Il retail moderno in anticipo sulla normativa europea della sostenibilità
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Federdistribuzione ha presentato il Report di Sostenibilità di Settore 2025. Le imprese sono già pronte per la direttiva CSRD.
Le imprese della Distribuzione Moderna italiana stanno accelerando sul fronte della sostenibilità, anticipando gli obblighi previsti dalla nuova direttiva europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive). È quanto emerge dalla sesta edizione del Report di Sostenibilità di Settore della Distribuzione Moderna 2025, redatto da Federdistribuzione con il supporto di ALTIS Advisory, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Nonostante la recente proposta del Pacchetto Omnibus di rinviare al 2028 l’obbligo di rendicontazione per le grandi imprese non quotate, il 94% delle aziende del settore si è già attivato per allinearsi agli standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards).
Inoltre, l’80% delle imprese ha dichiarato l’intenzione di pubblicare volontariamente un bilancio di sostenibilità entro il 2025, mentre il 59% ha già definito una strategia con obiettivi ESG quantitativi.
Transizione energetica: efficienza e riduzione delle emissioni
Il report evidenzia risultati tangibili sul fronte ambientale. Tra il 2022 e il 2023, il comparto alimentare ha registrato una riduzione dell’intensità energetica del -9% rispetto al fatturato e del -4% sulla superficie. Ancora più performante il retail specializzato, con -10% sull’intensità per fatturato e -7% per metro quadro.
Il 41% delle imprese ha abbattuto le emissioni di oltre il 10% negli ultimi tre anni. Il 65% utilizza sistemi di monitoraggio GHG e oltre la metà ha definito obiettivi di riduzione per le emissioni Scope 1 e 2. Quasi la metà (47%) monitora già le emissioni Scope 3.
Economia circolare e gestione risorse
Il 94% delle aziende ha attivato strategie per la gestione degli imballaggi e l’82% traccia i rifiuti, pericolosi e non. Le politiche di economia circolare sono formalizzate nel 59% dei casi. Nel settore alimentare, il 100% delle imprese ha avviato collaborazioni per la redistribuzione delle eccedenze alimentari e il 91% monitora le donazioni in termini di peso.
Il 71% delle aziende adotta iniziative per la parità di genere e monitora il gender pay gap, con almeno un’azione attiva per colmare il divario. Il 73% ha strumenti di ascolto interno e il 47% piani di welfare strutturati. Tuttavia, solo il 41% ha policy formali sull’impatto sociale interno.
Sostenibilità di filiera e comunità
Sul fronte della supply chain, l’83% delle aziende adotta criteri ESG nella selezione dei fornitori, e il 76% ha avviato collaborazioni in ottica sostenibile. Il 54% ha introdotto pratiche di due diligence sui diritti umani lungo la filiera.
Tutte le imprese del settore hanno avviato iniziative per le comunità locali, prevalentemente in ambito educativo (65%), sanitario, culturale e sportivo (59%) e ambientale (47%), anche se solo il 24% le formalizza in documenti strategici.
Il 94% delle aziende ha implementato politiche per la qualità e sicurezza dei prodotti e il 100% raccoglie feedback dai consumatori. Il 71% delle imprese adotta politiche di prezzo per garantire accessibilità a categorie fragili. La Marca del Distributore si conferma leva strategica per garantire trasparenza e valore sostenibile.
Il ruolo centrale del retail moderno
Secondo Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, “il contatto quotidiano con milioni di persone conferisce al retail moderno una responsabilità sociale, ambientale ed economica importante, ma è anche un’opportunità: quella di orientare comportamenti virtuosi a monte e a valle della filiera”.
Dalla ricerca Ipsos inclusa nel report, emerge che nonostante un calo dell’interesse degli italiani per la sostenibilità (dal 30% al 24%), l’80% è consapevole della necessità di modificare i comportamenti di consumo. Il 78% sceglie brand allineati ai propri valori, associando sostenibilità a qualità (70%).
Secondo Stella Gubelli, AD di ALTIS Advisory, la sostenibilità è ormai parte integrante dei modelli di governance e delle attività operative: “La sfida resta aperta. Serve continuità, visione strategica e responsabilità condivisa per consolidare i progressi compiuti”.

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