Deloitte, sono 11 i centri brico in classifica
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Il Global Powers of Retailing, realizzato Deloitte, è una pubblicazione annuale che identifica i 250 maggiori rivenditori in tutto il mondo sulla base dei dati disponibili al pubblico. In questa 22a edizione, lo studio ha preso in esame l’anno fiscale 2017, analizzando le prestazioni delle insegne in tutte le aree geografiche dove operano.
- 4.530 miliardi di dollari è il fatturato totale dei 250 top retailer globali, +5,7% rispetto all’anno precedente;
- Continua la scalata di Amazon, che conferma una crescita a doppia cifra, la maggiore tra le aziende presenti nella Top 10 dei retailer mondiali;
- Wal-Mart da oltre 20 anni leader globale, riconferma la sua posizione di leader della classifica. Il podio è, in ogni caso statunitense con Costco al secondo posto e The Kroger Co. al terzo;
- Nella Top 10 sono tre le insegne europee: Schwarz Group (Germania), seguito da Aldi Einkauf (Germania) e Tesco PLC (UK)
- L’Europa traina la classifica per numero di aziende presenti nella Top 250
- I retailer europei (87) rappresentano il 34,8% delle aziende in classifica
- La prima società italiana in classifica è Coop Italia (71° posto), seguono Conad (73°), Esselunga (121°) ed Eurospin (168°)
- Il settore FMCG (beni di largo consumo) è il maggiormente rappresentato in classifica per numero di imprese (55,2%) e ricavi (66,2%)
6) Home Depot (USA) –
14) Lowe’s Company (USA)
27) Ikea Group (S)
49) Groupe Adeo (F)
63) Kingfisher (UK)
90) S.A.C.I. Falabella (Chile)
103) Menard (USA)
112) The Sherwin Williams Company (USA)
125) Tengelmann (OBI, per intenderci) (D)
143 Beisla Group (JAP)
162) Bauhaus (D)
219) Hornbach (D)
In generale le insegne in elenco scalano qualche posizione. Home Depot e Lowe’s guadagnano una posizione, Sherwin un paio e Bauhaus 3. Ben 5 le posizioni scalate da Adeo e la cilena Falabella, mentre stabili sono Ikea e Kingfisher. Calano in classifica l’americana Menard (7 posizioni in meno), la giapponese Bailsa (-8) e Tengelmann (-28). Entra in classifica la tedesca Hornbach ed esce la finlandese Kesko Corporation.
Deloitte ha inoltre analizzato il tasso di crescita media annua nel periodo 2014/2017. Con un bel 11% Sherwin è l’insegna che ha fatto registrare la crescita più importante, seguita da Falabella con il 7,8% e da Adeo con un + 7,3%. Dopo le prestazioni di Lowe’s con il 6,3%, Hornbach (+5,2%), Bauhaus (+5%) e Ikea con un 4,8%, l’aumento si riduce significativamente, con Kingfisher che si attesta al 2%, Menard all’1,7% e Baisla con lo 0,8%. In flessione dello 0,8% il gruppo Tengelmann.
La Classifica dei Top 10
I primi dieci retailer al mondo contribuiscono per il 31,6% al fatturato complessivo generato dai 250 maggiori retailer al mondo. Wal-Mart, Costco e The Kroger confermano la loro posizione sul podio della Top 10. Il movimento più significativo è quello di Amazon, che guadagna due posizioni rispetto al FY 2016 sospinto da una costante crescita a doppia cifra (25,3%), ancor più considerevole se paragonata alla crescita registrata in media dalla Top 10 (+6,1% YoY).
Le aziende presenti nella Top 10 crescono comunque a un ritmo più elevato rispetto al resto della classifica (rispettivamente del 6,1% contro il 5,7% complessivo), sebbene, in termini di marginalità si registri una lieve contrazione rispetto all’anno precedente e una performance inferiore alla media della Top 250.
L’Europa traina per numero di aziende presenti nella Top 250
Il maggior numero di realtà che trovano posto nella Top 250 provengono dall’Europa: cresce, infatti, da 82 a 87 il numero di aziende che hanno sede nella regione e tre di esse rientrano anche nella Top 10 (Schwarz, Aldi Einkauf, Tesco PLC). Due terzi del fatturato dei retailer in Europa proviene da Germania, Regno Unito e Francia.
La Germania è casa delle imprese più grandi, che con una dimensione media di 24,7 miliardi di dollari superano di gran lunga la media di 18,1 miliardi di dollari delle imprese presenti nella Top 250. La Francia, invece, spicca per l’internazionalizzazione con aziende che operano in media in 29,2 paesi.
“La spinta globale caratterizza le aziende europee, che operano in media in 15,6 paesi contro i 9,5 presidiati nella Top 250,” nota Patrizia Arienti, Senior Partner Deloitte e Responsabile Consumer Industry. “Spinti dalla ricerca di crescita al di fuori dei propri mercati già maturi, i retailer europei sono maggiormente attivi all’estero e si distinguono per intraprendenza globale.”
“Per riuscire ad aumentare la propria quota di mercato in un settore, come quello del retail, molto competitivo ed ormai improntato all’internazionalizzazione, la gestione strategica della supply chain diventa essenziale. Un forte aiuto sicuramente viene dalle nuove tecnologie definite ‘disruptive’, come Analytics, IoT e Robotica. Approcciare la trasformazione di tutti i processi riconducibili alla supply chain attraverso una strategia di digital transformation end-to-end può aiutare a trarre vantaggio dalle opportunità offerte dai cambiamenti che stanno interessando il retail” commenta Bertone.
La situazione in Italia: performance delle aziende italiane nella Top 250
“Anche per i retailer italiani si registra, nell’anno chiuso entro il 30 giugno 2018, un andamento nel complesso positivo,” spiega Claudio Bertone, Equity Partner Deloitte e Responsabile per il settore Retail. “Tutti i quattro player italiani presenti nella Top 250 dei big della distribuzione registrano un avanzamento in classifica: Coop si conferma il primo colosso italiano, collocandosi al 71esimo posto; seguono Conad e Esselunga che si piazzano rispettivamente al 73° (+5 posizioni rispetto al FY 2016) e al 121° (+10 rispetto al FY 2016) posto; chiude Eurospin che avanza di ben 19 posizioni collocandosi al 168° posto della Top 250”.
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