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Ucraina-Russia: dopo Leroy Merlin, la risposta di Auchan

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Auchan Russia

Dopo l’insegna del bricolage anche la catena di grande distribuzione alimentare, Auchan, ha rilasciato, oggi, 27 marzo, un comunicato stampa per chiarire la sua posizione.

L’insegna Auchan, che fa capo alla stessa proprietà del gruppo Adeo, ovvero la famiglia Mulliez con la sua holding AFM – Association Familiale Mulliez -, ha emesso una nota stampa per chiarire i motivi che hanno spinto l’insegna proseguire le sue attività sia in Ucraina sia in Russia. Per completezza di informazione, rispetto alla vicenda che in questi giorni vede coinvolte le entrambe le insegne, abbiamo deciso di pubblicarlo integralmente, anche se non strettamente legato al mondo del bricolage e dell’home improvement.

“Operando in Ucraina e in Russia da più di 15 anni, Auchan Retail non può che condividere la volontà del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, come l’ha espressa recentemente davanti al Parlamento francese, di chiedere con forza la fine dei combattimenti e di trovare i mezzi per una pace rapida.

Il nostro compito è quello di fare tutto il possibile per garantire che gli abitanti dei nostri paesi di operazione abbiano accesso a cibo di buona qualità a un prezzo accessibile e soddisfare così i bisogni alimentari essenziali della popolazione civile.

Ecco perché, nonostante la guerra in Ucraina, siamo ancora attivi in quel paese. Siamo una delle ultime aziende occidentali ancora presenti in Ucraina. I nostri negozi e le nostre attività di e-commerce rimangono aperti e la nostra logistica garantisce un approvvigionamento regolare. Questo è reso possibile dal lavoro straordinario dei nostri 6.000 dipendenti ucraini (3.000 dei quali sono direttamente nelle zone di combattimento) che sostengono la popolazione e dimostrano un coraggio infallibile nel mantenere la catena alimentare.

I nostri 30.000 dipendenti russi fanno lo stesso lavoro per essere il più vicino possibile a una popolazione che non ha alcuna responsabilità personale nello scoppio di questa guerra. Abbandonare i nostri dipendenti, le loro famiglie e i nostri clienti non è la scelta che abbiamo fatto. Come ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, “non siamo in guerra con il popolo russo”.

Chiudere le nostre attività in Russia sarebbe considerato come un fallimento premeditato che porta a un esproprio che rafforzerebbe l’ecosistema economico e finanziario russo, metterebbe i nostri dipendenti e le loro famiglie in grande precarietà e priverebbe, in un periodo di alta inflazione, la popolazione dei servizi di un distributore discount, che opera nel paese da 20 anni.

Dall’inizio della guerra, abbiamo interrotto i nostri investimenti in Auchan Russia che funziona in totale autarchia. Auchan Russia non ha attualmente alcun profitto e, nel contesto attuale, prevede perdite per il 2022“.

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