La delusione di Federmobili e Federlegno
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Dopo aver scritto congiuntamente a Conte, Patuanelli, Gualtieri, Lamorgese e Boccia, preoccupati per la possibile sospensione delle attività di produzione e vendita, Federmobili e Federlegno esprimono tutto il loro disappunto per l’esclusione dal Dpcm.
“Inutile nascondere la delusione e la rabbia per non aver visto recepite le richieste fatte, insieme al Presidente Claudio Feltrin di FederlegnoArredo, affinché il commercio di arredamento venisse incluso tra le attività essenziali” – commenta il Presidente Federmobili Mauro Mamoli – “come è noto la scorsa settimana abbiamo inviato lettere e fatto pressioni sul Governo, e sulle Amministrazioni Locali, motivando ed argomentando le nostre ragioni. Non comprendiamo la logica che consente, ad esempio, la vendita di auto e moto, quindi la non chiusura delle concessionarie, e, invece, impedisce ai negozi di arredamento di svolgere la loro attività quotidiana – prosegue Mamoli – Non ci arrediamo, proseguiamo con le nostre richieste di modifica dell’elenco dell’allegato 23 e l’inserimento del commercio di mobili tra le attività che non vengono limitate nella loro operatività.
“Insisteremo affinché si intervenga con una modifica dell’allegato o quantomeno per ottenere un chiarimento da parte della Presidenza del Consiglio per garantire che sia preservata la possibilità di consegnare e montare i mobili ordinati prima dell’obbligo alla chiusura, possibilità che era stata riconosciuta nel primo lockdown”.
Sinceramente, anche noi della redazione siamo rimasti stupiti. Come non essere d’accordo con le associazioni? Forse per le successive problematiche legate a consegna e montaggio?
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