Importante, in particolare, valorizzare il ruolo ambientale del settore per migliorare la qualità della vita nei centri urbani e contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

Un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno, secondo una analisi della Coldiretti. Ma la presenza di fiori e piante è importante anche all’interno di case, scuole e ospedali, abbattendo fino al 20% di Co2 e polveri sottili presenti.

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