MASCOT Workwear: showroom e servizio per il rivenditore
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Fondata nel 1982 come impresa familiare, Mascot è un riferimento internazionale nel settore dell’abbigliamento da lavoro tecnico e dei DPI. Una filosofia basata sulla qualità totale, sulla progettazione ergonomica e sulla capacità di rispondere ai bisogni degli utilizzatori finali, siano essi artigiani, grandi industrie o pubbliche amministrazioni.
Ten-diyandgarden ne ha parlato con Laura Brandolisio e Sara Zerbi, rispettivamente Area Sales Manager Italy e Key Account Manager di Mascot International Italy, che ha incontrato nel bellissimo showroom, aperto in provincia di Bergamo.
La politica degli showroom è una tipicità di Mascot che li allestisce come veri e propri punti vendita, dove mostrare ai clienti l’intero assortimento. Oltre a quello di Bergamo ce ne sono altri 9 in Europa: in Germania a Düsseldorf e Frankfurt; a Naarden in Olanda; presso Villefranche-sur-Saône in Francia; a Brussels in Belgio, a Zürich in Svizzera; in Polonia, a Poznań e, ovviamente in Danimarca, a Silkeborg e a Copenhagen.
Qual è la mission che guida Mascot sin dalla sua nascita?
Mascot è nata con l’ambizione di realizzare il miglior abbigliamento da lavoro. Una visione chiara e coerente che ha guidato ogni scelta, dall’organizzazione produttiva al design, passando per la selezione dei materiali. Abbiamo sempre seguito i principi della qualità totale, ispirandoci agli standard ISO 9001. Ogni criticità viene identificata, analizzata e corretta.
Produzione etica e tessuti performanti: la strategia MASCOT
Come è organizzata la produzione?
Dal 2008 abbiamo sviluppato una rete produttiva di proprietà in Estremo Oriente, con tre stabilimenti in Vietnam e uno in Laos. Tutti operano secondo standard etici e ambientali rigorosi, certificati SA8000. Il lavoro viene svolto in condizioni eque, con attenzione all’inclusione e alla sostenibilità. I nostri tessuti sono sviluppati ad hoc, spesso in esclusiva per le nostre collezioni.
Come avviene il processo di sviluppo del prodotto?
Tutto parte dal team di designer, che anticipa le tendenze e lavora in sinergia con esperti tessili per realizzare materiali performanti e confortevoli. I prototipi vengono poi testati sul campo da professionisti del settore – giardinieri, operai edili, tecnici – che forniscono feedback utili per l’ottimizzazione funzionale. Il ciclo si chiude con test rigorosi in laboratorio, compresi quelli previsti dalla norma ISO 15797 per il lavaggio industriale.
Servizio al cliente e logistica integrata per i rivenditori
La logistica gioca un ruolo importante nel vostro modello?
Assolutamente. Il nostro magazzino centrale in Danimarca gestisce oltre 5,5 milioni di capi per 33 mila referenze. Gli ordini vengono evasi in 24 ore per Germania e Danimarca, mentre per l’Italia, i capi neutri arrivano in cinque giorni lavorativi. Per quelli personalizzati con loghi, la consegna richiede tra i 10 e i 15 giorni. Ci tengo a sottolineare che la personalizzazione avviene internamente; una decisione che è stata presa quattro anni fa, per garantire standard elevati di qualità.
Qual è il vostro approccio alla distribuzione? Oltre agli showroom come questo di Bergamo, avete store monomarca per la vendita al cliente finale?
No, la nostra politica è chiara: niente vendita diretta. Collaboriamo con una rete selezionata di rivenditori, che diventano partner strategici. Questo ci consente di offrire un servizio completo all’utilizzatore finale, che può avere accesso, tramite i nostri rivenditori, a un assortimento integrato di DPI: dall’abbigliamento alle calzature, dai caschi alle mascherine.
DPI e abbigliamento da lavoro: assortimento tecnico avanzato
Qualche peculiarità riguardante l’assortimento offerto?
Segnalerei la linea Ultimate Stretch in materiale elasticizzato, molto confortevole, piuttosto che la linea Accelerate che comprende anche versioni ad alta visibilità (EN ISO 20471) e multi-norma (EN ISO 11612, EN 1149, ecc.), pensate per ambienti ad alto rischio come raffinerie o impianti chimici. A questo si aggiungono capi specifici per il pubblico femminile, con doppio fit per meglio adattarsi alle diverse morfologie.
Qual è la sensibilità del mercato italiano verso l’abbigliamento da lavoro tecnico?
È in forte crescita. Dieci anni fa, la cultura dell’abbigliamento tecnico era scarsa, oggi si è fatta strada la consapevolezza che ergonomia, sicurezza e design sono fondamentali. Le nuove generazioni sono più attente, e anche le aziende riconoscono il valore di dotare i lavoratori di capi che migliorano comfort, sicurezza e immagine.
E il design? Quanto incide?
Il nostro motto è “Tested to Work”: il design deve servire la funzione. Ma è anche vero che i nostri capi piacciono, tanto che molti li indossano anche nel tempo libero. La combinazione tra estetica, comfort e durabilità è vincente. Siamo stati pionieri nell’introdurre lo stretch 4-way nel settore, e oggi il nostro catalogo offre una profondità colore rara, con varianti come verde prato, foresta, muschio, ec.
Focus europeo e consolidamento della rete distributiva
Com’è posizionato il brand Mascot nel mercato italiano?
Stiamo crescendo in modo solido. Siamo leader in Danimarca e molto presenti nei Paesi nordici. In Italia, inizialmente eravamo orientati al mondo artigiano, ma oggi lavoriamo con aziende strutturate e pubbliche amministrazioni. L’elevata qualità e la capacità di personalizzazione ci rendono competitivi anche nei segmenti più esigenti.
Progetti per il futuro?
Abbiamo qualche progetto per gli Stati Uniti, ma oggi il nostro focus resta l’Europa. La nostra priorità è rafforzare ulteriormente il servizio, investire in innovazione tessile e consolidare la rete distributiva.
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